Ho CHIUSO con Google. La mia degooglizzazione
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🔥 PewDiePie dichiara guerra a Google. E lo fa sul serio.
Niente lamentele vuote, niente slogan: open source, self-hosting e autonomia digitale.
Con ironia nerd e competenza tecnica, una delle figure più influenti di YouTube racconta il suo percorso di degooglizzazione totale.In questo nuovo video — metà sfogo sulla privacy, metà guida pratica — PewDiePie mostra quali servizi Google ha abbandonato, con cosa li ha sostituiti e perché oggi si sente più libero.
Dal dire addio a Gmail passando a un dominio email personale, fino a trasformare una Steam Deck in un server privato, è uno dei racconti più divertenti e potenti sull’autodeterminazione digitale visti quest’anno.
👇 Vediamo cosa ha fatto e perché è importante.
❌ Non è solo odio per la pubblicità
PewDiePie spiega chiaramente perché ha rotto con Google:
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Privacy
“Perché ho la sensazione di essere io il prodotto?”
Come milioni di persone, è stanco della raccolta dati senza controllo. -
Controllo
Google decide cosa puoi fare con i tuoi dati. E questo non è accettabile. -
Costi
“Pagare 20 dollari l’anno per 100GB? No grazie.”
Paghi, ma continui a essere profilato. -
Divertimento (sì, davvero)
Gestire i propri servizi è una forma di libertà.“È come uscire finalmente dalla Matrix.”
🔄 Cosa ha sostituito (e con cosa)
Non si è limitato a disinstallare Chrome.
Ha ricostruito tutta la sua vita digitale, pezzo per pezzo.Servizio Google Alternativa scelta Ricerca DuckDuckGo (menziona anche Brave) Browser Firefox Email Dominio personale + email auto-ospitata Sistema operativo GrapheneOS su Pixel 9 Password Vaultwarden (self-hosted) Note Joplin (auto-ospitato) Cloud FileBrowser + script SSH AI LLM locale (Mixtral) Documenti / Calendario Nextcloud Mappe Ancora un problema aperto 👉 Google è ovunque, i suoi tentacoli arrivano in ogni angolo della nostra vita digitale.
Se sei online, Google probabilmente sa cosa stai facendo.
🌐 Perché questo video conta davvero
Negli ultimi due anni Google ha:
- distrutto migliaia di editori con i cambiamenti nella ricerca
- spinto l’AI ovunque senza consenso
- normalizzato la sorveglianza come “servizio”
Per molti è diventato il nemico numero uno del web aperto.
PewDiePie usa la sua visibilità per svegliare le persone:
Google pensa di essere il web.
Ma il web non è di Google.
🖥️ Il suo setup self-hosted (sì, è reale)
Hardware:
- Raspberry Pi 5
- Steam Deck (davvero)
Servizi:
- Vaultwarden
- Joplin
- FileBrowser
- Nextcloud
Sicurezza:
- Dominio personalizzato
- Tailscale VPN
- Fail2Ban
- Zero Trust
🧠 Non è solo privacy. È autonomia.
Il messaggio è chiaro:
👉 Non sei obbligato ad accettare le regole delle Big Tech.Sì, nel video ci sono battute e cappelli di stagnola.
Ma il punto è serissimo.
🤡 È ancora su YouTube (per ora)
La contraddizione è evidente, e lui lo sa.
Ma la definisce una scelta tattica, non ideologica.
TL;DR
- Non è paranoia
- Non è estremismo
- È consapevolezza digitale
📢 Se anche una persona come PewDiePie dice “Ho chiuso con Google”,forse è il momento di farsi due domande.
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undefined g3rt@mastodon.uno shared this topic
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🔥 PewDiePie dichiara guerra a Google. E lo fa sul serio.
Niente lamentele vuote, niente slogan: open source, self-hosting e autonomia digitale.
Con ironia nerd e competenza tecnica, una delle figure più influenti di YouTube racconta il suo percorso di degooglizzazione totale.In questo nuovo video — metà sfogo sulla privacy, metà guida pratica — PewDiePie mostra quali servizi Google ha abbandonato, con cosa li ha sostituiti e perché oggi si sente più libero.
Dal dire addio a Gmail passando a un dominio email personale, fino a trasformare una Steam Deck in un server privato, è uno dei racconti più divertenti e potenti sull’autodeterminazione digitale visti quest’anno.
👇 Vediamo cosa ha fatto e perché è importante.
❌ Non è solo odio per la pubblicità
PewDiePie spiega chiaramente perché ha rotto con Google:
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Privacy
“Perché ho la sensazione di essere io il prodotto?”
Come milioni di persone, è stanco della raccolta dati senza controllo. -
Controllo
Google decide cosa puoi fare con i tuoi dati. E questo non è accettabile. -
Costi
“Pagare 20 dollari l’anno per 100GB? No grazie.”
Paghi, ma continui a essere profilato. -
Divertimento (sì, davvero)
Gestire i propri servizi è una forma di libertà.“È come uscire finalmente dalla Matrix.”
🔄 Cosa ha sostituito (e con cosa)
Non si è limitato a disinstallare Chrome.
Ha ricostruito tutta la sua vita digitale, pezzo per pezzo.Servizio Google Alternativa scelta Ricerca DuckDuckGo (menziona anche Brave) Browser Firefox Email Dominio personale + email auto-ospitata Sistema operativo GrapheneOS su Pixel 9 Password Vaultwarden (self-hosted) Note Joplin (auto-ospitato) Cloud FileBrowser + script SSH AI LLM locale (Mixtral) Documenti / Calendario Nextcloud Mappe Ancora un problema aperto 👉 Google è ovunque, i suoi tentacoli arrivano in ogni angolo della nostra vita digitale.
Se sei online, Google probabilmente sa cosa stai facendo.
🌐 Perché questo video conta davvero
Negli ultimi due anni Google ha:
- distrutto migliaia di editori con i cambiamenti nella ricerca
- spinto l’AI ovunque senza consenso
- normalizzato la sorveglianza come “servizio”
Per molti è diventato il nemico numero uno del web aperto.
PewDiePie usa la sua visibilità per svegliare le persone:
Google pensa di essere il web.
Ma il web non è di Google.
🖥️ Il suo setup self-hosted (sì, è reale)
Hardware:
- Raspberry Pi 5
- Steam Deck (davvero)
Servizi:
- Vaultwarden
- Joplin
- FileBrowser
- Nextcloud
Sicurezza:
- Dominio personalizzato
- Tailscale VPN
- Fail2Ban
- Zero Trust
🧠 Non è solo privacy. È autonomia.
Il messaggio è chiaro:
👉 Non sei obbligato ad accettare le regole delle Big Tech.Sì, nel video ci sono battute e cappelli di stagnola.
Ma il punto è serissimo.
🤡 È ancora su YouTube (per ora)
La contraddizione è evidente, e lui lo sa.
Ma la definisce una scelta tattica, non ideologica.
TL;DR
- Non è paranoia
- Non è estremismo
- È consapevolezza digitale
📢 Se anche una persona come PewDiePie dice “Ho chiuso con Google”,forse è il momento di farsi due domande.
@filippodb bellissima idea, chissà che il prossimo non sia io!
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