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    Ma è un altro esempio di retorica fallace che rovescia la realtà. Chi conosce il lavoro di Francesca Albanese sa che proprio la difesa dei principi universali, la tutela della vita, della dignità, della libertà dalla persecuzione, è al centro del suo mandato alle Nazioni Unite. E le sue denunce recenti lo confermano. Nel rapporto presentato al Consiglio ONU per i Diritti Umani nel 2024, Albanese ha documentato con rigore ciò che stava accadendo a Gaza: «bombardamenti indiscriminati e assedio prolungato» da parte di Israele, accompagnati dal blocco degli aiuti umanitari e dalla fame imposta alla popolazione civile. Ha descritto la distruzione deliberata di infrastrutture civili vitali (abitazioni, scuole, ospedali, reti idriche ed elettriche) come un metodo di attacco mirato a «distruggere una collettività in quanto tale, con particolare esposizione dei bambini e dei neonati». Sono parole che evocano l’ombra del crimine più grave, il genocidio, e che Albanese non ha utilizzato a cuor leggero: le ha suffragate con dati e sopralluoghi, nell’ambito del suo ruolo istituzionale. Ecco il vero motivo per cui è finita nel mirino. Altro che condividere idee misogine o teocratiche: Francesca Albanese viene bersagliata perché ha l’autorevolezza e il coraggio di chiamare i fatti col loro nome, di richiamare Israele alle proprie responsabilità di potenza occupante anche quando molti governi occidentali preferirebbero voltarsi dall’altra parte. Lei difende i diritti umani sul serio, e per questo è scomoda.In questa luce, l’argomento del “femminismo tradito” brandito da Sorrentino appare pura propaganda emotiva. Se davvero stesse a cuore agli accusatori la condizione delle donne palestinesi, dovrebbero anzitutto indignarsi per ciò che quelle donne subiscono quotidianamente sotto le bombe e sotto assedio. La brutalità del genocidio in corso colpisce anche le libertà femminili nella maniera più feroce e primaria: a Gaza le donne non possono decidere del proprio corpo semplicemente perché rischiano di perderlo da un momento all’altro sotto un’esplosione; né possono rivendicare diritti civili in piazza, perché non esistono più piazze sicure né istituzioni funzionanti che le tutelino. È grazie a voci come la sua se oggi sappiamo, ad esempio, che oltre il 90% dei residenti di Gaza era già a fine 2024 in condizioni di grave insicurezza alimentare, e che oltre 650.000 bambini sono rimasti senza scuola dall’inizio della “guerra”. Altro che complicità: questo significa prendere davvero sul serio i diritti umani e il femminismo, inteso come difesa della vita e della dignità di tutte le donne, incluse quelle palestinesi, troppo spesso dimenticate.Di fronte a queste evidenze, la tirata “liberale” di Sorrentino sul fatto che l’Italia dovrebbe chiedersi «cosa c’entra… con il terrorismo» suona pretestuosa e persino grottesca. Si allude al terrorismo palestinese che avrebbe «segnato le pagine più buie degli attentati che abbiamo subito», evocando episodi degli anni ‘70-’80 (dall’attacco di Fiumicino all’Achille Lauro) per gettare un’ombra sinistra su Albanese. Ma l’accostamento è del tutto strumentale. Francesca Albanese non ha nulla a che vedere con quei tragici eventi, se non per la volontà, condivisa da ogni giurista internazionale, di prevenirne il ripetersi attraverso la giustizia. La memoria non va deformata in clava ideologica: ricordare le vittime del terrorismo è un dovere, ma usarle per screditare chi oggi difende i diritti fondamentali è un esercizio di cinismo. Semmai, un’Italia fedele ai suoi valori democratici dovrebbe sostenere chi, come Albanese, cerca di risolvere i conflitti con gli strumenti del diritto e della verità, invece di indulgere in nuove inquisizioni mediatiche.In definitiva, il pezzo pubblicato su Il Tempo contro Francesca Albanese è un esercizio di diffamazione travestita da patriottismo. Ogni sua accusa crolla non appena la si confronti con i fatti documentati e con un’analisi intellettualmente onesta. CI APPARE MOLTO CHIARO, allora, che gli strali odierni contro la “regina ProPal” dicono molto di più dei suoi inquisitori che non di lei.@attualita #francescaalbanese #iltempo #macchinadelfango

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    @snow grazie! Ce la mettiamo tutta 😅@fediverso @informapirata @lealternative
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    @atarifrosch @activitypub.blog @about.iftas.org There’s no intention to exclude ClassicPress. Our resources are limited, so we don’t actively test with it, but I’m happy to fix issues when possible... or, even better, merge PRs that resolve them.
  • Per Natale mi sono regalato una chitarra elettrica.

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    Per Natale mi sono regalato una chitarra elettrica. Si tratta della Squier Stratocaster by Fender, un modello economico che si trova online tra 150 e 200€. L'ho pagata 180€, presa in un negozio di liutai della mia zona, con custodia, cinghia, accordatore elettronico, cavo, serie di peltri. Già strimpello un poco la chitarra acustica che mi fu regalata ai tempi delle scuole medie, ora voglio provare l'emozione di questa chitarra che già dalle prime strimpellate sembra promettere bene.