Questa settimana sono cominciati i lavori a casa di mamma. Nel vedere la sua cucina già messa sottosopra il cuore si spezza ancora di più di quanto già non lo sia. Lei è là, sullo sgabello, a preparare macedonie, a fare il sugo ("come lo facciamo noi non lo fa nessuno") o lo spezzatino.
Ma se avesse visto come si sono sollevate le mattonelle del pavimento quando abbiamo tolto i mobili della cucina (del 1972, quando si dice che non si fanno più le cose come una volta è vero) le sarebbe preso un colpo. Avrebbe voluto cambiarla quella cucina. Ma', meno male che non lo hai fatto.
Scusate lo sfogo. Sono passati quasi 5 mesi ma forse ora mi sto fermando, dopo tante tante tante cose che avevo da fare. Sto facendo (stiamo, non sono sola) tutto il possibile perché quella casa rimanga e diventi un simbolo. In parte sarà stravolta, ma stiamo cercando di non sprecare nemmeno un goccio di quei grandi sacrifici che ha fatto.
Tirò su da sola tre ragazzini (11, 13 e 15 anni) dopo una tragedia devastante, con un mutuo importante da pagare. E credo di poter dire che non siamo venuti su troppo male. Ci sono situazioni in cui mi osservo e riconosco che sono proprio figlia sua.
Mi faceva impazzire, nessuno come lei ci è mai riuscito. Porca miseria, però. Maledetta la sorte.