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Social Forum federato con il resto del mondo. Non contano le istanze, contano le persone

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    Questo è un thread di riflessioni ispirate dall’articolo postato da @cretinodicrescenzago visibile qui: https://livellosegreto.it/@cretinodicrescenzago/115648632805823272

    Prima di tutto, lo ringrazio per aver postato l’articolo, l’ho trovato di enorme interesse.
    Cerco di esprimere sinteticamente i miei pensieri a riguardo:

    1) Contesto
    Il contesto di cui parla l’articolo e i testi citati è sicuramente un contesto particolare, “di nicchia”. Si parla di gruppi presenti in città medie e grandi, organizzati e numerosi, che hanno una certa cultura trasversale che riguarda anche la presenza online. In provincia le divisioni non sono così nette, le condanne così definitive, e i rapporti sociali tendono a mantenersi in qualche modo, anche “a macchia di leopardo”. Non c’è un comitato queer che condanna, isola o assolve. Detto questo, la tendenza a …

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    Questo è un thread di riflessioni ispirate dall’articolo postato da @cretinodicrescenzago visibile qui: https://livellosegreto.it/@cretinodicrescenzago/115648632805823272

    Prima di tutto, lo ringrazio per aver postato l’articolo, l’ho trovato di enorme interesse.
    Cerco di esprimere sinteticamente i miei pensieri a riguardo:

    1) Contesto
    Il contesto di cui parla l’articolo e i testi citati è sicuramente un contesto particolare, “di nicchia”. Si parla di gruppi presenti in città medie e grandi, organizzati e numerosi, che hanno una certa cultura trasversale che riguarda anche la presenza online. In provincia le divisioni non sono così nette, le condanne così definitive, e i rapporti sociali tendono a mantenersi in qualche modo, anche “a macchia di leopardo”. Non c’è un comitato queer che condanna, isola o assolve. Detto questo, la tendenza a …

    [2/6]

    … ragionare nel modo in cui parla l’articolo c’è, anche quando non si applica, quindi è bene parlarne.

    2) Superamento dell’identità come inamovibile
    Mi fa piacere leggere un articolo che supera la questione identitaria come metro etico e morale.
    L’intersezionalità serve per capire l’intreccio di discriminazioni e il posizionamento da cui ciascun* parte nell’affrontare il mondo; purtroppo, da lente per vedere in profondità è diventata il fine stesso di molti discorsi, e un metro morale, con l’assegnazione di ruoli rigidi di vittima e carnefice per circostanze di nascita. Invece di usare il principio di intersez. per vedere il ruolo che le identità hanno in una certa situazione o contesto, diventa, in modo banalizzante e semplificante, spesso semplicemente un metro morale di giudizio.
    L'art. ricorda che non tutt* si sono..

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    … ragionare nel modo in cui parla l’articolo c’è, anche quando non si applica, quindi è bene parlarne.

    2) Superamento dell’identità come inamovibile
    Mi fa piacere leggere un articolo che supera la questione identitaria come metro etico e morale.
    L’intersezionalità serve per capire l’intreccio di discriminazioni e il posizionamento da cui ciascun* parte nell’affrontare il mondo; purtroppo, da lente per vedere in profondità è diventata il fine stesso di molti discorsi, e un metro morale, con l’assegnazione di ruoli rigidi di vittima e carnefice per circostanze di nascita. Invece di usare il principio di intersez. per vedere il ruolo che le identità hanno in una certa situazione o contesto, diventa, in modo banalizzante e semplificante, spesso semplicemente un metro morale di giudizio.
    L'art. ricorda che non tutt* si sono..

    [3/6]

    … fermat* lì; stiamo andando avanti, forse riusciremo davvero a usare l’intersezionalità come una ricchezza e a capirla, senza giudicare le persone come buone o cattive per circostanze di nascita, come fanno le persone che spesso disprezziamo.

    3) Il potere della comunità
    Questo va ribadito, ed è una cosa che ho imparato molto bene nel periodo in cui ero operatrice in un centro antiviolenza; la violenza (v.) esiste sempre in un contesto che in qualche modo la legittima.
    Un uomo maltrattante non è mai solo, ha vari* alleat*. Spesso è la sua famiglia, a volte la famiglia della vittima, a volte un intero sistema discriminatorio (molto visibile nella situazione maltrattante italiano con compagna straniera); quasi sempre gli amici, la cerchia. La cultura patriarcale. Questa è la comunità che legittima la v. Manca la comunità …

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    … fermat* lì; stiamo andando avanti, forse riusciremo davvero a usare l’intersezionalità come una ricchezza e a capirla, senza giudicare le persone come buone o cattive per circostanze di nascita, come fanno le persone che spesso disprezziamo.

    3) Il potere della comunità
    Questo va ribadito, ed è una cosa che ho imparato molto bene nel periodo in cui ero operatrice in un centro antiviolenza; la violenza (v.) esiste sempre in un contesto che in qualche modo la legittima.
    Un uomo maltrattante non è mai solo, ha vari* alleat*. Spesso è la sua famiglia, a volte la famiglia della vittima, a volte un intero sistema discriminatorio (molto visibile nella situazione maltrattante italiano con compagna straniera); quasi sempre gli amici, la cerchia. La cultura patriarcale. Questa è la comunità che legittima la v. Manca la comunità …

    [4/6]

    … che protegge; le amiche o i parenti della donna che subisce o rischia v. possono essere solidali, ma non possono fare miracoli. Servirebbe una comunità che vede, tutela, non chiude gli occhi, non si volta dall’altra parte, non giudica. Con la delega alle forze dell’ordine la maggior parte delle persone si sente legittimata a “non entrarci”. Così tutt* rischiano di permettere, in qualche modo, l’agito violento.

    4) Le vittime perfette sono buone
    Altra questione fondamentale dell’articolo.
    Siamo abituat* a pensare al carnefice (cattivo) e alla vittima (buona), ma alcune situazioni mettono alla prova le nostre aspettative. Anche questo è un grande insegnamento del periodo nel centro antiviolenza; non tutte le donne che subiscono/hanno subito violenza domestica vogliono andarsene, non tutte sono coerenti, non tutte sono …

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    … che protegge; le amiche o i parenti della donna che subisce o rischia v. possono essere solidali, ma non possono fare miracoli. Servirebbe una comunità che vede, tutela, non chiude gli occhi, non si volta dall’altra parte, non giudica. Con la delega alle forze dell’ordine la maggior parte delle persone si sente legittimata a “non entrarci”. Così tutt* rischiano di permettere, in qualche modo, l’agito violento.

    4) Le vittime perfette sono buone
    Altra questione fondamentale dell’articolo.
    Siamo abituat* a pensare al carnefice (cattivo) e alla vittima (buona), ma alcune situazioni mettono alla prova le nostre aspettative. Anche questo è un grande insegnamento del periodo nel centro antiviolenza; non tutte le donne che subiscono/hanno subito violenza domestica vogliono andarsene, non tutte sono coerenti, non tutte sono …

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    … sincere, non tutte suscitano facile empatia. Ma è importante? Se si vuole sconfiggere un sistema violento, non importa quanto simpatica o buona è la vittima.
    Ci sono alcune che denunciano, poi ritirano, poi ritornano, in loop. Ma l’obiettivo deve essere sempre stesso; affrancare il più possibile le persone dalla violenza patriarcale, accompagnarle in un percorso liberatorio, che non tutte vogliono.

    5) Le nostre scelte
    soprattutto in luoghi virtuali e quando non ci si conosce dal vivo, la condanna è facile. Le persone vengono mal tollerate o allontanate per quello che scrivono/dicono, spesso, neanche per ciò che fanno. Questa è una scelta ed è sicuramente legittima. Ma la conseguenza è che le persone vengono rinnegate e buttate fuori, a volte quando si trovano in momento di difficoltà o poca lucidità, e perdono la …

  • muffa@puntarella.partyundefined muffa@puntarella.party shared this topic on
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