Studi / I papiri carbonizzati di Ercolano ridanno voce al filosofo stoico Zenone
Elena Percivaldi
Un’altra pagina perduta del pensiero antico torna a vivere dalle ceneri di Ercolano. Grazie alle nuovissime tecnologie di imaging avanzato, un team di studiosi dell’Università di Pisa e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) è riuscito a leggere porzioni finora inaccessibili dei papiri carbonizzati provenienti dalla Villa dei Papiri di Ercolano, sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.

La scoperta, pubblicata su Scientific Reports (Springer Nature), ha rivelato nuove informazioni su Zenone di Cizio, il fondatore dello Stoicismo, gettando luce su aspetti poco noti della sua vita e della sua dottrina. Debolezza fisica, isolamento volontario e rigore ascetico emergono dai testi come tratti distintivi di un uomo interamente dedito alla riflessione filosofica e alla virtù morale.
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Lo Stoicismo e il suo maestro
Fondato ad Atene intorno al 300 a.C., lo Stoicismo è una delle scuole più influenti del pensiero ellenistico. Il suo fondatore, Zenone di Cizio, predicava la necessità di vivere in accordo con natura e ragione, esercitando il controllo delle passioni per raggiungere l’equilibrio interiore.

I nuovi frammenti, decifrati grazie a tecniche non invasive, confermano la fama di Zenone come asceta e maestro di rigore, ma anche come figura discussa. In alcuni passi del papiro PHerc. 1018, che contiene la Storia della scuola stoica di Filodemo di Gadara, il filosofo viene persino descritto come “moralmente discutibile” per alcune teorie contenute nella sua opera La Repubblica, dove proponeva pratiche sociali decisamente poco convenzionali per l’epoca.

Deriso dai contemporanei per la sua origine fenicia e la scarsa padronanza del greco, Zenone si guadagnò tuttavia alla morte solenni onoranze pubbliche, segno del rispetto che la città di Atene nutriva per la sua grandezza filosofica.
La rivoluzione della termografia attiva
Il vero salto in avanti di questa ricerca risiede nella tecnologia impiegata: la termografia attiva. Per la prima volta, infatti, i ricercatori del CNR-ISPC (Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale) e del CNR-ISASI (Istituto di Scienze Applicate e Sistemi Intelligenti “Eduardo Caianiello”) hanno applicato questa tecnica ai papiri ercolanesi.

Il metodo, basato sulla rilevazione di contrasti termici tra l’inchiostro carbonioso e la superficie del papiro, permette di ottenere immagini leggibili anche in rotoli fortemente danneggiati. Il risultato è un livello di dettaglio paragonabile all’imaging iperspettrale a onda corta (SWIR), ma con una maggiore capacità di rivelare informazioni sulla struttura interna del papiro e sulle zone di restauro o incollaggio.
Come ha spiegato Costanza Miliani, direttrice dell’ISPC-CNR, questa tecnica “consente di acquisire segnali invisibili a occhio nudo, restituendo testi quasi del tutto perduti e garantendo allo stesso tempo la conservazione dei materiali originali”.
Le nuove edizioni dei testi: più parole, più filosofia
Le immagini ottenute hanno permesso di arricchire in modo significativo l’edizione critica di diversi papiri.
La nuova versione della Storia della scuola stoica curata da Kilian Fleischer (Università di Tubinga) contiene il 10% di testo greco in più rispetto all’edizione del 1994, offrendo nuovi dati sulla cronologia di Zenone e dei suoi successori Crisippo e Panezio, che introdusse lo stoicismo a Roma.
Non meno straordinari i risultati relativi ad altri rotoli:
- Il papiro PHerc. 1508, curato da Eleni Avdoulou, rivela il 45% di testo in più e sembra contenere non una storia della scuola pitagorica, come si credeva, ma una biografia di medici greci, tra cui Acrone di Agrigento ed Eurifonte di Cnido.
- Il papiro PHerc. 1780, riedito da Carlo Pernigotti, restituisce il 30% in più di testo greco e si è rivelato una raccolta di testamenti di filosofi epicurei, l’unico testo documentario della collezione ercolanese.

Scienza e tutela: un equilibrio possibile
La ricerca rientra nel Progetto ERC Advanced Grant GreekSchools, coordinato da Graziano Ranocchia del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa.
La direttrice della Biblioteca Nazionale di Napoli, Silvia Scipioni, ha sottolineato come “le nuove tecnologie concilino tutela e ricerca, permettendo la lettura dei papiri senza alcun danno fisico”.

Per la prima volta, la Biblioteca è co-beneficiaria di un progetto europeo, al fianco del CNR e dell’Università di Pisa: un passo decisivo verso la digitalizzazione e conservazione integrata dei papiri, considerati tra i documenti più fragili e preziosi dell’antichità.
Come ha concluso Ivo Rendina, direttore del CNR-ISASI, “questi metodi di diagnostica ottica restituiscono alla comunità scientifica e alla società un patrimonio di conoscenze rimasto per duemila anni nel silenzio della cenere”.
Per saperne di più:
- Ceccarelli, S., Rippa, M., Caruso, G. et al. Pulsed thermographic analysis of Herculaneum papyri. Sci Rep 15, 34466 (2025). https://doi.org/10.1038/s41598-025-19911-w
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