“Siate meccanici, siate luddisti”: così si resiste al tecnocapitalismoVivere le tecnologie come se fossero qualcosa che cade dall’alto ci rende passivi e ci limita a considerare “cosa fanno” senza concentrarci sul “perché lo fanno”.
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@informapirata @eticadigitale Cresciuta con Ms-dos 3.3, le prime cose che ho imparato sono cos'è un sistema operativo, come funziona il software, il concetto di file e directory, non programmazione ma ho le capacità di "esplorare" quello che un software fa o non fa.
Mi accorgo sempre di più invece di persone che: "scusa, ho buttato le foto nel cestino, perché ho il disco pieno?" O peggio: "Internet? Io non uso Internet, ho solo whatsapp"Questo discorso - purtroppo - è applicabile a molti campi. Ad esempio un tempo tutti sapevano com'era fatto un motore, e magari sapevano anche un po' riparare qualcosa sotto il cofano. Oggi, non più.
Suppongo che dipenda dal fatto che il livello di complessità delle cose è molto aumentato, mentre il cervello umano ha sempre la stessa capacità di immagazzinare informazioni. Non bastando più, si fanno (in consapevolmente) delle scelte.
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@simonperry @informapirata @eticadigitale Certamente è fisiologico fermarsi con le conoscenze, quando c'è troppa roba; il problema è che il mercato se ne approfitta illudendo che le competenze non servono più. (1/2)
Tipo: "puoi creare una canzone solo tramite il linguaggio naturale". Ora a parte l'etica questionabile della cosa, senza controllo dei dati che piglia, anche in quel caso, se ne sai di musica e informatica insieme, fai prompt meglio di chi scrive "ciao, mi piacerebbe che tu mi creassi una canzoncina stile anni 90"... (2/2)
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Questo discorso - purtroppo - è applicabile a molti campi. Ad esempio un tempo tutti sapevano com'era fatto un motore, e magari sapevano anche un po' riparare qualcosa sotto il cofano. Oggi, non più.
Suppongo che dipenda dal fatto che il livello di complessità delle cose è molto aumentato, mentre il cervello umano ha sempre la stessa capacità di immagazzinare informazioni. Non bastando più, si fanno (in consapevolmente) delle scelte.
@simonperry @informapirata @eticadigitale Certamente è fisiologico fermarsi con le conoscenze, quando c'è troppa roba; il problema è che il mercato se ne approfitta illudendo che le competenze non servono più. (1/2)
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Tipo: "puoi creare una canzone solo tramite il linguaggio naturale". Ora a parte l'etica questionabile della cosa, senza controllo dei dati che piglia, anche in quel caso, se ne sai di musica e informatica insieme, fai prompt meglio di chi scrive "ciao, mi piacerebbe che tu mi creassi una canzoncina stile anni 90"... (2/2)
@talksina sì, indubbiamente. Il marketing ci mette del suo. Tutti dobbiamo sentirci dei geni, anche se non è vero.
Un tempo le persone facevano calcoli complessi a mente anche solo per navigare, oggi ci perderemmo quasi tutti in mare.
Il punto è che se c'è qualcosa che fa le cose al posto tuo, quelle capacità le perdi. Che sia muoverti camminando, calcoli, sapere dove mettere le mani nel sistema operativo, ecc.
Vedrai con l'IA che muove il mouse quante conoscenze si perderanno
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@simonperry L'IA che muove il mouse, per certe situazioni la sto aspettando perché posso dirgli di andarmi a cercare le cose in un sito inaccessibile da screen reader (parlo di disabilità visiva). Il problema è che ha un contro, contrissimo, tremendo.
Se l'assistente vocale o testuale fa tutto, poi si sgolano molto meno per l'accessibilità quella vera. Diventa solo un rispetto delle normative sulla carta, ma poi per il resto ci pensa il bot. (1/2)Il punto è che, come prima: se di informatica ne sai, gestisci bene anche i risultati dell'AI. Se no, vengono fuori rospi. (2/2)
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@talksina sì, indubbiamente. Il marketing ci mette del suo. Tutti dobbiamo sentirci dei geni, anche se non è vero.
Un tempo le persone facevano calcoli complessi a mente anche solo per navigare, oggi ci perderemmo quasi tutti in mare.
Il punto è che se c'è qualcosa che fa le cose al posto tuo, quelle capacità le perdi. Che sia muoverti camminando, calcoli, sapere dove mettere le mani nel sistema operativo, ecc.
Vedrai con l'IA che muove il mouse quante conoscenze si perderanno
@simonperry L'IA che muove il mouse, per certe situazioni la sto aspettando perché posso dirgli di andarmi a cercare le cose in un sito inaccessibile da screen reader (parlo di disabilità visiva). Il problema è che ha un contro, contrissimo, tremendo.
Se l'assistente vocale o testuale fa tutto, poi si sgolano molto meno per l'accessibilità quella vera. Diventa solo un rispetto delle normative sulla carta, ma poi per il resto ci pensa il bot. (1/2) -
Il punto è che, come prima: se di informatica ne sai, gestisci bene anche i risultati dell'AI. Se no, vengono fuori rospi. (2/2)
@talksina ci si scontra con le volontà politiche legate agli interessi di mercato, non tanto con i tecnicismi. Sicuramente se non alleni un'abilità la perdi, è fisiologico dell'essere umano non allenando muscoli (come anche il cervello e sinapsi), li perdi. Ma la "commodity" ci renderà tutti tendenzialmente amebe e i mercati ringrazieranno
. Sta al singolo individuo cercare di sporcarsi le mani: una voltà si chiamava essere curiosi, oggi non trovo corrispondenza.
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Detto questo, a me fa arrabbiare una cosa. Anche da bambini c'è poco stimolo a creare. Io son cresciuta costruendo coi mattoncini Lego, adesso coi Lego hai la nave di questo, la macchina di quello, il personaggio quell'altro... Ti dicono loro cosa devi costruire.
Io da progressista, mi affido alla parola stessa. Un progressista vero deve essere, principalmente, curioso. Farsi domande, anche scomode. (2/3)E non è detto che le risposte, se ci sono, siano sempre abbinate al movimento politico che si definisce "progressista". (3/3)
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@nagaye Io continuo a chiamarla curiosità, voglia di esplorare, di farsi domande... Che è quello che ci ha portato da arrampicarsi sugli alberi ad avere gli occhiali che descrivono le foto ai ciechi, i trapianti di cuore, ecc. (1/3)
Detto questo, a me fa arrabbiare una cosa. Anche da bambini c'è poco stimolo a creare. Io son cresciuta costruendo coi mattoncini Lego, adesso coi Lego hai la nave di questo, la macchina di quello, il personaggio quell'altro... Ti dicono loro cosa devi costruire.
Io da progressista, mi affido alla parola stessa. Un progressista vero deve essere, principalmente, curioso. Farsi domande, anche scomode. (2/3) -
@talksina ci si scontra con le volontà politiche legate agli interessi di mercato, non tanto con i tecnicismi. Sicuramente se non alleni un'abilità la perdi, è fisiologico dell'essere umano non allenando muscoli (come anche il cervello e sinapsi), li perdi. Ma la "commodity" ci renderà tutti tendenzialmente amebe e i mercati ringrazieranno
. Sta al singolo individuo cercare di sporcarsi le mani: una voltà si chiamava essere curiosi, oggi non trovo corrispondenza.
@nagaye Io continuo a chiamarla curiosità, voglia di esplorare, di farsi domande... Che è quello che ci ha portato da arrampicarsi sugli alberi ad avere gli occhiali che descrivono le foto ai ciechi, i trapianti di cuore, ecc. (1/3)
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E non è detto che le risposte, se ci sono, siano sempre abbinate al movimento politico che si definisce "progressista". (3/3)
@talksina condivido in toto. Anche la parte dei lego: erano gli anni 80 l'epoca in cui ho iniziato a giocarci ed in cantina oggi ho ancora una borsa di plastica piena di mattoncini lego sfusi (non si sa mai
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