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L'anno scorso mi hanno regalato due voluminose matasse di lana rosa

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  • L'anno scorso mi hanno regalato due voluminose matasse di lana rosa.
    Io detesto il rosa.
    Ogni tanto tiro fuori ste due matasse e penso cosa potrei farci...meh...

    Il fatto è che il rosa è il colore dei miei che volevano farmi piacere il costume di carnevale da fatina (no, Zorro non puoi...va bene da damina spagnola allora? No, le damine spagnole non hanno la spada, però eh...non è rosa, guarda, è rosso).
    Il colore delle scarpine di vernice che bisognava tener bene perchè erano un regalo ma io non ero capace di tenerle bene (ma guarda la tua amica che non si comporta sempre da maschiaccio e tiene le scarpine pulite!).
    La collanina regalata alla comunione che ho finito per rompere per vedere se potevo usare le perline per fare altro.
    ..."e insomma mettiti questo e stai ferma porca miseria, chissà che per una volta non riesci a comportarti come una brava bambina".

    Insomma è il colore dell'obbligo di fare finta di essere qualcosa che non sono, non sarò mai, non riesco a fingere di essere a meno di non stare fermə e zittə come una statua.

    Nella mia esperienza essere non-binari è una cosa complicata da spiegare.
    Non sono un uomo, non ho mai voluto un corpo maschile, non è mai davvero stata una questione fisica, più una faccenda di reazioni, movimenti, modo di esprimersi, preferenze istintive.
    "Donna" non mi definisce.
    C'è tutto un insieme immateriale di modi di essere femmina (e no, non è una questione di stereotipi, è molto più profondo di così) che io non ho, non ce li ho, ma neanche li voglio e non li so fingere e ad un certo punto della vita ho capito che a forza di provare a fingerli, come se impersonassi un ruolo tutte le volte che uscivo di casa, mi stavo facendo del male.

    Il fatto che guardandomi la maggior parte delle persone si aspetta istintivamente un modo di essere rispetto al quale io sono e sarò sempre fuori sincrono, non è un mio problema da risolvere. Dal momento che non sto facendo del male a nessuno con la mia esistenza, sta agli altri accettarmi o meno.
    Infatti ho pochi amici, quelli a cui il mio "fuori sincrono" sta bene.

    ...

    E però fai l'uncinetto.
    Ecco, l'uncinetto è una cosa a cui sono arrivatə dopo tutto il percorso mentale di cui sopra.
    Personalmente credo che sia un po' una boiata distinguere attività maschili e attività femminili, quindi rifiutarmi di fare una cosa che mi piace perchè etichettata come femminile è scemo.
    L'uncinetto è una forma, spesso sottovalutata, di artigianato artistico che mi piace perchè mi permette di esprimere la mia creatività, che altrimenti è abbastanza repressa.
    Però so anche come si fa a collegare i fili elettrici al frutto di un interruttore e come montare una presa elettrica, volendo e non è mai terminato il mondo per la collisione di queste due abilità incompatibili.


    Nota:
    quando la nipote ha messo al mondo i due umani piccoli le ho regalato due coperte all'uncinetto fatte appositamente con tutti i colori dell'arcobaleno.

  • L'anno scorso mi hanno regalato due voluminose matasse di lana rosa.
    Io detesto il rosa.
    Ogni tanto tiro fuori ste due matasse e penso cosa potrei farci...meh...

    Il fatto è che il rosa è il colore dei miei che volevano farmi piacere il costume di carnevale da fatina (no, Zorro non puoi...va bene da damina spagnola allora? No, le damine spagnole non hanno la spada, però eh...non è rosa, guarda, è rosso).
    Il colore delle scarpine di vernice che bisognava tener bene perchè erano un regalo ma io non ero capace di tenerle bene (ma guarda la tua amica che non si comporta sempre da maschiaccio e tiene le scarpine pulite!).
    La collanina regalata alla comunione che ho finito per rompere per vedere se potevo usare le perline per fare altro.
    ..."e insomma mettiti questo e stai ferma porca miseria, chissà che per una volta non riesci a comportarti come una brava bambina".

    Insomma è il colore dell'obbligo di fare finta di essere qualcosa che non sono, non sarò mai, non riesco a fingere di essere a meno di non stare fermə e zittə come una statua.

    Nella mia esperienza essere non-binari è una cosa complicata da spiegare.
    Non sono un uomo, non ho mai voluto un corpo maschile, non è mai davvero stata una questione fisica, più una faccenda di reazioni, movimenti, modo di esprimersi, preferenze istintive.
    "Donna" non mi definisce.
    C'è tutto un insieme immateriale di modi di essere femmina (e no, non è una questione di stereotipi, è molto più profondo di così) che io non ho, non ce li ho, ma neanche li voglio e non li so fingere e ad un certo punto della vita ho capito che a forza di provare a fingerli, come se impersonassi un ruolo tutte le volte che uscivo di casa, mi stavo facendo del male.

    Il fatto che guardandomi la maggior parte delle persone si aspetta istintivamente un modo di essere rispetto al quale io sono e sarò sempre fuori sincrono, non è un mio problema da risolvere. Dal momento che non sto facendo del male a nessuno con la mia esistenza, sta agli altri accettarmi o meno.
    Infatti ho pochi amici, quelli a cui il mio "fuori sincrono" sta bene.

    ...

    E però fai l'uncinetto.
    Ecco, l'uncinetto è una cosa a cui sono arrivatə dopo tutto il percorso mentale di cui sopra.
    Personalmente credo che sia un po' una boiata distinguere attività maschili e attività femminili, quindi rifiutarmi di fare una cosa che mi piace perchè etichettata come femminile è scemo.
    L'uncinetto è una forma, spesso sottovalutata, di artigianato artistico che mi piace perchè mi permette di esprimere la mia creatività, che altrimenti è abbastanza repressa.
    Però so anche come si fa a collegare i fili elettrici al frutto di un interruttore e come montare una presa elettrica, volendo e non è mai terminato il mondo per la collisione di queste due abilità incompatibili.


    Nota:
    quando la nipote ha messo al mondo i due umani piccoli le ho regalato due coperte all'uncinetto fatte appositamente con tutti i colori dell'arcobaleno.

    La divisione rigida dei ruoli ha rotto il cazzo.

    Che sia colore dei vestiti o le attività dei bambini e grandi.

    E, da genitore, è difficile uscire dagli stereotipi, ma ci provo giorno per giorno.

    @ju dirò una banalità, ma vai benissimo come sei, o come vuoi essere. L'uncinetto è una forma di artigianato bellissimo e saper sistemare frutto dinjna presa elettrica, è essenziale, non è da maschi.

  • La divisione rigida dei ruoli ha rotto il cazzo.

    Che sia colore dei vestiti o le attività dei bambini e grandi.

    E, da genitore, è difficile uscire dagli stereotipi, ma ci provo giorno per giorno.

    @ju dirò una banalità, ma vai benissimo come sei, o come vuoi essere. L'uncinetto è una forma di artigianato bellissimo e saper sistemare frutto dinjna presa elettrica, è essenziale, non è da maschi.

    @lgsp @ju una volta, tanto tempo fa, quando facevo le medie (fine anni sessanta) c'era una materia che si chiamava "applicazioni tecniche" (quella che poi era diventata "educazione tecnica") e che era divisa in maschile e femminile, come la ginnastica. Noi maschietti facevamo disegno tecnico, ci facevano segare e piallare il legno e cose così, le femminucce non mi ricordo più cosa facessero ma roba tipo rammendo e uncinetto...

  • @lgsp @ju una volta, tanto tempo fa, quando facevo le medie (fine anni sessanta) c'era una materia che si chiamava "applicazioni tecniche" (quella che poi era diventata "educazione tecnica") e che era divisa in maschile e femminile, come la ginnastica. Noi maschietti facevamo disegno tecnico, ci facevano segare e piallare il legno e cose così, le femminucce non mi ricordo più cosa facessero ma roba tipo rammendo e uncinetto...

    @marcoboh @lgsp @ju io sono stata fortunata. Ai miei tempi si chiamava già educazione tecnica, ci dividevano i due gruppi solo perché i laboratori erano piccoli, perché poi erano gruppi misti e tutti facevano le stesse cose. Io ricordo un quadretto di legno con il tangram e una tavola di compensato con i circuiti elettrici. Ricordo anche che io quella tavoletta volevo farla con un relé (già allora mi piacevano le cose difficili)

  • @marcoboh @lgsp @ju io sono stata fortunata. Ai miei tempi si chiamava già educazione tecnica, ci dividevano i due gruppi solo perché i laboratori erano piccoli, perché poi erano gruppi misti e tutti facevano le stesse cose. Io ricordo un quadretto di legno con il tangram e una tavola di compensato con i circuiti elettrici. Ricordo anche che io quella tavoletta volevo farla con un relé (già allora mi piacevano le cose difficili)

    @sabrinaweb71 @marcoboh @lgsp @ju
    E però a leggere queste storie penso che ne abbiamo fatta di strada!
    Adesso che crescere i bambini tocca a me:
    'Ma mamma, è da femmine/maschi!' ' Uh che pizza te co 'sti maschi e femmine.. Se una cosa ti piace, ti piace. E poi, maschi, femmine, che sarà mai, chi se ne importa'.
    Quando a scuola si ripassa la lezione di storia, sostituisco 'uomini' con 'esseri umani' e via.
    Ma quanto tempo bruciavano i nostri antenati appresso a queste idiozie?


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