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Perché l'ultimo #film di #KathrynBigelow è da non perdere e sfiora il #capolavoro?

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  • storia raccontata 3 volte in sequenza: ma sono 3 diversi punti di vista che ci mostrano via via dettagli e sfumutura nella costruzione dell'intreccio

    , da sempre maestra nel gestire la tensione e l’azione con precisione chirurgica, costruisce anche stavolta un film che vibra di energia e angoscia ad ogni concitato incastro, basti pensare a film importanti come

    La regia è asciutta, essenziale, ma al tempo stesso
    3/13

    visivamente potentissima: ogni inquadratura (soprattutto camera a mano con campi strettissimi) ha un peso, ogni silenzio e angoscia racconta più di cento parole. La fotografia e il montaggio serrato contribuiscono a creare un senso di urgenza costante

    La semplicissima idea del film è immaginare cosa potrebbe succedere a chi sapesse, per primo (e dal di dentro, essendo parte attiva del meccanismo), dell'arrivo della fine del mondo, ma raccontandolo come se potesse succedere
    4/13

  • visivamente potentissima: ogni inquadratura (soprattutto camera a mano con campi strettissimi) ha un peso, ogni silenzio e angoscia racconta più di cento parole. La fotografia e il montaggio serrato contribuiscono a creare un senso di urgenza costante

    La semplicissima idea del film è immaginare cosa potrebbe succedere a chi sapesse, per primo (e dal di dentro, essendo parte attiva del meccanismo), dell'arrivo della fine del mondo, ma raccontandolo come se potesse succedere
    4/13

    in qualsiasi momento: è questo il finale del film, ovvero raccontare qualcosa di imminente, o forse di immanente, che potrebbe accadere da sempre nell'era del nucleare, nella sua tragicità, ma anche nella sua consecutio temporale militare e umana, narrata proiettandola nei suoi più assurdi dettagli e meccanismi interni

    Questo film attinge a tutto l'esistente dei film sulla fine del mondo a causa di conflitti nucleari (mi è venuto in mente "theDayAfter" vedendolo,
    5/13

  • in qualsiasi momento: è questo il finale del film, ovvero raccontare qualcosa di imminente, o forse di immanente, che potrebbe accadere da sempre nell'era del nucleare, nella sua tragicità, ma anche nella sua consecutio temporale militare e umana, narrata proiettandola nei suoi più assurdi dettagli e meccanismi interni

    Questo film attinge a tutto l'esistente dei film sulla fine del mondo a causa di conflitti nucleari (mi è venuto in mente "theDayAfter" vedendolo,
    5/13

    nonostante non c'entri formalmente nulla visto che li si racconta tutto il "dopo" e non il "prima"), e penso che creerà uno scossone nell'opinione pubblica proprio perché nel narrare le domande che chiunque si pone riguardo ad eventuali conflitti nucleari, ci pone in realtà di fronte a degli errori esiziali su cosa sia divento il mondo globale e interconnesso oggi

    Il cast è di alto livello (molto brava che qui forse interpreta uno tra i ruoli più convincenti
    6/13

  • nonostante non c'entri formalmente nulla visto che li si racconta tutto il "dopo" e non il "prima"), e penso che creerà uno scossone nell'opinione pubblica proprio perché nel narrare le domande che chiunque si pone riguardo ad eventuali conflitti nucleari, ci pone in realtà di fronte a degli errori esiziali su cosa sia divento il mondo globale e interconnesso oggi

    Il cast è di alto livello (molto brava che qui forse interpreta uno tra i ruoli più convincenti
    6/13

    mai propostole, meno bravo invece , IMHO) e interpreta con intensità la paura e la determinazione di chi sa di trovarsi sull’orlo dell’apocalisse

    Tuttavia, ciò che rende il film veramente “alla Bigelow” è la capacità di trasformare il tema dell’azione in una riflessione sul potere, sulla responsabilità e sulla fragilità umana davanti alle proprie stesse creazioni distruttive.
    7/13

  • mai propostole, meno bravo invece , IMHO) e interpreta con intensità la paura e la determinazione di chi sa di trovarsi sull’orlo dell’apocalisse

    Tuttavia, ciò che rende il film veramente “alla Bigelow” è la capacità di trasformare il tema dell’azione in una riflessione sul potere, sulla responsabilità e sulla fragilità umana davanti alle proprie stesse creazioni distruttive.
    7/13

    Non si tratta semplicemente di una corsa contro il tempo, ma di un’indagine morale: cosa resta dell’etica quando tutto dipende da una decisione presa in pochi secondi?
    Ha poi senso scegliere una "retailation" quando, come si dice nel film in un passaggio drammaticamente vero, bisogna di fatto scegliere tra l'essere distrutti o cmq un suicidio?

    Rispetto ai suoi lavori più celebri – come The Hurt Locker, che le valse l’Oscar alla miglior regia, o Zero Dark Thirty, incentrato
    8/13

  • Non si tratta semplicemente di una corsa contro il tempo, ma di un’indagine morale: cosa resta dell’etica quando tutto dipende da una decisione presa in pochi secondi?
    Ha poi senso scegliere una "retailation" quando, come si dice nel film in un passaggio drammaticamente vero, bisogna di fatto scegliere tra l'essere distrutti o cmq un suicidio?

    Rispetto ai suoi lavori più celebri – come The Hurt Locker, che le valse l’Oscar alla miglior regia, o Zero Dark Thirty, incentrato
    8/13

    sulla caccia a Bin Laden – questo nuovo film appare più intimo e claustrofobico, o cmq meno concentrato sul realismo documentaristico e più interessato alle dinamiche psicologiche dei personaggi dei 3 punti di vista narrati, tutti incastrati con la solita meticolosità della regista nella ricostruzione nella messa di scena di fenomenologie complesse come quelle militari (dietro ci deve essere uno studio molto profondo).
    9/13

  • sulla caccia a Bin Laden – questo nuovo film appare più intimo e claustrofobico, o cmq meno concentrato sul realismo documentaristico e più interessato alle dinamiche psicologiche dei personaggi dei 3 punti di vista narrati, tutti incastrati con la solita meticolosità della regista nella ricostruzione nella messa di scena di fenomenologie complesse come quelle militari (dietro ci deve essere uno studio molto profondo).
    9/13

    È un film che dialoga con il presente ma anche con la paura collettiva del futuro, una riflessione sul controllo e sulla perdita di esso
    Soprattutto non è un film che banalmente vuole dare le risposte su tali temi totalizzanti, ma semplicemente pone ogni spettatore di fronte all'assurda idea per cui la deterrenza nucleare sia un'opzione realmente valida e sensata oggi, visto che poi non esisterebbe mai un vincitore reale in caso di conflitto mondiale: proprio per questo il
    10/13

  • È un film che dialoga con il presente ma anche con la paura collettiva del futuro, una riflessione sul controllo e sulla perdita di esso
    Soprattutto non è un film che banalmente vuole dare le risposte su tali temi totalizzanti, ma semplicemente pone ogni spettatore di fronte all'assurda idea per cui la deterrenza nucleare sia un'opzione realmente valida e sensata oggi, visto che poi non esisterebbe mai un vincitore reale in caso di conflitto mondiale: proprio per questo il
    10/13

    titolo richiama la metafora di una casa piena di esplosivo pronto ad esplodere, perché le grandi potenze alla fine sono proprio questo, bastando un piccola scintilla, anche per errore, per accendere la miccia e distruggere tutto

    Pur con qualche momento di incertezza (soprattutto le scritte a schermo durante i passaggi di punto di vista le ho trovate davvero inutili e quasi stucchevoli) e un finale volutamente sospeso e ambiguo (ma forse è la cosa pià bella del film, IMHO), A
    11/13

  • titolo richiama la metafora di una casa piena di esplosivo pronto ad esplodere, perché le grandi potenze alla fine sono proprio questo, bastando un piccola scintilla, anche per errore, per accendere la miccia e distruggere tutto

    Pur con qualche momento di incertezza (soprattutto le scritte a schermo durante i passaggi di punto di vista le ho trovate davvero inutili e quasi stucchevoli) e un finale volutamente sospeso e ambiguo (ma forse è la cosa pià bella del film, IMHO), A
    11/13

    House of Dynamite è un ritorno in grande stile per una regista che ha sempre saputo raccontare la tensione del nostro tempo: Bigelow firma un’opera lucida, spietata e profonda, che ci interroga su un mondo conteporaneo che è sempre stato sull'orlo dell'abisso nucleare, ma che tutti hanno fatto finta di non vedere

    La Bigelow con questo film proietta la sua posizione tra le voci più autorevoli e coraggiose del cinema contemporaneo

    Film da non perdere, a tratti anche
    12/13

  • House of Dynamite è un ritorno in grande stile per una regista che ha sempre saputo raccontare la tensione del nostro tempo: Bigelow firma un’opera lucida, spietata e profonda, che ci interroga su un mondo conteporaneo che è sempre stato sull'orlo dell'abisso nucleare, ma che tutti hanno fatto finta di non vedere

    La Bigelow con questo film proietta la sua posizione tra le voci più autorevoli e coraggiose del cinema contemporaneo

    Film da non perdere, a tratti anche
    12/13

    sconvolgente, e probabilmente film dell'anno
    13/13

  • sconvolgente, e probabilmente film dell'anno
    13/13

    @OpenSoul sono molto curioso. Non ha mai sbagliato un film


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