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Blade Runner aveva già previsto il deepfake!

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  • Blade Runner aveva già previsto il deepfake! Le lezioni cyber dai classici del cinema

    L’arte è lo specchio che riflette l’anima di chi la osserva.”Questa citazione, che racchiude l’essenza della nostra esperienza con il cinema, assume un significato cruciale quando si parla di cybersecurity.

    Il film “Her” (2013) di Spike Jonze è l’esempio più emblematico di questa dinamica.

    La relazione del protagonista, Theodore Twombly, con il sistema operativo Samantha non è un film sull’intelligenza artificiale, ma sulla vulnerabilità umana nell’era della connessione digitale. Theodore si fida ciecamente di Samantha, le apre la sua vita e le affida le sue emozioni più intime.

    Questa fiducia assoluta, pur emotivamente comprensibile, riflette un rischio concreto: la nostra crescente disponibilità a concedere accesso a ogni aspetto della nostra vita a sistemi digitali. La storia di Theodore non è solo una metafora della solitudine, ma un avvertimento sui rischi del phishing evoluto.

    Immagina un’IA addestrata a imitare la voce di un tuo familiare o partner, capace di sfruttare le tue vulnerabilità emotive per estorcerti dati sensibili o denaro. La vera minaccia non è l’algoritmo, ma la nostra vulnerabilità psicologica che l’algoritmo impara a sfruttare.

    Lezioni di autenticità in un mondo di deepfake


    L’IA cinematografica è un potente catalizzatore per la nostra evoluzione interiore e per la nostra consapevolezza di sicurezza. Ogni volta che un androide o un sistema operativo si interroga sulla sua esistenza, ci costringe a fare lo stesso. E così facendo, ci invita a chiederci: come possiamo distinguere il vero dal falso in un’era di deepfake e intelligenza artificiale generativa?

    Prendiamo, per esempio, il celebre monologo di Roy Batty in “Blade Runner” (1982). Le sue parole, Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare” non sono solo un grido straziante di un replicante, ma una riflessione sulla percezione della realtà.

    La difficoltà di distinguere i replicanti dagli umani è la metafora perfetta per la minaccia del deepfake video e audio. Come facciamo a sapere che la videochiamata del nostro CEO è autentica e non un’immagine generata dall’IA per una truffa? Roy Batty è il precursore di una minaccia che mette in discussione l’autenticità di ogni contenuto che consumiamo online.

    Questa dinamica si ritrova innumerevoli volte, ad esempio:

    • “A.I. – Intelligenza Artificiale” (2001): il piccolo David, con il suo desiderio insopprimibile di essere amato, non è altro che la nostra proiezione più profonda. La sua ricerca di una madre riflette il nostro bisogno di connessione e accettazione, rendendoci bersagli perfetti per attacchi di ingegneria sociale che sfruttano le nostre emozioni per ottenere l’accesso ai nostri sistemi.
    • “2001: Odissea nello Spazio” (1968): HAL 9000, l’intelligenza artificiale della nave, si ribella. La sua ribellione non è solo un difetto tecnico, ma l’incubo di ogni professionista della sicurezza: un sistema autonomo che diventa ostile. La storia di HAL è un monito sul rischio di delegare troppa autonomia a sistemi non pienamente prevedibili e un monito sull’importanza di protocolli di sicurezza e di backup per prevenire una presa di controllo da parte di un’intelligenza artificiale.


    Lezioni di sicurezza dal cinema


    Come un vero coach, l’IA cinematografica non ci dà risposte, ma ci fa le domande giuste.

    Ci invita a smantellare le nostre difese e ad abbracciare la nostra autenticità, che in un’ottica di cybersecurity significa:

    • Abbracciare la vulnerabilità: in un mondo dove gli algoritmi mirano alla perfezione, la nostra capacità di riconoscere le nostre vulnerabilità emotive e digitali diventa la nostra prima linea di difesa. Theodore in “Her” è vulnerabile, goffo, emotivamente fragile. E proprio in questa fragilità trova la sua via per la crescita e, idealmente, per una maggiore consapevolezza.
    • Coltivare il senso critico: l’IA può processare miliardi di dati in un secondo, ma non può distinguere l’autenticità emotiva di una relazione umana. Il nostro superpotere non è la velocità, ma la lentezza con cui analizziamo le informazioni e valutiamo le fonti.
    • Sviluppare l’intelligenza relazionale: in un’epoca di assistenti virtuali e social network, l’autentica connessione umana sta diventando un bene raro. L’IA cinematografica ci mostra il rischio della disconnessione, ma anche l’urgenza di ricostruire ponti. Il film “Her” culmina con Theodore che si riconnette con un’amica umana, Amy. È un ritorno all’umanità che ci insegna come la vera salvezza, anche in un contesto di sicurezza, non risieda nella fuga, ma nella verifica, nel confronto con gli altri e nella costruzione di reti di fiducia solide.


    Coach’s Corner


    1. In un mondo dove l’IA può imitare la voce e il volto, quale è il primo passo che possiamo fare per distinguere il vero dal falso e non cadere in una trappola?
    2. Se i film ci hanno mostrato che il pericolo non sono le macchine, ma la nostra fiducia in loro, come possiamo proteggere i nostri dati e noi stessi ora che l’intelligenza artificiale può imitare alla perfezione una persona?

    L'articolo Blade Runner aveva già previsto il deepfake! Le lezioni cyber dai classici del cinema proviene da il blog della sicurezza informatica.


Gli ultimi otto messaggi ricevuti dalla Federazione
  • @marty75 Sempre detto, pochi ma buoni, qualità, non quantità fasulla.🙏 🤗

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  • @francina1909 fidati, sbagli approccio, sentendoti sempre in difetto, causa un'autostima quasi inesistente.

    Senza cadere nell'arroganza e nella presunzione (ci vuole misura con l'autostima) devi fare tuo quello spot dello shampoo: Perchè io valgo.

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  • @lritter @spacehobo I mean I'd buy one

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  • @francina1909 capisco, fermati e riparti da te. Imparare a volerci bene non ce lo insegnano ma è importante. Ascoltati.

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  • ✍️La mia delusione social...

    Spesso si sente parlare di social al negativo, ma credo che come ogni cosa, lo sia il suo abuso o uso fatto male, soprattutto dai ragazzi o da chiunque ci metta cattiveria, volgarità, ecc...io fino a novembre 2023, ( porto la mia esperienza forse senza senso, come la maggior parte delle cose che scrivo, ma che penso , e di cui sono convinta, fa parte di me , ma ciò non significa che io voglia x forza piacere a tutti, il contrario;) non conoscevo il Fediverso, Mastodon, ecc, e chat, insomma tutto ciò che è Open source, per me era nuovo, strano e complicato! Un amico reale mi ha accompagnato agli inizi, in questi mondi social, io ci sono arrivata per curiosità, non per necessità o altro! Io ho sempre usato fb, Instagram per postare foto e per essere in contatto con amici e parenti ( solo reali e conosciuti) che sono lontani, poi seguirò pure qlche cantante o la squadra del ❤️, che non nomimo, ma è finito li! Le notizie a volte mi scorrevano senza interesse da parte mia così come le richieste di amicizie da gente sconosciuta! Morale? Non ne parlo male, non ho avuto mai problemi, forse per l'uso che ne facevo e faccio! Instagram!? Per chi mi conosce ormai e mi sopporta può immaginare che io segua e insegua post e immagini di lune e tramonti! Qui nel Fediverso? A volte mi sento isolata perché non ho trovato la mia dimensione o forse non ho ancora capito bene i meccanismi! Nonostante io sia in un'istanza piccola, accogliente e dove ho sempre cercato di rispettare tutto e tutti, le regole e soprattutto Snow che mi ha accolta, penso che bisogna essere preparati ad esserci e a comprenderne i meccanismi!Certo incomprensioni, cattiverie, commenti, ci sono stati, non in questa istanza, ci tengo a precisare, però non è per noi gente comune, un po' pazza, all'antica, di provincia, che dà ancora molta importanza alle relazioni reali, alla lealtà, alla trasparenza! Io ho avuto la fortuna e sfortuna di approfondire la conoscenza, e non è andata bene, perché inevitabilmente si rimane delusi! L'errore è stato mio perché sono così , sempre me stessa e ho , in momenti miei di debolezza e solitudine , approfittato della parola offertami, ma che col tempo si è rivelata un' illusione, il mio ennesimo senso unico! Ecco perché sono una asociale una leonessa solitaria, a cui piace semplicemente starsene tranquilla, con i suoi pensieri, la sua luna, le sue poesie, nel suo spazio, anche se da sola! Ma ognuno di noi credo debba fare ciò che sente, ciò che può e per cui è portato, me lo ripete sempre, Snow! E allora anche nei social io ci ho trovato i sentimenti, le emozioni, le delusioni e l'amicizia, che per forza poi devono uscire dal virtuale e diventare reali, altrimenti...ci si può fare un po' male! Il Fediverso non sarà ancora perfetto, non sono io a doverlo dire, ne faccio parte nella misura che mi rappresenta e grazie alla presenza di gente che stimo e con cui posso permettermi di essere me stessa, pochi, ma buoni e che al mio solito ospito nel mio 🤍!
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  • @lritter @spacehobo personally i'm partial to renaming it to The GNU Faggot (the word that modern people very definitely use to mean "bundle of sticks") just think of the amazing tshirts they could sell to raise funds

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  • @aeva @spacehobo aeva yes we do.

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