Ritrovo, nella sua prosa accogliente e spontanea, tutto il senso di quella magia che può regalare la fotografia. "Fin da bambino, le fotografie che mi piacevano maggiormente erano quelle di paesaggio, che vedevo intercalate negli atlanti con le carte geografiche. Mi affascinavano particolarmente queste fotografie, dove immancabile, immobile, appariva un piccolo uomo sovrastato da cascate, monti, rocce, alberi altissimi e palme grandiose, o sul ciglio di un burrone. Questo omino lo trovavo poi nelle cartoline che raffiguravano piazze più o meno celebri, oppure arrampicato su monumenti storici, o disperso nel Foro di Roma. Quell'omino era uno stato di continua contemplazione del mondo, e la sua presenza nelle immagini conferiva a queste un fascino particolare. ** Non era solo il metro di misurazione delle meraviglie rappresentate, ma grazie a questa unità di misura umana mi restituiva l'idea dello spazio; io lo vedevo in questo modo e credevo attraverso questo omino di comprendere il mondo e lo spazio** "Luigi Ghirri - L'obiettivo nella visione(1987) - Da Niente di Antico sotto il sole.