Skip to content

Piero Bosio Social Web Site Personale Logo Fediverso

Social Forum federato con il resto del mondo. Non contano le istanze, contano le persone

Tanti auguri Windows!

Uncategorized
1 1 3
  • Tanti auguri Windows! 40 anni di storia dei sistemi operativi e non sentirli

    Esattamente 40 anni fa, il 20 novembre 1985, Microsoft rilasciò Windows 1.0, la prima versione di Windows, che tentò di trasformare l’allora personal computer da una macchina con una monotona riga di comando in un sistema con finestre, icone e controllo tramite mouse.

    Si tratta della messa a terra di alcune delle più grandi innovazioni del nostro tempo, ideata dal genio di Duglas Engelbart e dell’“oN-Line System”, il sistema progettato negli anni sessanta che introduceva un sistema operativo a finestre connesso ad un mouse, presentati nella storica mother of all demos del 9 dicembre del 1968.
    Schermata di caricamento di Windows 1.0
    Per il pubblico di oggi, questo sembra scontato (o sconosciuto) ma a metà degli anni ’80, l’idea stessa di un’interfaccia grafica sul PC IBM di massa era praticamente rivoluzionaria.

    Tecnicamente, Windows 1.0 non era un sistema operativo completo. Era una sovrapposizione grafica su MS-DOS , una shell a 16 bit chiamata MS-DOS Executive che si sovrapponeva al sistema esistente e consentiva l’esecuzione di programmi in modalità finestra.

    La prima versione fu rilasciata solo negli Stati Uniti; aggiornamenti ed edizioni internazionali seguirono in seguito, e il pacchetto costava circa 99 dollari, una cifra considerevole all’epoca.
    Desktop di Windows 1.0, dove si possono vedere le finestre non modificabili nella loro dimensione
    L’interfaccia appariva insolita persino per gli standard degli anni ’80. In Windows 1.0, le finestre non potevano essere sovrapposte liberamente: erano rigorosamente affiancate sullo schermo. L’utente controllava il sistema principalmente con il mouse, selezionando le voci di menu e trascinando gli elementi, sebbene i menu stessi funzionassero in modo strano e richiedessero di tenere premuto il pulsante del mouse.

    Ma anche allora, Microsoft stava già definendo i principi che in seguito si sarebbero evoluti nel modello desktop che conosciamo.

    Windows 1.0 includeva una suite di applicazioni sorprendentemente riconoscibili ancora oggi. Agli utenti venivano offerti Paintbrush, l’antenato dell’odierno Paint, Blocco note, l’editor di testo Write, Calcolatrice, un orologio, un terminale, il database di schede Cardfile, gli appunti e un gestore di stampa. Queste applicazioni consentivano agli utenti di prendere semplici appunti, disegnare semplici grafici, stampare documenti ed eseguire più programmi contemporaneamente, sebbene con un multitasking molto limitato.

    I requisiti hardware al momento del rilascio erano considerati piuttosto elevati. Per eseguire Windows 1.0 era necessario un processore Intel 8086 o 8088, almeno 256 kilobyte di RAM, una scheda grafica e due unità floppy disk a doppia faccia o un disco rigido. Molti recensori si sono lamentati del notevole rallentamento del sistema durante l’esecuzione di più applicazioni, soprattutto se il computer disponeva di una memoria inferiore ai 512 kilobyte consigliati. In confronto, l’attuale minimo di 4 gigabyte per Windows 11 sembra quasi un balzo in avanti.

    Windows 1.0 ricevette un’accoglienza tiepida dal mercato. I critici ne notarono l’interfaccia lenta, la scarsa compatibilità con i programmi DOS esistenti e il numero limitato di applicazioni scritte specificamente per Windows. Rispetto ai sistemi grafici Apple già disponibili, il prodotto Microsoft appariva rudimentale e alcuni recensori paragonarono le sue prestazioni su un PC con 512 kilobyte di RAM a “melassa versata nell’Artico”, alludendo alla sua incredibile lentezza.
    Desktop di Windows 2.0
    Tuttavia, Microsoft non abbandonò l’idea. Nel giro di un paio d’anni, l’azienda rilasciò diversi aggiornamenti di Windows 1.x con supporto per nuovo hardware e layout di tastiera europei, per poi introdurre Windows 2.0 e il particolarmente riuscito Windows 3.0.

    Queste versioni, da sole, resero l’interfaccia grafica dei PC IBM uno standard di fatto del settore e gettarono le basi per il vasto ecosistema software a cui ci siamo abituati negli anni ’90.
    Desktop di Windows 3.0
    Oggi, Windows 1.0 è ormai da tempo diventato un reperto da museo: emulatori del sistema vengono lanciati per nostalgia e curiosità, e la stessa Microsoft occasionalmente ricorda la sua prima interfaccia grafica attraverso Easter egg e progetti a tema, come la divertente app per Windows 1.11 basata sulla serie TV Stranger Things.

    Ma molte idee e persino alcuni programmi di quell’epoca sono sopravvissuti fino a oggi, e il 40° anniversario ci ricorda quanto rapidamente siano cambiati sia i computer che la nostra comprensione di cosa dovrebbe essere un’interfaccia intuitiva in una sola generazione .

    L'articolo Tanti auguri Windows! 40 anni di storia dei sistemi operativi e non sentirli proviene da Red Hot Cyber.


Gli ultimi otto messaggi ricevuti dalla Federazione
Post suggeriti
  • ginger chew candies for the soul

    Uncategorized
    1
    0 Votes
    1 Posts
    0 Views
    ginger chew candies for the soul
  • 0 Votes
    1 Posts
    2 Views
    Il Consiglio Supremo di Difesa Italiano discute sulla minacce ibride e digitali in Italia e EuropaIl Consiglio Supremo di Difesa, si è riunito recentemente al Quirinale sotto la guida del Presidente Sergio Mattarella, ha posto al centro della discussione l’evoluzione delle minacce ibride e digitali che investono l’Italia e l’Europa.La guerra in Ucraina resta lo scenario da cui originano molte delle tensioni che ricadono anche sul dominio cyber, con Mosca che continua a utilizzare strumenti tecnologici e informativi come leve strategiche per destabilizzare i Paesi occidentali.Una parte rilevante della riunione è stata dedicata all’impiego sempre più aggressivo dei droni da parte della Russia, non solo in Ucraina ma anche con violazioni dello spazio aereo di Paesi NATO. Sebbene si tratti di operazioni prettamente militari, il Consiglio ha sottolineato come tali tecniche riflettano un salto di qualità nell’integrazione tra mezzi fisici e digitali, confermando la necessità di potenziare le capacità europee di innovazione e difesa tecnologica, in linea con quanto previsto dal Libro Bianco per la Difesa 2030.Il tema centrale sul fronte cyber è stato però l’aumento della minaccia ibrida. Il Consiglio ha riconosciuto che la Russia – insieme ad altri attori ostili – sta intensificando attività che spaziano dalla disinformazione alle interferenze nei processi democratici, sfruttando la velocità e l’ubiquità delle tecnologie digitali, oltre alle potenzialità dell’intelligenza artificiale per manipolare lo spazio cognitivo e costruire narrazioni polarizzanti.Sempre più frequenti sono anche le operazioni cyber dirette contro infrastrutture critiche italiane ed europee. Ospedali, reti energetiche, sistemi finanziari e piattaforme logistiche rientrano tra gli obiettivi più vulnerabili.L’obiettivo di questi attacchi è creare interruzioni, generare sfiducia nelle istituzioni e colpire la stabilità economica e sociale. Per questo, il Consiglio ha ribadito l’urgenza di rafforzare i meccanismi di difesa e coordinamento nazionale, in continuità con le iniziative già intraprese a livello UE e NATO.Accanto alle minacce digitali, il Consiglio ha evidenziato come nuovi domini – lo spazio e il sottosuolo marino – stiano rapidamente diventando aree chiave di competizione strategica. La protezione dei cavi sottomarini, dei satelliti e delle infrastrutture spaziali è ormai parte integrante della sicurezza cyber nazionale, poiché un attacco in questi ambiti avrebbe ricadute dirette sulle comunicazioni digitali e sui servizi essenziali.In chiusura, oltre ai rischi cyber e ibridi, il Consiglio ha espresso forte preoccupazione per le tensioni nei principali scenari di crisi globali – Ucraina, Medio Oriente, Libano, Sahel e Balcani – ricordando che ogni instabilità regionale si ripercuote anche sulla sicurezza informatica europea.Il messaggio finale è stato chiaro: l’Italia deve continuare a investire nella resilienza digitale e nella cooperazione internazionale, mantenendo alta la vigilanza su tutte le dimensioni della sicurezza contemporanea.L'articolo Il Consiglio Supremo di Difesa Italiano discute sulla minacce ibride e digitali in Italia e Europa proviene da Red Hot Cyber.
  • 0 Votes
    5 Posts
    4 Views
    Perché così possono lamentarsi per i verbali che arrivano"In situazioni di emergenza, il conducente può disattivare temporaneamente l'ISA premendo a fondo l'acceleratore."Se non me lo dicevi, neanche sapevo della sua esistenza: https://www.alvolante.it/da_sapere/tecnologia/cos-e-l-isa-e-come-funziona-obbligo-caratteristiche-sanzioni-396697@rivoluzioneurbanamobilita @bradipo
  • 0 Votes
    8 Posts
    5 Views
    @kaixin No, China isn't covered, at the moment