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Cosa mettere in valigia per un viaggio a Tenerife?


  • Spunti per risparmiare euro e pesare un po’ meno sull’ambiente, senza rinunciare a nulla.

    Succede che a Natale si è tutti più buoni, dicono.
    Succede che in un gruppo Facebook io abbia visto la domanda di una ragazza che non essendo mai stata a Tenerife si domandava cosa mettere in valigia e cosa portare, visto che sia lei che il suo ragazzo potevano portare 1 solo zainetto a testa e il loro viaggio si sarebbe svolto a Gennaio.

    Avendo fatto decine e decine di viaggi, molti dei quali alle Canarie, ho pensato di potere dare il mio contributo dicendole che sarebbe bastato poco per fare un viaggio confortevole, anche con il solo zainetto del bagaglio a mano, visto che anch’io parto sempre con 1 solo bagaglio.

    Ma, qui, voglio estendere il discorso.

    Anzitutto si può tenere presente che si parte da una zona del mondo fredda per andare in una zona che sarà calda o, se andasse male, tiepida.

    Partendo obbligatoriamente con vestiti che devono essere giusti per il nostro mese di Gennaio, si potranno portare:

    – piumino leggero e sottile, sciarpa, cappello, pantalone invernale (serviranno per le escursioni in montagna);
    – biancheria intima per 3/4 giorni;
    – 2 magliette estive (più quella che si indossa)
    – costume e infradito (serviranno anche in hotel/appartamento);
    – pantalone leggero;
    – felpa (quella che si indossa in Italia, servirà la sera e/o per escursioni)
    – cappello per il sole.
    – riempire le tasche della giacca di oggetti e oggettini, evitando così di metterli nello zaino.
    – Cosmetici, profumi, dentifricio, eccetera, si possono comprare anche in loco volendo. Esistono confezioni piccole che si possono lasciare nell’appartamento a beneficio di chi lo userà dopo di noi (certo, non il dentifricio…ma a questo proposito, si può portare il dentifricio solido dall’Italia, in modo da portare solo la quantità che serve, che andrà ad occupare piccoli spazi vuoti nello zaino).

    L’ideale sarebbe avere un appartamento dotato di lavatrice, in modo da poter lavare tutto. Molti appartamenti ne sono dotati ormai, persino gli aparthotel, ossia degli hotel che anziché fornire una stanza forniscono monolocali attrezzati per il soggiorno.

    Se così non fosse, ci sono due strategie possibili:
    1) Lavanderia a gettone (se non vi piace l’idea, non pensiate che le lavanderie degli hotel siano molto diverse).
    2) Lavare manualmente i vestiti, sotto il rubinetto o in doccia, comprando in loco un banale sapone di marsiglia (e, mi raccomando, usando meno acqua possibile visto che alle Canarie scarseggia).

    Facile e semplice! In questo modo riuscirete a partire per le Canarie (o qualsiasi posto caldo durante il nostro inverno).

    Ne beneficerà il vostro portafogli (viste le tariffe dei bagagli supplementari) e soprattutto l’ambiente, perché il peso di un bagaglio aggiuntivo non andrà ad appesantire l’aereo durante decollo/atterraggio.

    Ovvio, la differenza su 1 solo bagaglio è minima, ma questo è proprio uno di quei casi in cui l’unione fa la forza.

    Come ha reagito la ragazza a cui ho suggerito tutto ciò? Bene, mi ha ringraziato con una serie di icone eloquenti.

    Succede anche, però, che altri lettori passino sotto il mio consiglio. Una lettrice interviene a gamba tesa, rispondendomi così:

    bhe si se in 1 settimana esci dormi mangi etc con gli stessi vestiti nn ti serve nenmeno lo zaino..

    ma tt apposto??

    Ma non dovevamo essere tutti più buoni? Per conto mio, non ci sono riuscito. Le ho chiesto con una punta di sarcasmo se avesse compreso il significato di quanto avevo scritto. Lo spirito Natalizio è stato infranto.

    Sono consigli così strani, i miei? Anche voi li mettete in pratica?

    A voi i commenti.

    Nel frattempo, vi auguro Buone Feste!


Gli ultimi otto messaggi ricevuti dalla Federazione
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    Hermigua, La Gomera (Isole Canarie) https://youtu.be/yYYpyVttZHY Da turisti partiamo per cercare il sole (spesso), ma da fotografi anche i paesaggi come questo possono essere fantastici: la nebbia, la bruma e le valli uggiose possono dare molti spunti interessanti. La Gomera ne offre moltissimi, e a Nord il paesaggio tipico è rappresentato proprio da Hermigua, un paese distribuito in un'intera valle che sembra essere uscito da un dipinto. #hermigua #photography #foto #fotografia #canarie #isolecanarie #viaggio @viaggi@feddit.it
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    Playa de Santiago - La Gomera (Isole Canarie) Video: https://youtu.be/m7sdXJfEidA Le fotografie del mio ultimo viaggio iniziano da qui, da Playa de Santiago, una piccola località balneare nel sud dell'isola: preziosa non soltanto perché Bella di per sé e quasi intima, ma perché è anche una delle poche in tutta l'isola. Da qui un taxi d'acqua veloce può portare a San Sebastian de la Gomera, il capoluogo dell'isola di soli 5000 abitanti, in minor tempo rispetto alle tortuose strade. La sua dimensione piccola e tranquilla è adorabile. #diariogomera #viaggio #photography #canarie #isolecanarie #lagomera #fotografia #fotografi #mare #mastofoto #gomera #turismo @viaggi@feddit.it @foto@diggita.com
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    Quando si è in vacanza bisogna anche rilassarsi. Ogni tanto. In via eccezionale, per quanto mi riguarda.Non ne vado fiero, ma capita. Ieri è capitato a Valle Gran Rey, un posto molto bello dal mio punto di vista che definirei uno dei più caratteristici dell’arcipelago. Si tratta di un grande canyon con sbocco sul mare. Nel tempo l’umanità me ha colonizzato i pendii creando case, portando la vita nei terrazzamenti infiniti, favorendo la nascita delle palme con cui produrre il noto “Miele di palma”. Piccolo raggruppamenti di case colorate, palme e terrazze si susseguono per tutta la valle, e per una volta tanto posso dire che il paesaggio, altrimenti morto, è stato valorizzato da una antropizzazione abbastanza spinta. Arrivati al mare, poco dopo Valle Gran Rey, si può avere accesso ad alcune delle spiagge più belle dell’isola, anche perché sono tra le pochissime spiagge di sabbia, spiagge vere e proprie per come le intendiamo in Italia. Però, sono di sabbia nera. Io le adoro, ma non a tutti possono piacere. Playa del Inglés, molto frequentata dai nudisti (sì, li ho tolti col Photoshop)Playa CaleraPlaya de VueltasA Playa de Vueltas, qualche anno fa, diverse persone hanno perso la vita in una frana poderosa che ha portato in mare in un attimo una certa quantità di roccia, staccatasi dalle pareti verticali a picco sul porticciolo. Bisogna ricordare che La Gomera ha un territorio molto instabile, a causa del fatto che è molto antico e la verticalità è tanta. Gli agenti atmosferici e la gravità non perdonano. È stato bello passare una giornata qui, con la vista sulla lontana isola di El Hierro, a divertirmi tra le onde di un paio di metri (o più).Al rientro in Italia rimpiangerò i 33 gradi del 2 di novembre qui, sebbene i locali dicano che si tratta di un caldo anomalo. Causato dalle scie chimiche, neanche a dirlo. Cerco di pensare al domani.
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    Le ragioni che possono portare un viaggiatore a La Gomera possono essere tante. Per me, sono tantissime: è l’ultima delle 8 isole che mi rimane da visitare. Già questo sarebbe un motivo sufficiente, ma c’è di più. È l’isola che ho sempre visto da Tenerife, l’isola che da lontano mi sembrava una specie di roccaforte inespugnabile, fatta solo di scogliere e montagne, e dove non si vedeva mai nessun paese, neppure di notte quando calava il buio e non restava che la luna a illuminarla, lasciando visibile la sua sagoma scura adagiata sull’oceano blu scuro. La Gomera è sempre stata l’isola inaccessibile, per me, anche per una ragione di prezzo. Ci si arriva soltanto in aereo o in traghetto, e aumentare di 200 o 300 euro il budget era una spesa che non aveva senso, per il bilancio familiare, soprattutto se c’erano tante altre isole tra cui scegliere che erano raggiungibili con pochissimi euro. E poi non credevo che in un’isola fatta di montagne aride e canyon ci fosse più questo gran che da vedere. Molti la visitano in giornata da Tenerife, e per molto tempo nella mia testa questa era stata la conferma che in fondo l’unica attrattiva dell’isola fosse quel parco naturale fatto di boschi di laurisilva, il Garajonay. Finché, come è successo per El Hierro, ho capito che mi sbagliavo, e l’ho capito nel modo più brutale possibile, che però è anche quello che amo di più: guardare le fotografie di altri viaggiatori che prima di me hanno raccontato questo posto. L’attrazione per La Gomera è diventata irresistibile, e ho dovuto rompere il porcellino per tirare fuori anche l’ultimo euro che mi separava da questa ultima “conquista”. Oggi è stato il giorno in cui il viaggio è iniziato. Arrivare all’aeroporto di Milano Malpensa mi ha ricordato perché voglio tanto lasciare il nostro Paese. A parte il fatto che mi ci senti tremendamente fuori posto, ovvio. La pianura Padana è grigia, spenta. Il cemento e i piccoli rifiuti la fanno da padroni ovunque. Vedi carte, cartine e cartacce ormai dappertutto. Ininterrottamente si presentano ai bordi delle strade, impossibili da ignorare, almeno per me. Spesso vedi anche intere borse delle spesa che un tempo sono state in qualche pattumiera, e ora sono lì in stasi, ad aspettare che qualche animale o automobile le apra e sparga il contenuto in giro. Contenuto che poi finisce tra una carreggiata e l’altra, nelle rotonde, negli spazi tra uno svincolo della tangenziale e l’imbocco di una statale. Però, tutto questo sembriamo non notarlo. A quanto pare, da fastidio solo a me, che ricordo come fosse il Nord Italia un tempo. Forse, chi critica “il Sud” per problemi simili ha lasciato gli occhi da qualche parte attorno agli anni ’90. Ormai non c’è più differenza tra le campagne di Agrigento e la tangenziale di Milano (o di Reggio Emilia, se è per questo), e non in senso buono. Temevo per gli scioperi del personale di terra dell’aeroporto, ma il mio volo e molti altri non sono stati toccati. All’arrivo a Tenerife, ho trovato ad aspettarmi il solito caos, e una temperatura di 26/28° (a sensazione) che per la prima volta sento essere umidi. In una ventina di minuti, un taxi mi ha portato al porto di Los Cristianos (50€).Mentre aspettavo che il traghetto partisse, non ho potuto fare a meno di notare la maggiore pulizia rispetto all’Italia. I margini delle strade sono puliti, o almeno più di quelli che ho visto stamattina. Tanto si più.Il porto è piccolo, ma ordinato e ben funzionante. Mentre il tramonto indora le montagne alle spalle del porto, realizzo che qui c’è un’ora di luce in più rispetto all’Italia, a parità di periodo. Ci avevo già pensato durante uno dei viaggi del passato, ma questa verità mi viene di nuova sbattuta davanti agli occhi, prepotentemente. Se vivessi qui, questo per me sarebbe un grande vantaggio. Amo la luce. Non mi piacciono le giornate corte, specie quando il buio è associato alla stagione fredda. Per contro, amo la stagione calda, ma in Italia mi fa stare peggio dell’inverno. Qui, tutto andrebbe magicamente a posto. Peccato che Tenerife sia ormai satura, e le migliaia di edifici davanti a me, e il traffico che sembra quello milanese o emiliano, non sono che l’ennesima conferma. La traversata è di soli 50 minuti, ma decisamente intensa. Nonostante l’oceano sembrasse molto calmo, il traghetto ha ballato molto per tutto il tempo. Non si stava in piedi e alcune persone sono state molto male. Io ho resistito a mala pena restando immobile, seduto e ad occhi chiusi. Sam Sebastian de La Gomera, il capoluogo dell’isola è molto più “vivo” di quanto immaginassi, ma per il momento non posso dire molto di più, l’ho solo attraversata per salire poi verso il centro dell’isola, dove non c’è nemmeno una luce ad esclusione di quella di un paio di tunnel. Dopo essere saliti, si scende: prima ad Hermigua, una cittadina molto grande dove vedo qualche ristorante aperto e tante automobili, segno che qui qualcuno ci vive: non è una battuta, lo dico perché in tutti 50 km del tragitto ho incrociato una sola automobile. Finalmente arrivo ad Agulo, esausto. Ma da qui si vedono le luci di Tenerife. Finalmente, posso ribaltare la prospettiva. Domani sarà una giornata fantastica. Avrei quasi voglia che il mattino arrivasse in fretta per iniziare a conoscere meglio l’isola. La vista dalla terrazza della”estación marítima” di Los CristianosLa vista dalla terrazza della”estación marítima” di Los CristianosMal di mare