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Se volete regalare una stilo a Natale....

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  • Se volete regalare una stilo a Natale....

    Piccola nota sulle stilografiche.

    Funzione di una stilografica è scrivere (doh!). E le stilo scrivono con il pennino. L'inchiostro non sversa fuori grazie ai principi della fisica e per capillarità, quando a contatto con la carta, scrive. Ma cosa differenzia la stilo dalla biro ? La comodità di scrittura. Un pennino ben realizzato scivola sulla carta senza attrito alcuno e soprattutto senza bisogno di pressionecon la mano (anzi è deleteria con la stilo). Se scrivete 10 righe non c'è differenza, ma se scrivete pagine e pagine la mano si affatica decisamente meno.
    E qui c'è l'inghippo....
    Sia che voi spendiate 5 eur per una ultra economica(in gnerale sconsiglio), che ne spendiate 3.000,00 per una costosissima edizione limita da Ing.Dott.Cav.MegaConte (se proprio ci tenete...), il pennino potrebbe non essere così perfetto e scrivere maluccio !
    Perchè ? Oltre ai controlli qualità (e credetemi che anche ditte serisseme
    ogni tanto toppano) c'è il fatto che ognuno impugna la penna a modo suo.
    La inclina a modo suo quando scrive ecc.
    Ora la punta del pennino è una simil sferetta, in iridio sui pennini acciaio, in oro su quelli in oro. Per questo problema la differenza acciaio/oro non è molto rilevante, al pari del costo.
    Dunque il pennino magari è stato creato e testato per scrivere ad un'angolazione standard con mano destra, mentre voi magari siete mancini e inclinate troppo poco, o troppo, la penna. E allora (la punta del) pennino, che non è stato lucidato a specchio a 360 gradi sferici, potrebbe per voi toccare il foglio in punti ove non è perfetto. Poi la passate a un destrimane che inclina normalmente e la penna è megnifica, la riprendete voi e gratta, si impunta ecc. Tenete presente che la punta del pennino ha spessori ridicoli, decimi di mm, ed inoltre è calibrata per lasciare un tratto Extra fine, o magari larghissimo ecc.

    01 - segue

  • Se volete regalare una stilo a Natale....

    Piccola nota sulle stilografiche.

    Funzione di una stilografica è scrivere (doh!). E le stilo scrivono con il pennino. L'inchiostro non sversa fuori grazie ai principi della fisica e per capillarità, quando a contatto con la carta, scrive. Ma cosa differenzia la stilo dalla biro ? La comodità di scrittura. Un pennino ben realizzato scivola sulla carta senza attrito alcuno e soprattutto senza bisogno di pressionecon la mano (anzi è deleteria con la stilo). Se scrivete 10 righe non c'è differenza, ma se scrivete pagine e pagine la mano si affatica decisamente meno.
    E qui c'è l'inghippo....
    Sia che voi spendiate 5 eur per una ultra economica(in gnerale sconsiglio), che ne spendiate 3.000,00 per una costosissima edizione limita da Ing.Dott.Cav.MegaConte (se proprio ci tenete...), il pennino potrebbe non essere così perfetto e scrivere maluccio !
    Perchè ? Oltre ai controlli qualità (e credetemi che anche ditte serisseme
    ogni tanto toppano) c'è il fatto che ognuno impugna la penna a modo suo.
    La inclina a modo suo quando scrive ecc.
    Ora la punta del pennino è una simil sferetta, in iridio sui pennini acciaio, in oro su quelli in oro. Per questo problema la differenza acciaio/oro non è molto rilevante, al pari del costo.
    Dunque il pennino magari è stato creato e testato per scrivere ad un'angolazione standard con mano destra, mentre voi magari siete mancini e inclinate troppo poco, o troppo, la penna. E allora (la punta del) pennino, che non è stato lucidato a specchio a 360 gradi sferici, potrebbe per voi toccare il foglio in punti ove non è perfetto. Poi la passate a un destrimane che inclina normalmente e la penna è megnifica, la riprendete voi e gratta, si impunta ecc. Tenete presente che la punta del pennino ha spessori ridicoli, decimi di mm, ed inoltre è calibrata per lasciare un tratto Extra fine, o magari larghissimo ecc.

    01 - segue

    @andre123 c'è da dire che io ho sentito meno gente lamentarsi del controllo qualità del pennino delle stilografiche di marca da 5 euro che non di quelle, altrettanto di marca da svariate centinaia

    (le cinesate comprate direttamente dalla cina sono una storia diversa, lì mi risulta che sia una cosa tipo “costano un euro l'una, ne compri 5 e hai una penna funzionante”. non è il mio ideale)

    la mia ipotesi è che le penne di marca da 5 euro siano vendute a gente che scrive e scrive tanto, e devono funzionare, mentre quelle da svariate centinaia, soprattutto di *certe* marche, abbiano come target i regali importanti fatti a persone che si sa già che terranno la penna nel cassetto.

    ammetto che la penna di plasticaccia da 5 euro, per quanto eccellente come strumento di scrittura, non sia un gran regalo di natale però :D

  • @andre123 c'è da dire che io ho sentito meno gente lamentarsi del controllo qualità del pennino delle stilografiche di marca da 5 euro che non di quelle, altrettanto di marca da svariate centinaia

    (le cinesate comprate direttamente dalla cina sono una storia diversa, lì mi risulta che sia una cosa tipo “costano un euro l'una, ne compri 5 e hai una penna funzionante”. non è il mio ideale)

    la mia ipotesi è che le penne di marca da 5 euro siano vendute a gente che scrive e scrive tanto, e devono funzionare, mentre quelle da svariate centinaia, soprattutto di *certe* marche, abbiano come target i regali importanti fatti a persone che si sa già che terranno la penna nel cassetto.

    ammetto che la penna di plasticaccia da 5 euro, per quanto eccellente come strumento di scrittura, non sia un gran regalo di natale però :D

    @valhalla

    Allora... ultra economiche da 5 eur ...ho delle Carioca (chi ricorda il marchio torinese?) prese all'Iper in saldo a 2 eur l'una (!!). orrende, ma scrivono bene. e se le perdo in giro chissenefrega...
    Non tutte eh... ma la maggior parte sì.

    Penna da centinaia di eur....quando ne trovo a prezzi di super saldo in asta alle tre del mattino qualcuna l'ho presa negli anni passati.... Dipende dalle marche.... Ho notato che Pelikan, Leonardo Officina Italiana, Visconti e (spesso) MB raramente fan schifezze. Anche se "barano", danno il meglio su pennini M e B, più grandicelli e dunque più facili da sistemare, da lavorare.

    Le giapponesi hanno pennini fantastici di solito...ma scrivono sottilissimo. A me piace essendo mancino, ma molti vogliono la penna a tratto spesso che naviga sull'inchiostro....

    Cinesi, nella mia esperienza, ci sono adesso tre o quattro marchi che son migliorati moltissimo. E infatti costicchiano sui 30/50 eur a seconda del modello (prima del covid 10/20 eur). . Quelle di solito sono fatte molto bene, scrivono bene assai spesso e francamente materiali e qualità spesso sono pari a quelli di penne da svariate centinaia. Peccano però di fantastia e ancora copiano di brutto eh...

    Consiglio: state su qualcosa di medio se volete far un regalo a chi poi ci scriverà con la penna (dai dintorni di 50 fino a 150/200 se avete da scialare...). Parlo di nuovo in negozio a prezzo di listino eh.

    Purtroppo prima del covid avrei scritto dai dintorni di 30 fino ai 120 eur circa 😐

  • @valhalla

    Allora... ultra economiche da 5 eur ...ho delle Carioca (chi ricorda il marchio torinese?) prese all'Iper in saldo a 2 eur l'una (!!). orrende, ma scrivono bene. e se le perdo in giro chissenefrega...
    Non tutte eh... ma la maggior parte sì.

    Penna da centinaia di eur....quando ne trovo a prezzi di super saldo in asta alle tre del mattino qualcuna l'ho presa negli anni passati.... Dipende dalle marche.... Ho notato che Pelikan, Leonardo Officina Italiana, Visconti e (spesso) MB raramente fan schifezze. Anche se "barano", danno il meglio su pennini M e B, più grandicelli e dunque più facili da sistemare, da lavorare.

    Le giapponesi hanno pennini fantastici di solito...ma scrivono sottilissimo. A me piace essendo mancino, ma molti vogliono la penna a tratto spesso che naviga sull'inchiostro....

    Cinesi, nella mia esperienza, ci sono adesso tre o quattro marchi che son migliorati moltissimo. E infatti costicchiano sui 30/50 eur a seconda del modello (prima del covid 10/20 eur). . Quelle di solito sono fatte molto bene, scrivono bene assai spesso e francamente materiali e qualità spesso sono pari a quelli di penne da svariate centinaia. Peccano però di fantastia e ancora copiano di brutto eh...

    Consiglio: state su qualcosa di medio se volete far un regalo a chi poi ci scriverà con la penna (dai dintorni di 50 fino a 150/200 se avete da scialare...). Parlo di nuovo in negozio a prezzo di listino eh.

    Purtroppo prima del covid avrei scritto dai dintorni di 30 fino ai 120 eur circa 😐

    @andre123 come economiche da 5 euro per eccellenza pensavo alle preppy, appunto giapponesi, fantastiche come tenuta del tappo, che riescono a fare pennini extrafini quasi davvero extrafini¹ e che non perdono un colpo. Ma sono indubbiamente brutte, non adatte come regalo

    e sì, se si ha a che fare con gente strana che vuole i pennarelli le giapponesi non vanno bene :D

    ¹ il mio standard di finezza sono quelli da intinzione :D ho le pretese :D

  • @andre123 come economiche da 5 euro per eccellenza pensavo alle preppy, appunto giapponesi, fantastiche come tenuta del tappo, che riescono a fare pennini extrafini quasi davvero extrafini¹ e che non perdono un colpo. Ma sono indubbiamente brutte, non adatte come regalo

    e sì, se si ha a che fare con gente strana che vuole i pennarelli le giapponesi non vanno bene :D

    ¹ il mio standard di finezza sono quelli da intinzione :D ho le pretese :D

    @valhalla Così fine ho una Platinum Century UEF..... temevo grattasse come una dannata e invece....fluida e pacifica e scrive super sottilissimo. Il che inoltre, essendo a converter, è un vantaggio visto che non finisci l'inchiostro in un batter d'occhio.

    Ecco le Carioca che ho preso hanno look preppy e pennino in stile Lamy....orrende, ma....cavolo quasi tutte van bene. Ne ho prese ben cinque per 10 eur, temendo facessero pietà, ma adesso ne ho in box, nel cassetto in cucina, sul comodino ecc.
    Tratto EF decente tra l'altro.

    L'intinzione è un mondo in cui ancora non mi sono avventurato....

  • @andre123 come economiche da 5 euro per eccellenza pensavo alle preppy, appunto giapponesi, fantastiche come tenuta del tappo, che riescono a fare pennini extrafini quasi davvero extrafini¹ e che non perdono un colpo. Ma sono indubbiamente brutte, non adatte come regalo

    e sì, se si ha a che fare con gente strana che vuole i pennarelli le giapponesi non vanno bene :D

    ¹ il mio standard di finezza sono quelli da intinzione :D ho le pretese :D

    @andre123 per i regali aggiungerei un consiglio: prima di regalare una stilografica indagate su come il destinatario preferisce scrivere: regalare un pennarello a chi scrive microfilm, o uno spillo a chi vuole vedere il colore dell'inchiostro che usa, sono buoni metodi per rischiare che la penna finisca nel cassetto.

    Le opinioni forti sulle dimensioni delle penne invece credo che siano una cosa più da chi già usa le stilografiche (o da chi ha problemi di varia natura alle mani), però nel dubbio eviterei le misure estreme e starei più sulle vie di mezzo, sempre per evitare il cassetto.

  • @valhalla Così fine ho una Platinum Century UEF..... temevo grattasse come una dannata e invece....fluida e pacifica e scrive super sottilissimo. Il che inoltre, essendo a converter, è un vantaggio visto che non finisci l'inchiostro in un batter d'occhio.

    Ecco le Carioca che ho preso hanno look preppy e pennino in stile Lamy....orrende, ma....cavolo quasi tutte van bene. Ne ho prese ben cinque per 10 eur, temendo facessero pietà, ma adesso ne ho in box, nel cassetto in cucina, sul comodino ecc.
    Tratto EF decente tra l'altro.

    L'intinzione è un mondo in cui ancora non mi sono avventurato....

    @andre123 il bello dell'intinzione è poter cambiare inchiostro ogni volta che si vuole, senza dover arrivare alla fine della ricarica / inchiostrare una nuova penna

    e poter scrivere con tratti diversi per pochi soldi (un pennino di solito costa un paio di euro, facile arrivare ad averne *cough* qualche dozzina)

    ed è più facile trovare cose estreme, tipo extrafini che sono davvero una punta spillo o anche meno, flessibili che sono superflessibili (entrambi questi casi hanno lo svantaggio che dopo un po' — si parla di anni, o almeno mesi se li si usa *intensamente* tutti i giorni) si consumano, il che probabilmente è il motivo per cui nelle stilografiche non li mettono)

    o all'altro estremo punte speciali larghe anche 5 mm (queste credo che in stilografica non le facciano perché hanno una forma diversa e non so se funzionerebbe l'alimentatore)

  • @valhalla Così fine ho una Platinum Century UEF..... temevo grattasse come una dannata e invece....fluida e pacifica e scrive super sottilissimo. Il che inoltre, essendo a converter, è un vantaggio visto che non finisci l'inchiostro in un batter d'occhio.

    Ecco le Carioca che ho preso hanno look preppy e pennino in stile Lamy....orrende, ma....cavolo quasi tutte van bene. Ne ho prese ben cinque per 10 eur, temendo facessero pietà, ma adesso ne ho in box, nel cassetto in cucina, sul comodino ecc.
    Tratto EF decente tra l'altro.

    L'intinzione è un mondo in cui ancora non mi sono avventurato....

    @andre123 il vero dramma degli extrafini è che si consuma pochissimo inchiostro, e non si ha la scusa per comprarne di nuovi, altroche :D

    delle Carioca invece avevo sentito parlare bene, nella categoria ultraeconomica — d'altra parte credo che anche loro abbiano come target principale i bambini delle scuole tedesche, per cui devono funzionare senza se ne ma, e resistere anche a qualche maltrattamento

  • @andre123 il bello dell'intinzione è poter cambiare inchiostro ogni volta che si vuole, senza dover arrivare alla fine della ricarica / inchiostrare una nuova penna

    e poter scrivere con tratti diversi per pochi soldi (un pennino di solito costa un paio di euro, facile arrivare ad averne *cough* qualche dozzina)

    ed è più facile trovare cose estreme, tipo extrafini che sono davvero una punta spillo o anche meno, flessibili che sono superflessibili (entrambi questi casi hanno lo svantaggio che dopo un po' — si parla di anni, o almeno mesi se li si usa *intensamente* tutti i giorni) si consumano, il che probabilmente è il motivo per cui nelle stilografiche non li mettono)

    o all'altro estremo punte speciali larghe anche 5 mm (queste credo che in stilografica non le facciano perché hanno una forma diversa e non so se funzionerebbe l'alimentatore)

    @andre123 ah, e poter usare inchiostri speciali senza la minima preoccupazione che qualcosa si intasi o non si riesca a pulire

    tipo quelli bianchi

    o quelli con i luccichini dentro (shimmering)

    o le chine in generale

    o usare gli acquarelli come inchiostro

  • @andre123 ah, e poter usare inchiostri speciali senza la minima preoccupazione che qualcosa si intasi o non si riesca a pulire

    tipo quelli bianchi

    o quelli con i luccichini dentro (shimmering)

    o le chine in generale

    o usare gli acquarelli come inchiostro

    @valhalla @andre123

    O volendo fare cose estreme anche il ketchup.

  • @valhalla @andre123

    O volendo fare cose estreme anche il ketchup.

    @GustavinoBevilacqua @andre123 il pennino non ha problemi

    sulla persona che lo fa, se non è per precise ragioni artistiche, non mi pronuncio :D

  • @valhalla @andre123

    O volendo fare cose estreme anche il ketchup.

    @GustavinoBevilacqua @valhalla

    Ah sì....e senape, sughetto dell'arrosto, pesto alla genovese.... 😂
    Poi però i fogli me li mangio🤣

  • @GustavinoBevilacqua @valhalla

    Ah sì....e senape, sughetto dell'arrosto, pesto alla genovese.... 😂
    Poi però i fogli me li mangio🤣

    @andre123 @GustavinoBevilacqua su della bella carta di riso, quella che usano per fare il sushi colorato

    però userei un pennino nuovo, e lo pulirei bene prima e dopo l'uso, ecco :D

  • oblomov@sociale.networkundefined oblomov@sociale.network shared this topic

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    Hackaday Links: December 7, 2025We stumbled upon a story this week that really raised our eyebrows and made us wonder if we were missing something. The gist of the story is that U.S. Secretary of Energy Chris Wright, who has degrees in both electrical and mechanical engineering, has floated the idea of using the nation’s fleet of emergency backup generators to reduce the need to build the dozens of new power plants needed to fuel the AI data center building binge. The full story looks to be a Bloomberg exclusive and thus behind a paywall — hey, you don’t get to be a centibillionaire by giving stuff away, you know — so we might be missing some vital details, but this sounds pretty stupid to us.First of all, saying that 35 gigawatts of generation capacity sits behind the big diesel and natural gas-powered generators tucked behind every Home Depot and Walmart in the land might be technically true, but it seems to ignore the fact that backup generators aren’t engineered to run continuously. In our experience, even the best backup generators are only good for a week or two of continuous operation before something — usually the brushes — gives up the ghost. That’s perfectly acceptable for something that is designed to be operated only a few times a year, and maybe for three or four days tops before grid power is restored. Asking these units to run continuously to provide the base load needed to run a data center is a recipe for rapid failure. And even if these generators could be operated continuously, there’s still the issue of commandeering private property for common use, as well as the fact that you’d be depriving vital facilities like hospitals and fire stations of their backup power. But at least we’d have chatbots.Well, that won’t buff right out. Roscosmos, the Russian space agency, suffered a serious setback last week when it damaged the launchpad at Site 31/6 during a Soyuz launch. This is bad news because that facility is currently the only one in the world capable of launching Soyuz and Progress, both crucial launch vehicles for the continued operation of the International Space Station. As usual, the best coverage of the accident comes from Scott Manley, who has all the gory details. His sources inform him that the “service cabin,” a 20-ton platform that slides into position under the rocket once it has been erected, is currently situated inside the flame trench rather than being safely tucked into a niche in the wall. He conjectures that the service cabin somehow got sucked into the flame trench during launch, presumably by the negative pressure zone created by the passage of all that high-velocity rocket exhaust. Whatever the cause of the accident, it causes some problems for the Russians and the broader international space community. An uncrewed Progress launch to resupply the ISS was scheduled for December 20, and a crewed Soyuz mission is scheduled for July 2026. But without that service cabin, neither mission seems likely. Hopefully, the Russians will be able to get things tidied up quickly, but it might not matter anyway since there’s currently a bit of a traffic jam at the ISS.We saw a really nice write-up over at Make: Magazine by Dom Dominici about his impressions from his first Supercon visit. Spoiler alert: he really liked it! He describes it as “an intimate, hands-on gathering that feels more like a hacker summer camp than a tech expo,” and that’s about the best summary of the experience that we’ve seen yet. His reaction to trying to find what he assumed would be a large convention center, but only finding a little hole-in-the-wall behind a pizza place off the main drag in Pasadena, is priceless; yes, that mystery elevator actually goes somewhere. For those of you who still haven’t made the pilgrimage to Pasadena, the article is a great look at what you’re missing.And finally, we know we were a little rough on the Russians a couple of weeks back for their drunk-walking robot demo hell, but it really served to demonstrate just how hard it is to mimic human walking with a mechanical system. After all, it takes the better part of two years for a new human to even get the basics, and a hell of a lot longer than that to get past the random face-plant stage. But still, some humanoid robots are better than others, to the point that there’s now a Guinness Book of World Records category for longest walk by a humanoid robot. The current record was set last August, with a robot from Shanghai-based Agibot Innovations going on a 106-km walkabout without falling or (apparently) recharging. The journey took place in temperatures approaching 40°C and took 24 hours to complete, which means the robot kept up a pretty brisk walking pace over the course, which we suppose didn’t have any of the usual obstacles.hackaday.com/2025/12/07/hackad…
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    @bkuhn "all of the above" is fine!