Sull'utilizzo dello schwa, Chiara Valerio, oltre a non utilizzarlo, fornisce un ulteriore spunto di riflessione:Condivide l'uso dello «schwa» come desinenza per maschile e femminile?
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Sull'utilizzo dello schwa, Chiara Valerio, oltre a non utilizzarlo, fornisce un ulteriore spunto di riflessione:
Condivide l'uso dello «schwa» come desinenza per maschile e femminile? «No, per niente. Come autrice non lo uso e penso che sia sbagliato normare il linguaggio a priori. Siamo la prima generazione che non cerca di definire le cose attraverso la lingua ma che, invece, si lascia definire dalla lingua».
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Sull'utilizzo dello schwa, Chiara Valerio, oltre a non utilizzarlo, fornisce un ulteriore spunto di riflessione:
Condivide l'uso dello «schwa» come desinenza per maschile e femminile? «No, per niente. Come autrice non lo uso e penso che sia sbagliato normare il linguaggio a priori. Siamo la prima generazione che non cerca di definire le cose attraverso la lingua ma che, invece, si lascia definire dalla lingua».
@ro Io non riesco ad usarla, non mi viene spontaneo. Questo non significa che non abbia rispetto per tutte le identità che le persone sentono. Mi dispiace se così ferisco la sensibilità di altri comunque.
Però devo dire che solo negli ultimi anni ho appreso meglio la varietà di sentimenti. -
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@ro Io non riesco ad usarla, non mi viene spontaneo. Questo non significa che non abbia rispetto per tutte le identità che le persone sentono. Mi dispiace se così ferisco la sensibilità di altri comunque.
Però devo dire che solo negli ultimi anni ho appreso meglio la varietà di sentimenti.@eccosilvia esatto, non è una mancanza di rispetto. Il punto è proprio quello che spiega la Chiara Valerio.
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Sull'utilizzo dello schwa, Chiara Valerio, oltre a non utilizzarlo, fornisce un ulteriore spunto di riflessione:
Condivide l'uso dello «schwa» come desinenza per maschile e femminile? «No, per niente. Come autrice non lo uso e penso che sia sbagliato normare il linguaggio a priori. Siamo la prima generazione che non cerca di definire le cose attraverso la lingua ma che, invece, si lascia definire dalla lingua».
@ro punto di vista privilegiato di chi è rappresentato in una società che tende a standardizzare... non ci facciamo definire dalla lingua, usiamo la lingua per rappresentare più identità differenti. Scrivo con lo schwa da 7 anni e più affronto il tema più mi rendo conto che manca un neutro nella nostra lingua...
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@ro punto di vista privilegiato di chi è rappresentato in una società che tende a standardizzare... non ci facciamo definire dalla lingua, usiamo la lingua per rappresentare più identità differenti. Scrivo con lo schwa da 7 anni e più affronto il tema più mi rendo conto che manca un neutro nella nostra lingua...
@adriananselmo ovviamente siamo per la libertà. Ciascuno fa come crede. Io resto d'accordo con Chiara Valerio, questo non significa che ci sia una mancanza di rispetto.
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@adriananselmo ovviamente siamo per la libertà. Ciascuno fa come crede. Io resto d'accordo con Chiara Valerio, questo non significa che ci sia una mancanza di rispetto.
@ro @adriananselmo
Ho una buona opinione di Chiara Valerio, la trovo sempre molto attenta al tema delle varie identità e che se ne porti rispetto. La ascolto anche per saperne di più in merito. Mi è chiaro che, essendo in linea con la lingua che mi definisce, mi avvalgo della fortuna di non sentirmi esclusa. Non significa però che voglia appositamente ignorare o negare che esistano altre identità, perchè non uso la schwa. Penso pure che non esiste termine per un genitore che perde il figlio. -
@ro @adriananselmo
Ho una buona opinione di Chiara Valerio, la trovo sempre molto attenta al tema delle varie identità e che se ne porti rispetto. La ascolto anche per saperne di più in merito. Mi è chiaro che, essendo in linea con la lingua che mi definisce, mi avvalgo della fortuna di non sentirmi esclusa. Non significa però che voglia appositamente ignorare o negare che esistano altre identità, perchè non uso la schwa. Penso pure che non esiste termine per un genitore che perde il figlio.@eccosilvia sarà che io invece la considero una grande ipocrita e neanche mi piace la Gheno che invece è stata promotrice dello schwa. Credo comunque che il tuo esempio non regga. Non si tratta di definire una situazione particolare ma di uscire dal concetto di normalità e binarismo di genere, entrambi condizionamenti culturali... illuminante in questo senso è Questioni di un certo genere de Il Post...
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@ro @adriananselmo
Ho una buona opinione di Chiara Valerio, la trovo sempre molto attenta al tema delle varie identità e che se ne porti rispetto. La ascolto anche per saperne di più in merito. Mi è chiaro che, essendo in linea con la lingua che mi definisce, mi avvalgo della fortuna di non sentirmi esclusa. Non significa però che voglia appositamente ignorare o negare che esistano altre identità, perchè non uso la schwa. Penso pure che non esiste termine per un genitore che perde il figlio.@eccosilvia è una persona molto intelligente. Appunto, non è una questione di mancanza di rispetto, le identità sono libere di esistere. Le etichette ghettizzano e non uniscono. Il dolore di perdere un figlio è disumano, pare sia difficile pure definire quello che sta accadendo a Gaza, se genocidio o no...
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@eccosilvia è una persona molto intelligente. Appunto, non è una questione di mancanza di rispetto, le identità sono libere di esistere. Le etichette ghettizzano e non uniscono. Il dolore di perdere un figlio è disumano, pare sia difficile pure definire quello che sta accadendo a Gaza, se genocidio o no...
@ro @eccosilvia a Gaza è genocidio tutto il resto sono cazzate...