Sulla separazione delle carriere
Credo che la separazione delle carriere sia un po' come i centri migranti in Albania: non servono a nulla ma sono utilissimi ai partiti di destra per eccitare il loro elettorato.
Detto questo...
La separazione delle carriere è una proposta di cui si era discusso anche nella bicamerale tra Berlusconi e D'Alema, e la sinistra mi sembra di poter dire fosse fondamentalmente d'accordo (gli interventi finali dei vari membri della Commissione Bicamerale sono qui: documenti.camera.it/leg16/doss…).
Del resto, l'utilità di evitare che chi ha lavorato anni a cercare indizi e prove di colpevolezza (il pubblico ministero) possa cambiare casacca e diventare quello che deve dare un giudizio terzo e imparziale su una persona rinviata a giudizio (il giudice) è una cosa talmente logica che non mi meraviglia si siano trovati d'accordo persino D'Alema e Berlusconi.
Poi le cose sono cambiate, Berlusconi ha iniziato la sua battaglia contro la magistratura, la riforma della giustizia (separazione delle carriere compresa) è diventato il suo randello politico, e il PD (allora PDS) ha dovuto fare marcia indietro e diventare contrario (questo per l'aurea regola che se piove e un fascista dice che piove, anche se sei bagnato fradicio tu devi dire che c'è il sole altrimenti stai dando ragione a un fascista).
Entrando nel merito, la critica secondo cui la separazione delle carriere porterebbe i PM sotto il controllo del governo a me sembra infondata. Non ho mai trovato nessuno che mi spiegasse COME potrebbe succedere nei fatti che evitando ad un PM di diventare giudice, e a un giudice di diventare PM, il PM passerebbe sotto il controllo dell'esecutivo. E nessuno riesce neanche a spiegarmi perché questa paura c'è solo per il PM; il provvedimento è perfettamente simmetrico, si vieta al giudice di diventare PM e al PM di diventare giudice, ma nella valutazione del rischio c'è una rottura di questa simmetria e l'unico rischio di cui si parla è la perdita di imparzialità del PM, il giudice ne sarebbe immune.
Altro elemento importante: la separazione delle carriere esiste già, è qui tra noi. La legge attuale prevede che un magistrato (PM o giudice) possa cambiare strada UNA VOLTA SOLA nella sua carriera e SOLO nei primi nove anni. Prima la legge era molto più permissiva ma poi Mario Draghi (anche qui... in un governo sostenuto dalla sinistra) ha ristretto le possibilità di questi cambi di carriera e da allora è possibile cambiare solo una volta e solo nei primi nove anni.
Infine, quanti magistrati ci sono ogni anno che fanno questo cambio di carriera? Una ventina su circa 10.000, ovvero circa un paio ogni mille magistrati.
Quindi in sostanza, abbiamo una parte politica che è partita lancia in resta per spostare la realtà di mezzo millimetro più in là, raccontando di chissà quali vantaggi, e una parte politica che è partita lancia in resta in direzione opposta per non fargliela spostare di mezzo millimetro più in là, paventando chissà quali disastri per la tenuta democratica del Paese.
Mi sembra tutto un po' surreale.