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Gaza: archivio di assenze

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  • Gaza: archivio di assenze

    I resti di un martire non identificato sono stati ritrovati in via Al-Samouni, a sud di Al-Zaytoun.
    Era lì da mesi. Solo, contorto, dimenticato.
    Un corpo che non chiedeva nulla, se non essere contato.
    Migliaia come lui restano sotto la polvere — invisibili, muti, dissolti nel calore e nel silenzio del mondo.

    Gaza è un archivio di assenze, un sistema anagrafico sepolto sotto la pulizia etnica della Palestina.
    I numeri ufficiali non raccontano i morti: li censurano.
    Uno studio su The Lancet parla di 64 260 morti per trauma, il 40 % in più dei dati ministeriali.
    Ma è solo la parte visibile: il resto è sotto terra, negli ospedali distrutti, nei registri bruciati, nei telefoni che non squillano più.

    Le proiezioni mediche (Johns Hopkins, LSHTM) stimano oltre 180 000 morti già a metà 2024.
    Le stime demografiche più recenti parlano di 350–400 000 persone scomparse: non “disperse” — cancellate.

    Il 78 % degli edifici è in rovina.
    Oltre 10 000 corpi restano imprigionati sotto le macerie.
    I dati del Ministero non sono gonfiati da Hamas, ma mutilati dal silenzio: contano solo ciò che si riesce a scavare.

    Sotto le macerie ci sono tutti — i non registrati, i non riconosciuti, i non sepolti.
    Il resto del mondo li chiama “dati mancanti”.
    Gaza li chiama figli.
    Vincenzo Jri Fullone


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