C'è un racconto di Tommaso Landolfi di cui vorrei parlarvi
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C'è un racconto di Tommaso Landolfi di cui vorrei parlarvi.
Si chiama "La passeggiata" e inizia cosi:La mia moglie era agli scappini, il garzone scaprugginava, la fante preparava la bozzima …
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C'è un racconto di Tommaso Landolfi di cui vorrei parlarvi.
Si chiama "La passeggiata" e inizia cosi:La mia moglie era agli scappini, il garzone scaprugginava, la fante preparava la bozzima …
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Partiamo da lontano: il mio primo incontro con Landolfi è avvenuto ai tempi del liceo, con un racconto del 1939 visionario e assurdo intitolato "Il mar delle blatte". Talmente assurdo che ho pensato: questo Landolfi devo tenerlo d'occhio.
Infatti qualche tempo dopo, quand'ero all'università e frequentavo spesso le biblioteche milanesi, mi procurai una raccolta di suoi racconti dal titolo intrigante: "Racconti impossibili".
Lì dentro c'era "La passeggiata".2/5
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Partiamo da lontano: il mio primo incontro con Landolfi è avvenuto ai tempi del liceo, con un racconto del 1939 visionario e assurdo intitolato "Il mar delle blatte". Talmente assurdo che ho pensato: questo Landolfi devo tenerlo d'occhio.
Infatti qualche tempo dopo, quand'ero all'università e frequentavo spesso le biblioteche milanesi, mi procurai una raccolta di suoi racconti dal titolo intrigante: "Racconti impossibili".
Lì dentro c'era "La passeggiata".2/5
(In rete è possibile trovare il testo, per esempio qui: https://krimisa.blogspot.com/2015/02/la-passeggiata-di-tommaso-landolfi-i.html ).
Che dire: con un po' di superficialità l'ho mentalmente archiviato classificandolo come testo metasemantico, alla stregua del "Lonfo" di Maraini.
Passano i mesi e poi capita che in una chiacchierata in dialetto mantovano tra mia mamma e mia zia esce il termine "scapìn".
Drizzo le orecchie e chiedo cosa significa.3/5
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(In rete è possibile trovare il testo, per esempio qui: https://krimisa.blogspot.com/2015/02/la-passeggiata-di-tommaso-landolfi-i.html ).
Che dire: con un po' di superficialità l'ho mentalmente archiviato classificandolo come testo metasemantico, alla stregua del "Lonfo" di Maraini.
Passano i mesi e poi capita che in una chiacchierata in dialetto mantovano tra mia mamma e mia zia esce il termine "scapìn".
Drizzo le orecchie e chiedo cosa significa.3/5
Sono cresciuto immerso nel dialetto mantovano, ma quella parola mi era nuova. In pratica significa stare senza scarpe, solo con le calze.
Ma allora –ho pensato– Landolfi non ha inventato le parole. Ha solo usato termini dialettali, arcaici o desueti!
E così è.4/5
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Sono cresciuto immerso nel dialetto mantovano, ma quella parola mi era nuova. In pratica significa stare senza scarpe, solo con le calze.
Ma allora –ho pensato– Landolfi non ha inventato le parole. Ha solo usato termini dialettali, arcaici o desueti!
E così è.4/5
Ho riletto il racconto con una nuova consapevolezza, recuperando ove possibile il significato degli altri termini e godendomi ancora di più questa passeggiata attraverso i sentieri della lingua italiana con tutta la sua ricchezza.
Tommaso Landolfi
La passeggiata.
In "Racconti impossibili"
Vallecchi, 1966#letteratura #italiano
@cultura5/5