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Le star di internet devono molto a Jane Birkin | Rolling Stone Italia

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Gli ultimi otto messaggi ricevuti dalla Federazione
  • @s_wilson e al portogallo! (Chiaramente in minuscolo)

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  • @brenttoderian.bsky.social ma in Italia fidioti al governo

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  • @Tarnport

    Have you double check this information? Because I'd never heard about a devil/witch in the presepe.

    I'll also double check on my side because both my parents and my grandparents were from Benevento, which is known as "the city of witches" but I discovered that only ten years ago. Just to say that my family wasn't so good at telling me about witches 😁

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  • Pulcinoelefante: la più piccola casa editrice d’Italia che stampa meraviglie

    Lui è Alberto Casiraghy, nato nel 1962 ad Osnago, in provincia di Lecco, e la sua casa editrice si chiama proprio Pulcinoelefante … https://cctm.website/pulcinoelefante-italia-2/

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  • @mau sono sorpreso dal fatto che fosse una novità per te, ma https://xkcd.com/1053/

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  • @matz prima del concerto

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  • prova
    @matz

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  • A volte, pur di lanciare l'esca sulla pozza giusta ci si deve adattare a uno spazio angusto.

    Nel mondo alieutico dulcicolo quasi tutti concordano che la pesca a mosca sia un’arte, in cui la tecnica di lancio è finalizzata alla posa di un piccolo e leggero artificiale (la “mosca”) costituito da un sottile amo, peli, piume e fili, tutti più o meno colorati. E la costruzione di queste imitazioni di esserini volanti sulle acque che rappresenta la parte più artistica, in cui le conoscenze entomologiche sono solo la base su cui l’estro del Fly tyier (termine anglofono che indica il costruttore di mosche) si esalta. Sono tornato ancora una volta al confine tra Lombardia e Svizzera per apprendere i primi rudimenti di questa forma d’arte, il Fly tying, guidato da creatività e abili mani di Cristian Sechi, ormai provetto costruttore di ogni tipologia di mosche, dalle leggiadre secche alle ninfe dorate, dai “terrestrial” ai grossi streamer. La sfida è questa: devo costruire la mia prima mosca secca che sia esteticamente valida, bilanciata in acqua, ammaliante per i pesci e, soprattutto, resistente agli attacchi delle fameliche trote settembrine, che si preparano alla imminente riproduzione cercando di accumulare grassi e proteine.

    Royal Wulff - La mosca scelta è l’imitazione di una effimera nota come Royal Wulff. Cristian “imbandisce” il tavolo da lavoro allestendo l’attrezzatura in doppio: lo scopo è fare il dressing della Royal Wulff, che verrà portata l’indomani sul campo per verificarne l’efficacia. In breve tempo mi trovo un morsetto di fronte e tutta una serie di tool che servono a preparare ad arte una mosca. E infine la “creta” con cui il Fly tyier crea: peli, piume, penne, fili colorati e tanto altro. Cristian mi fa un tutorial personalizzato, con tanta pazienza poiché ancora ho difficoltà nel gestire i mille attrezzi, trovare le tensioni giuste dei fili, scegliere, tagliare e rifilare la corretta quantità di materiale. Ma sono determinato e, alla fine, riesco nella costruzione della mia prima Royal Wulff. 

    Livree coloratissime e diverse di due trote fario.

    A pesca - Ed eccoci, il giorno dopo, tra le Prealpi Lombarde, a mettere alla prova la Royal Wulff. Le canne 7'6, caricate con coda DT #3 e terminate da un finale conico 0.13 cominciano il volteggio e Cristian inizia a portare a guadino le sue prime catture. Io invece tardo un po’ a entrare nel mood, rapito dalla bellezza che mi circonda, ma anche appagato dal comportamento della “mia” mosca in acqua: galleggia alla perfezione, rimane in posa corretta, sembra veramente un’effimera caduta nelle limpide e tumultuose acque torrentizie, spinta da folate di vento che le sue ali delicate non riescono a contrastare a lungo. E finalmente iniziano le mie coloratissime trote fario. Quasi mai rifiuti (segno che la Royal Wulff piace!), ma anche tanti pesci persi, causa ferrate con troppo anticipo - la smania della trota che sale sulla mosca accelera i battiti e fa salire i livelli di adrenalina - o con troppo ritardo - lo confesso ogni tanto butto lo sguardo e osservo Cristian far volare la coda con precisione, pescare una trota dopo l’altra e poi slamarla e liberarla con tanta gentilezza, spesso senza fissare il ricordo di questi variopinti salmonidi in uno scatto, per lasciarli fuori dal loro ambiente il meno possibile. 

    Cristian Sechi e Marco Casu mostrano due fari selvatiche catturate con le Royal Wulff.

    Ambiente - La giornata di pesca termina con un gran numero di fario, ma anche con diverse foto di creature che popolano il bosco, anche questo una forma di C&R fatto di catture di immagini e rispetto per la natura. I miei studi naturalistici e la mia professione attuale mi portano a pensare che un pescatore debba volgere la sua attenzione non solo alle acque, ma anche all’ambiente che le circonda, la cui salvaguardia e rispetto fornisce linfa vitale ai pesci che quelle acque abitano. Durante il lungo tratto che ci separa dall’auto (una quindicina di chilometri) io e Cristian, ormai stanchi, ci scambiamo opinioni sulla sessione di pesca e pensiamo già alla prossima uscita a trote programmata per l’apertura, quando spero di essere entrato a far parte dei “veri” Fly tyier. Ho tutto un inverno per imparare. L’ultimo pensiero va alla mia Royal Wulff che, da buona effimera, nasce oggi e muore domani. In questo caso il suo dovere lo ha compiuto, non doveva riprodursi come le vere effimere, ma doveva resistere almeno una giornata, rimanere in pesca al meglio delle sue possibilità anche negli ultimi lanci, quando aveva perso parte del suo dressing, afferrata troppe volte dalle fauci delle trote, provviste di affilati dentini anche sulla lingua, o malamente “dragata” dalla corrente quando non riuscivo rapidamente a fare un mending. Parafrasando un noto aforisma, la prima effimera non si scorda mai!  

    L'autore impegnato nelle fasi iniziali della costruzione dell'effimera. La Royal Wulff ormai completata e pronta per il battesimo.

    I materiali - di Cristian Sechi.

    Questa mosca da caccia è stata creata negli anni Trenta del secolo scorso dal notissimo pescatore e Fly tyier USA Lee Wulff. Alla “ricetta” originale ho apportato nel tempo alcune lievi modifiche, che però non ne hanno snaturato dressing e funzionamento.  In questo caso io e Marco abbiamo usato un amo dritto barbless del 12, filo di montaggio 50 den. Dopo aver fatto una base di filo sull’amo abbiamo costruito subito la coda, in cervo marrone. Siamo poi passati a formare le ali, in cervo bianco (mentre Wulff usava coda di vitello bianco). La parte più complicata è preparare il corpo, fatto da due delicate piume di pavone e da floss rosso, che crea il contrasto cromatico caratteristico di questa effimera. Infine, abbiamo costruito le zampe e il torace con una hackles di gallo marrone (normalmente se ne usano due). Si chiude tutto con un paio di nodi sull’occhiello e si maschera il filo bianco con un paio di tocchi di pennarello indelebile nero. La Royal Wulff è pronta, senza una goccia di colla!

    In natura - di Marco Casu

    Le effimere sono Esapodi primitivi provvisti di quattro ali e hanno dimensioni comprese tra mm 5 e 20. Sono caratterizzate dalla presenza 2 o 3 lunghi cerci addominali. Sono insetti legati alle acque dolci, dove conducono tutto il loro ciclo vitale. Le ninfe conducono vita subacquea, sono predatrici e respirano attraverso espansioni esterne dette pseudobranchie. Le neanidi sono invece detritivore. L’adulto alato (subimago) appena sfarfallato non ha le gonadi ancora sviluppate. Un’ulteriore muta originerà un individuo riproduttivo che non possiede apparato boccale: esso non si alimenta e vive molto poco, spesso meno di una giornata (da cui il nome “effimera”). Questa breve vita porta ad uno sfarfallamento sincronizzato, ciò che scatena la frenesia alimentare di molti pesci. Gli appassionati di pesca mosca conoscono tutte queste fasi e chiamano le imitazioni con nomi inglesi: nymph (la ninfa), emerging dun e dun (la neanide), spinner (l’adulto volante) e spent (l’adulto moribondo o morto che galleggia sull’acque).

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