✍️ (Riflessioni nate dal confronto, dall'ascolto e condivisione, di una personale esperienza.)
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✍️ (Riflessioni nate dal confronto, dall'ascolto e condivisione, di una personale esperienza.)
Il cancro non distrugge solo un corpo: travolge, sconvolge e coinvolge un’intera famiglia. E tutto cambia, arriva un terremoto inatteso,
Crollano muri, difese, certezze, rapporti, si aprono voragini, si inciampa , si cade, ma poi ci si rialza! Ogni terremoto è diverso, cambia l'intensità, la pericolosità, stessa cosa per questo amico, nemico, apparentemente invisibile, ma pericoloso, può essere benevolo, cattivo o estremamente cattivo! E allora che si fa? Si ricomincia tutto da capo, inizia una nuova vita, bisogna ricostruire se stessi, mura, difese, rapporti, certezze, fiducia, è un lavoro pesante, ma va fatto, bisogna impegnarsi, farsi forza, saper chiedere aiuto e dare la possibilità a chi ci è accanto di poterlo fare, perché questo terremoto purtroppo colpisce e distrugge tutto ciò che trova nel suo cammino!
Non ho timore a dirlo, ma solo la parola mi fa ancora paura, ho difficoltà a pronunciarla, non perché io non abbia ormai accettato la situazione, il percorso, semplicemente perché quando le vivi in prima persona, tutto è più reale quindi si ha più paura, perché si è da soli a combattere , nel senso che indipendentemente dalle terapie, percorsi, dalla gravità, ecc , bisogna fare i conti con se' stessi, bisogna ascoltarsi e darsi tempo, tutto quello che serve, senza avere fretta di guarire, perché non siamo noi a decidere nulla, il terremoto è in agguato, sotto controllo, ma non siamo totalmente al sicuro! Perché chi
entra nella vita impetuosamente, senza chiedere permesso, stanca, ferisce, mette in ginocchio all'improvviso e non è che uno nasce già pronto ad affrontare, superare e sopravvivere ad un terremoto. Non si può avere la presunzione di comprendere a priori, chi lotta e chi assiste, chi è vicino, chi vorrebbe farlo e non può e chi invece potrebbe e dovrebbe e non lo fa deliberatamente...Io stessa mi sono trovata in diverse situazioni, ho avuto in famiglia già questo terremoto, ma quando è capitato a me , ovviamente la musica è cambiata e li poi non ci sono regole, consigli o manuali che tengano!
Chi poi diventa un malato, combatte contro un dolore che non dà tregua, non solo nel fisico, ma anche nell'anima...spesso e ripeto parlo per esperienza, non per verità assoluta, la famiglia , amici, conoscenti, a volte vivono l’impotenza, l'incapacità, di non essere in grado di aiutare, di sostenere, di reagire e agire in risposta ad una situazione di un' entità dalle proporzioni sconosciute!..Con il rischio, la consapevolezza o la paura di non riuscire nell'impresa, lasciando che il cuore si spezzi giorno per giorno..
Perciò ad un anno da questo terremoto personale, sto imparando, sto cambiando, sto inevitabilmente accettando e constatando che non possiamo pretendere nulla, non vogliamo essere diversi, non vogliamo nasconderci o vergognarci per come lo abbiamo affrontato, per come lo stiamo affrontando!
Chi convive con questo terremoto, chi lo vive, affronta, chi lo accompagna, chi in qualche modo lo subisce, ne subisce i risvolti, le debolezze, le ferite e le fragilità, conosce e riconosce ancora di più ogni singola sfumatura, grandezza, importanza di ogni giorno, di ogni attimo vissuto , di ogni goccia di quella forza che può dare l’amore, la speranza , la vicinanza, un sorriso, un abbraccio o semplicemente un rispettoso silenzio! -
✍️ (Riflessioni nate dal confronto, dall'ascolto e condivisione, di una personale esperienza.)
Il cancro non distrugge solo un corpo: travolge, sconvolge e coinvolge un’intera famiglia. E tutto cambia, arriva un terremoto inatteso,
Crollano muri, difese, certezze, rapporti, si aprono voragini, si inciampa , si cade, ma poi ci si rialza! Ogni terremoto è diverso, cambia l'intensità, la pericolosità, stessa cosa per questo amico, nemico, apparentemente invisibile, ma pericoloso, può essere benevolo, cattivo o estremamente cattivo! E allora che si fa? Si ricomincia tutto da capo, inizia una nuova vita, bisogna ricostruire se stessi, mura, difese, rapporti, certezze, fiducia, è un lavoro pesante, ma va fatto, bisogna impegnarsi, farsi forza, saper chiedere aiuto e dare la possibilità a chi ci è accanto di poterlo fare, perché questo terremoto purtroppo colpisce e distrugge tutto ciò che trova nel suo cammino!
Non ho timore a dirlo, ma solo la parola mi fa ancora paura, ho difficoltà a pronunciarla, non perché io non abbia ormai accettato la situazione, il percorso, semplicemente perché quando le vivi in prima persona, tutto è più reale quindi si ha più paura, perché si è da soli a combattere , nel senso che indipendentemente dalle terapie, percorsi, dalla gravità, ecc , bisogna fare i conti con se' stessi, bisogna ascoltarsi e darsi tempo, tutto quello che serve, senza avere fretta di guarire, perché non siamo noi a decidere nulla, il terremoto è in agguato, sotto controllo, ma non siamo totalmente al sicuro! Perché chi
entra nella vita impetuosamente, senza chiedere permesso, stanca, ferisce, mette in ginocchio all'improvviso e non è che uno nasce già pronto ad affrontare, superare e sopravvivere ad un terremoto. Non si può avere la presunzione di comprendere a priori, chi lotta e chi assiste, chi è vicino, chi vorrebbe farlo e non può e chi invece potrebbe e dovrebbe e non lo fa deliberatamente...Io stessa mi sono trovata in diverse situazioni, ho avuto in famiglia già questo terremoto, ma quando è capitato a me , ovviamente la musica è cambiata e li poi non ci sono regole, consigli o manuali che tengano!
Chi poi diventa un malato, combatte contro un dolore che non dà tregua, non solo nel fisico, ma anche nell'anima...spesso e ripeto parlo per esperienza, non per verità assoluta, la famiglia , amici, conoscenti, a volte vivono l’impotenza, l'incapacità, di non essere in grado di aiutare, di sostenere, di reagire e agire in risposta ad una situazione di un' entità dalle proporzioni sconosciute!..Con il rischio, la consapevolezza o la paura di non riuscire nell'impresa, lasciando che il cuore si spezzi giorno per giorno..
Perciò ad un anno da questo terremoto personale, sto imparando, sto cambiando, sto inevitabilmente accettando e constatando che non possiamo pretendere nulla, non vogliamo essere diversi, non vogliamo nasconderci o vergognarci per come lo abbiamo affrontato, per come lo stiamo affrontando!
Chi convive con questo terremoto, chi lo vive, affronta, chi lo accompagna, chi in qualche modo lo subisce, ne subisce i risvolti, le debolezze, le ferite e le fragilità, conosce e riconosce ancora di più ogni singola sfumatura, grandezza, importanza di ogni giorno, di ogni attimo vissuto , di ogni goccia di quella forza che può dare l’amore, la speranza , la vicinanza, un sorriso, un abbraccio o semplicemente un rispettoso silenzio!