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  4. “Siate meccanici, siate luddisti”: così si resiste al tecnocapitalismoVivere le tecnologie come se fossero qualcosa che cade dall’alto ci rende passivi e ci limita a considerare “cosa fanno” senza concentrarci sul “perché lo fanno”.

“Siate meccanici, siate luddisti”: così si resiste al tecnocapitalismoVivere le tecnologie come se fossero qualcosa che cade dall’alto ci rende passivi e ci limita a considerare “cosa fanno” senza concentrarci sul “perché lo fanno”.

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15 Post 5 Autori 1 Visualizzazioni
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  • Elena Brescacinundefined Elena Brescacin

    @informapirata @eticadigitale Cresciuta con Ms-dos 3.3, le prime cose che ho imparato sono cos'è un sistema operativo, come funziona il software, il concetto di file e directory, non programmazione ma ho le capacità di "esplorare" quello che un software fa o non fa.
    Mi accorgo sempre di più invece di persone che: "scusa, ho buttato le foto nel cestino, perché ho il disco pieno?" O peggio: "Internet? Io non uso Internet, ho solo whatsapp"

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    scritto su ultima modifica di simonperry@mastodon.uno
    #6

    @talksina

    Questo discorso - purtroppo - è applicabile a molti campi. Ad esempio un tempo tutti sapevano com'era fatto un motore, e magari sapevano anche un po' riparare qualcosa sotto il cofano. Oggi, non più.

    Suppongo che dipenda dal fatto che il livello di complessità delle cose è molto aumentato, mentre il cervello umano ha sempre la stessa capacità di immagazzinare informazioni. Non bastando più, si fanno (in consapevolmente) delle scelte.

    @informapirata @eticadigitale

    Elena Brescacinundefined 1 Risposta Ultima Risposta
    • Elena Brescacinundefined Elena Brescacin

      @simonperry @informapirata @eticadigitale Certamente è fisiologico fermarsi con le conoscenze, quando c'è troppa roba; il problema è che il mercato se ne approfitta illudendo che le competenze non servono più. (1/2)

      Elena Brescacinundefined Questo utente è esterno a questo forum
      Elena Brescacinundefined Questo utente è esterno a questo forum
      Elena Brescacin
      scritto su ultima modifica di
      #7

      Tipo: "puoi creare una canzone solo tramite il linguaggio naturale". Ora a parte l'etica questionabile della cosa, senza controllo dei dati che piglia, anche in quel caso, se ne sai di musica e informatica insieme, fai prompt meglio di chi scrive "ciao, mi piacerebbe che tu mi creassi una canzoncina stile anni 90"... (2/2)

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      • 🇪🇺 Il Simone Viaggiatore ✈️🧳undefined 🇪🇺 Il Simone Viaggiatore ✈️🧳

        @talksina

        Questo discorso - purtroppo - è applicabile a molti campi. Ad esempio un tempo tutti sapevano com'era fatto un motore, e magari sapevano anche un po' riparare qualcosa sotto il cofano. Oggi, non più.

        Suppongo che dipenda dal fatto che il livello di complessità delle cose è molto aumentato, mentre il cervello umano ha sempre la stessa capacità di immagazzinare informazioni. Non bastando più, si fanno (in consapevolmente) delle scelte.

        @informapirata @eticadigitale

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        Elena Brescacin
        scritto su ultima modifica di
        #8

        @simonperry @informapirata @eticadigitale Certamente è fisiologico fermarsi con le conoscenze, quando c'è troppa roba; il problema è che il mercato se ne approfitta illudendo che le competenze non servono più. (1/2)

        Elena Brescacinundefined 1 Risposta Ultima Risposta
        • Elena Brescacinundefined Elena Brescacin

          Tipo: "puoi creare una canzone solo tramite il linguaggio naturale". Ora a parte l'etica questionabile della cosa, senza controllo dei dati che piglia, anche in quel caso, se ne sai di musica e informatica insieme, fai prompt meglio di chi scrive "ciao, mi piacerebbe che tu mi creassi una canzoncina stile anni 90"... (2/2)

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          scritto su ultima modifica di
          #9

          @talksina sì, indubbiamente. Il marketing ci mette del suo. Tutti dobbiamo sentirci dei geni, anche se non è vero.

          Un tempo le persone facevano calcoli complessi a mente anche solo per navigare, oggi ci perderemmo quasi tutti in mare.

          Il punto è che se c'è qualcosa che fa le cose al posto tuo, quelle capacità le perdi. Che sia muoverti camminando, calcoli, sapere dove mettere le mani nel sistema operativo, ecc.

          Vedrai con l'IA che muove il mouse quante conoscenze si perderanno

          Elena Brescacinundefined 1 Risposta Ultima Risposta
          • Elena Brescacinundefined Elena Brescacin

            @simonperry L'IA che muove il mouse, per certe situazioni la sto aspettando perché posso dirgli di andarmi a cercare le cose in un sito inaccessibile da screen reader (parlo di disabilità visiva). Il problema è che ha un contro, contrissimo, tremendo.
            Se l'assistente vocale o testuale fa tutto, poi si sgolano molto meno per l'accessibilità quella vera. Diventa solo un rispetto delle normative sulla carta, ma poi per il resto ci pensa il bot. (1/2)

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            Elena Brescacin
            scritto su ultima modifica di
            #10

            Il punto è che, come prima: se di informatica ne sai, gestisci bene anche i risultati dell'AI. Se no, vengono fuori rospi. (2/2)

            Davide Tommasin ዳቪድundefined 1 Risposta Ultima Risposta
            • 🇪🇺 Il Simone Viaggiatore ✈️🧳undefined 🇪🇺 Il Simone Viaggiatore ✈️🧳

              @talksina sì, indubbiamente. Il marketing ci mette del suo. Tutti dobbiamo sentirci dei geni, anche se non è vero.

              Un tempo le persone facevano calcoli complessi a mente anche solo per navigare, oggi ci perderemmo quasi tutti in mare.

              Il punto è che se c'è qualcosa che fa le cose al posto tuo, quelle capacità le perdi. Che sia muoverti camminando, calcoli, sapere dove mettere le mani nel sistema operativo, ecc.

              Vedrai con l'IA che muove il mouse quante conoscenze si perderanno

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              Elena Brescacin
              scritto su ultima modifica di
              #11

              @simonperry L'IA che muove il mouse, per certe situazioni la sto aspettando perché posso dirgli di andarmi a cercare le cose in un sito inaccessibile da screen reader (parlo di disabilità visiva). Il problema è che ha un contro, contrissimo, tremendo.
              Se l'assistente vocale o testuale fa tutto, poi si sgolano molto meno per l'accessibilità quella vera. Diventa solo un rispetto delle normative sulla carta, ma poi per il resto ci pensa il bot. (1/2)

              Elena Brescacinundefined 1 Risposta Ultima Risposta
              • Elena Brescacinundefined Elena Brescacin

                Il punto è che, come prima: se di informatica ne sai, gestisci bene anche i risultati dell'AI. Se no, vengono fuori rospi. (2/2)

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                Davide Tommasin ዳቪድ
                scritto su ultima modifica di
                #12

                @talksina ci si scontra con le volontà politiche legate agli interessi di mercato, non tanto con i tecnicismi. Sicuramente se non alleni un'abilità la perdi, è fisiologico dell'essere umano non allenando muscoli (come anche il cervello e sinapsi), li perdi. Ma la "commodity" ci renderà tutti tendenzialmente amebe e i mercati ringrazieranno 🤑. Sta al singolo individuo cercare di sporcarsi le mani: una voltà si chiamava essere curiosi, oggi non trovo corrispondenza.

                Elena Brescacinundefined 1 Risposta Ultima Risposta
                • Elena Brescacinundefined Elena Brescacin

                  Detto questo, a me fa arrabbiare una cosa. Anche da bambini c'è poco stimolo a creare. Io son cresciuta costruendo coi mattoncini Lego, adesso coi Lego hai la nave di questo, la macchina di quello, il personaggio quell'altro... Ti dicono loro cosa devi costruire.
                  Io da progressista, mi affido alla parola stessa. Un progressista vero deve essere, principalmente, curioso. Farsi domande, anche scomode. (2/3)

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                  Elena Brescacin
                  scritto su ultima modifica di
                  #13

                  E non è detto che le risposte, se ci sono, siano sempre abbinate al movimento politico che si definisce "progressista". (3/3)

                  1 Risposta Ultima Risposta
                  • Elena Brescacinundefined Elena Brescacin

                    @nagaye Io continuo a chiamarla curiosità, voglia di esplorare, di farsi domande... Che è quello che ci ha portato da arrampicarsi sugli alberi ad avere gli occhiali che descrivono le foto ai ciechi, i trapianti di cuore, ecc. (1/3)

                    Elena Brescacinundefined Questo utente è esterno a questo forum
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                    Elena Brescacin
                    scritto su ultima modifica di
                    #14

                    Detto questo, a me fa arrabbiare una cosa. Anche da bambini c'è poco stimolo a creare. Io son cresciuta costruendo coi mattoncini Lego, adesso coi Lego hai la nave di questo, la macchina di quello, il personaggio quell'altro... Ti dicono loro cosa devi costruire.
                    Io da progressista, mi affido alla parola stessa. Un progressista vero deve essere, principalmente, curioso. Farsi domande, anche scomode. (2/3)

                    Elena Brescacinundefined 1 Risposta Ultima Risposta
                    • Davide Tommasin ዳቪድundefined Davide Tommasin ዳቪድ

                      @talksina ci si scontra con le volontà politiche legate agli interessi di mercato, non tanto con i tecnicismi. Sicuramente se non alleni un'abilità la perdi, è fisiologico dell'essere umano non allenando muscoli (come anche il cervello e sinapsi), li perdi. Ma la "commodity" ci renderà tutti tendenzialmente amebe e i mercati ringrazieranno 🤑. Sta al singolo individuo cercare di sporcarsi le mani: una voltà si chiamava essere curiosi, oggi non trovo corrispondenza.

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                      Elena Brescacin
                      scritto su ultima modifica di
                      #15

                      @nagaye Io continuo a chiamarla curiosità, voglia di esplorare, di farsi domande... Che è quello che ci ha portato da arrampicarsi sugli alberi ad avere gli occhiali che descrivono le foto ai ciechi, i trapianti di cuore, ecc. (1/3)

                      Elena Brescacinundefined 1 Risposta Ultima Risposta
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                      • Aaron Toponce ⚛️:debian:undefined
                        Aaron Toponce ⚛️:debian:

                        M(77232917) is officially the 50th Mersenne Prime.

                        M(77232917) was discovered seven and half years ago. Now, thanks to the diligent efforts of many GIMPS volunteers, every smaller Mersenne number has been successfully double-checked. Thus, M(77232917) officially becomes the 50th Mersenne prime.

                        This is a significant milestone for the GIMPS project. The next Mersenne milestone is not far away, please consider joining this important double-checking effort.

                        https://www.mersenne.org/report_exponent/?exp_lo=77232917&full=1

                        #math #maths

                        per saperne di più

                      • Evan Prodromouundefined
                        Evan Prodromou

                        @BathysphereHat 🤞🏼

                        per saperne di più

                      • Evan Prodromouundefined
                        Evan Prodromou

                        @zeldman good read!

                        per saperne di più

                      • guerrilla stickers ステッカー禁止undefined
                        guerrilla stickers ステッカー禁止

                        @enzoa24 Internazionale, RedHodCyber, Greenpeace (che ricordo, ma tante altre)

                        per saperne di più

                      • TidBITSundefined
                        TidBITS

                        Memory Integrity Enforcement Bolsters iPhone Security
                        https://tidbits.com/2025/09/12/memory-integrity-enforcement-bolsters-iphone-security

                        per saperne di più

                      • Anna Rabdenundefined
                        Anna Rabden

                        Today’s office 📓📍
                        #bunny #pets

                        per saperne di più

                      • CasaRayuelaundefined
                        CasaRayuela

                        @cultura

                        5 di N

                        sarebbe ora di leggere e
                        FAR CAPIRE ALLE ISTITUZIONI
                        un articolo su
                        IL LATO OSCURO DELL'INFORMATICA

                        quello che nel 1973 di
                        THE DARK SIDE OF THE MOON
                        dei Pink Floyd

                        era perfettamente percepito e
                        CALCATO [o altra parola?]
                        dalla Data Handling Division del CERN

                        in un ambiente socialmente adeguato a gestire il digitale senza dipendere dagli interessi dei gestori dell'innovazione tecnologica

                        https://ilmanifesto.it/pink-floyd-il-lato-oscuro

                        #CulturaCritica #Dialogo_Operativo #VersoUnaMeta

                        per saperne di più
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