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Gli ultimi otto messaggi ricevuti dalla Federazione
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@simonperry @simoneviaggiatore.wordpress.com Faccio quello che posso. Sono come il virus... Se mi infilo mi infilo LOL
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@simoneviaggiatore.wordpress.com @simonperry mi sto salvando tutti i link di spiegazione sul fediverso nei segnalibri per il talk al #WCPISA
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In questo articolo parlo di social network, un argomento non direttamente collegato al viaggio, ma comunque molto importante se pensiamo a tutti i contenuti di viaggio che transitano sulle pagine social e le nostre interazioni con altre persone attraverso i social, ma anche a quante ore trascorriamo davanti agli schermi “grazie” ad essi.
Sui social ormai ci siamo tutti, ci si parla di tutto, e sappiamo bene che tutti passiamo molte ore al giorno davanti alle pagine social, ma possiamo dire anche, più in generale, utilizzando servizi on line “gratuiti”. Spesso è su quelle pagine che scopriamo cosa succede nel mondo, gli ultimi eventi su un certo argomento, i risultati elettorali.
È un dato di fatto che al giorno d’oggi tutti i grandi social siano nelle mani di aziende, ma non aziende qualunque: veri e propri colossi dell’informatica, che investono cifre da capogiro per capire come tenerci incollati alle alle loro piattaforme per un tempo sempre maggiore. Quel tempo lo togliamo ai nostri cari, alle nostre attività, ad altre cose che amiamo, e più in generale alla nostra presenza nel mondo.
Un altro grande problema di tutto questo è che quelle piattaforme vendono ad altri ciò che scriviamo, le nostre abitudini e preferenze di ogni tipo, affinché questi “altri” possano farne ciò che vogliono, compreso analizzarci per capire sempre meglio come indurci ad acquistare di tutto.
Di più: chi possiede il social network e quindi i dati che hanno origine da noi, può sapere chi siamo meglio di noi stessi a volte, e può usare queste informazioni per plasmare le nostre idee.
Cosa c’entra il Fediverso in tutto questo? Ci sto arrivando. 🙂
Se quello che ti ho descritto ti sembra una teoria del complotto, purtroppo ti stai sbagliando. Tutto questo è reale, e basta fare una ricerca on line per trovare le conferme di ciò che dico.
D’altra parte, nel mondo dell’informatica e del web, c’è un detto: se un servizio è gratuito, allora il prodotto in vendita sei tu.
Nelle piattaforme social come Facebook, Instagram, TikTok o similari, i proprietari hanno investito miliardi di dollari. Si potrebbe pensare che i costi sostenuti siano in gran parte per l’infrastruttura, ma la parte più impegnativa di un social network è la messa a punto e il mantenimento dell’algoritmo, ossia quell’insieme di meccanismi che sulla base di una serie di eventi (i nostri comportamenti on line), decidono cosa farci vedere, e di conseguenza cosa nasconderci.
Per fare un esempio pratico, supponiamo che un utente abbia un vago interesse per un argomento spinoso come l’immigrazione. Gli algoritmi intercetteranno alla perfezione questo interesse (sono lì apposta del resto, anche se l’utente non li vede; possiamo dire che il social stesso è un algoritmo molto complesso).
Una volta compreso il nostro interesse, verrà deciso quale sarà il prossimo articolo o il prossimo video che vedremo scorrendo verso il basso, o a quale notifica dare la priorità, quale annuncio pubblicitario farci vedere prima, eccetera. Negli ultimi anni gli algoritmi social sono diventanti anche esperti nel creare curiosità che non abbiamo.
Badate bene che l’interesse della piattaforma non è quello di darci un’idea chiara, equilibrata ed imparziale su un argomento, ma di trattenerci sull piattaforma il più possibile affinché continuiamo a vedere gli annunci pubblicitari.
E qual è il metodo migliore per raggiungere questo obiettivo? La paura, o la rabbia, o entrambe.
L’algoritmo comincerà a proporci video in cui si dice che i nostri problemi derivano dagli immigrati, e che se non facciamo qualcosa “ci rimpiazzeranno” (ti suona familiare?).
Ci è appena stata instillata la paura, più o meno conscia, che qualcuno voglia portarci via qualcosa, che il nostro stile di vita è in pericolo, che non è colpa nostra se la vita non ci riesce proprio come vorremmo, ma anzi è colpa di una persona disperata che è morta attraversando il Mediterraneo su un pezzo di legno scadente. Donne, uomini, bambini, neonati, non importa: tutti ugualmente destabilizzanti per le nostre vite.
La frittata è fatta. Vorremo saperne di più, staremo lì ancora e ancora per cercare qualcosa che ci tranquillizzi, che ci tolga quella paura; ma quel qualcosa non arriverà. Anzi, l’idea di base, la paura, verrà sempre più rinforzata, video dopo video, articolo dopo articolo.
Pur essendo un grande utilizzatore di questi social (lo ammetto, io trovo sconcertante che esistano aziende dal potere – enorme – di decidere cosa dobbiamo guardare, e di conseguenza cosa dobbiamo pensare, che idee dobbiamo farci. Se a fare tutto questo fosse un Governo, diremmo che si tratta di una dittatura. Perché non ci scuote l’idea che possa farlo un privato?
È proprio per tutte queste ragioni che sempre più persone riconoscono che questo sistema di cose è una grande anomalia per le democrazie.
Rifiutare questo sistema è un atto rivoluzionario.
Ma come fare? Rinunciare per sempre alla propria vita on line?
È qui che entra in gioco il Fediverso.Cos’è? Può sembrare qualcosa di complesso ma in realtà è qualcosa di molto semplice.
Immagina di vivere nell’appartamento di un condominio. Quando vuoi parlare con qualcuno, o sapere di cosa si parla nel condominio, puoi uscire dal tuo appartamento e incontrare i tuoi vicini di casa. Puoi parlare con loro privatamente, ma anche in uno spazio comune, come il pianerottolo, dove puoi parlare a tutti gli altri inquilini che stanno sul pianerottolo insieme a te.
In questo esempio, è come se il condominio fosse un social network.
Esistono persone nel mondo che hanno creato diversi social network (condominii) che sono liberi dalle logiche di cui parlavamo sopra.
Queste persone hanno creato il codice d social network del tutto nuovi, e lo hanno messo a disposizione di chiunque lo voglia usare, a patto che lo distribuisca di nuovo in quella forma.
Può sembrare una cosa da poco, ma non la è: chiunque abbia sufficienti competenze può prendere questo codice e costruire un nuovo condominio (una istanza del social network), dove le persone possono “abitare”, digitalmente parlando.
Inoltre, è anche possibile verificare che i “mattoni” che costituiscono questi nuovi condominii non contengano algoritmi poco desiderabili, come quelli dei social di cui parlavamo prima: Facebook, Instagram, Tiktok e tutti gli altri. Se anche dovessero all’improvviso contenerli, la licenza adottata consentirebbe di rimuoverli e redistribuire di nuovo il codice (ma chi vorrebbe mai usarlo senza modifiche, a quel punto?).I programmatori dei nuovi social liberi non si sono fermati qui, ma hanno fatto qualcosa di ancora più utile e straordinario: hanno messo in comunicazione tra loro i condominii.
Restando nella metafora dei condominii, hanno fatto in modo che gli inquilini di un condominio possano parlare con le persone che si trovano negli spazi comuni di un altro condominio, e viceversa. Hanno fatto in modo che gli abitanti di un condominio possano parlare con gli abitanti di una villette a schiera, o di uno chalet di montagna.
In sostanza, non è più necessario abitare lo stesso tipo di casa per potersi parlarsi.
Questa è una delle enormi differenze tra i social vecchi e i nuovi social network liberi. Se hai un account Facebook, da Facebook non potrai vedere i video che vengono pubblicati su YouTube: al limite potrai seguire un collegamento che ti porta là, abbandonando quindi Facebook. Poi dovrai aprire un altro account, regalare i tuoi dati personali anche a TikTok, e allora potrai vedere i video ma i due mondi resteranno separati.
Nei social liberi non è così. Ne esistono di diversi tipi, e sono TUTTI interconnessi l’uno all’altro.
Questo è il Fediverso, un social network fatto da tantissimi social network più piccoli, collegati tra loro. Una città formata da tante abitazioni diverse, siano esse condominii, villette indipendenti o casette a schiera.
Le “case” che compongono la grande città del Fediverso (le ho chiamate istanze) sono fabbricate usando il codice di cui parlavamo prima da chiunque lo voglia, e di conseguenza si assomigliano tra loro per gruppi omogenei.
In sostanza è una federazione di social network, ed ecco perché viene chiamata “Fediverso”.
Quali sono i social network che compongono il Fediverso?
Ne esistono tanti, ma vediamo brevemente i più popolari:
– Mastodon: adatto per il microblogging, cioè testi molto brevi. E’ il social più popolare nel Fediverso, anche in Italia. A prima vista può somigliare a X (ex Twitter), BlueSky o Threads.
– Friendica: più adatto ai testi lunghi, e quindi più simile a Facebook (anche nell’interfaccia). Il primo approccio però può essere meno semplice rispetto a Mastodon.
– Pixelfed: nasce per la condivisione di Foto, ed è quindi paragonabile ad Instagram.
– PeerTube: nasce come piattaforma di condivisione di video, similmente a quanto fa Youtube o TikTok.
– Lemmy: in grado di dare vita ad una piattaforma di aggregazione dei contenuti, similmente a Reddit.In nessuno di questi nuovi social ci sono algoritmi che decidono cosa tu debba vedere. Le pubblicazioni sono – e rimangono – sempre in ordine cronologico: i contenuti si scoprono seguendo i tag degli argomenti che ci interessando, o ricercandoli tramite la funzione di ricerca.
All’interno delle istanze, ad ora, non c’è pubblicità.
Cosa non da poco, i nostri dati personali non vengono venduti o ceduti a nessuno.Per i motivi di cui sopra, quando ci si iscrive ad una delle istanze dei social network che ho citato, si può rimanere un po’ spaesati e spiazzati, e ci si può sentire un po’ soli.
Questo non deve bloccarci, ma anzi è la prova che la piattaforma non ci “spinge” a vedere ciò che lei desidera (a chi gioverebbe?).Ci sono molte organizzazioni, aziende e persino privati nel mondo che gestiscono attivamente istanze di questi social.
Tra tutti, credo che i privati siano quelli che più di tutti hanno bisogno del nostro supporto come utenti finali, perché…sì, mantenere questi social costa. Ci vogliono server che li ospitano, tempo da dedicarvi per l’installazione, gli aggiornamenti e la moderazione dei contenuti, quando qualche utente viola le regole richieste per la permanenza sulla piattaforma (le regole sono semplici, ben chiare ed evidenti al momento dell’iscrizione).
L’accesso alle istanze generalmente è gratuito, ma non sorprendetevi se i gestori – giustamente – pubblicheranno di tanto in tanto qualche invito alla donazione.
Il mio suggerimento è di trovare un’istanza che ci piace, “sposarla” e sostenerla economicamente con un piccolo obolo mensile, anche pochi euro, che possono fare la differenza. Per quanto mi riguarda li investo molto volentieri in questo tipo di supporto.Io ho diversi account nel Fediverso perché pubblico molti contenuti, ma ribadisco che da “spettatori” può bastarne anche soltanto uno.
Sono iscritto e sostengo economicamente l’istanza Mastodon.uno (https://mastodon.uno), dove mi trovate come @simonperry.
Sono iscritto a Pixelfed.uno, (https://pixelfed.uno) dove condivido gli scatti dei miei viaggi che ritengo più interessanti. Lì potete trovarmi come “@Perry77”
I miei 3 podcas sono tutti ospidati su castopod.it, una piattaforma di podcasting federata con il Fediverso.
Il mio ultimo podcast Verso Casa, ad esempio, può essere seguito dando il follow al profilo “@versocasa” da qualunque account del Fediverso.Il sito che stai leggendo, ospitato su wordpress, è associato ad un account nel Fediverso, cosicché ogni articolo che pubblico qui viene automaticamente condiviso nel fediverso.
Il profilo che si può seguire da qualsiasi social del Fediverso, per vedere gli articoli che pubblico, è “@simoneviaggiatore.wordpress.com@simoneviaggiatore.wordpress.com”Tutti i nomi account che ho riportato, sono scritti in questa forma: @nomeaccount
Questo è il modo in cui puoi cercare un utente all’interno della istanza dove tu e lui siete iscritti. Se dovrai cercare un utente di un’altra istanza, ti basterà mettere @nomeistanza dopo il nome utente, ovviamente scrivendolo tutto attaccato.
Il Fediverso, per ora, è un posto magico per me; senza pubblicità, ben moderato da esseri umani (non certo da algoritmi) e ogni volta che ci entro per me è come ritrovare quella pace che si ritrova in un bosco. Parliamo sempre di social newtork, ma non c’è confusione: solo contenuti.
Per restare in questo modo, il Fediverso ha bisogno di più iscritti che capiscano il valore di quanto hanno tra le mani, e di qualche donazione in più.
Dai una chance al Fediverso, iscrivetevi ad una delle istanze.
Non sentitevi spaesati, ma apprezzate il silenzio. Potrete dare maggior valore alle interazioni, che saranno reali e non forzate dagli algoritmi che fomentano il litigio.
[Nota: ogni litigio nel Fediverso, che comunque capita, saprai che è autentico].
Per qualsiasi dubbio io possa chiarire, fammi sapere qui sotto con un commento!
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I would like other lichess users on mastodon. Here is my account.
https://lichess.org/@/escapismius
if you are a little interested in chess could you help me boost this post? thank you
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Eh la tizia dovrebbe farsi una "gitarella" pure lei... magari in treno, in un vagone ferroviario....lasciato sotto il sole per lunghe ore....e stipato di suoi amici all'inverosimile.....Poi magari farsi un giretto a spaccare pietre mentre le lanciano adosso cani pastore inferociti...così per scherzare eh....
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ma che vuoi rispondere? Che cosa mai si può dire di questa tipa?
Mia figlia è una Staffetta dei Testimoni, sì, una che è "andata in gita" con uno dei testimoni (il suo è Sami Modiano). Tornata dalla "gita" ha pianto giorni interi e ha voluto dormire nella stanza della sorella per diversi giorni. Aveva 17 anni, non era una bambina eppure è rimasta sconvolta.
Ma che le vuoi rispondere a una che crede anche "che sono state fatte anche delle cose buone"?
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@OpenSoul io ho postato una cosina ieri….
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Ma nessuno nel #fediverso parla della rocambolesca #ministra delle "gite" ad #Auschwitz e contraria all'#antifascismo?!?
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It's #PortfolioDay - a special autumnal edition!
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