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Via Femministero

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  • Via Femministero

    La cosa che mi fa più rabbia, ogni volta che si parla di denatalità, è il silenzio totale su ciò che ha davvero reso possibile l’“Italia dei tanti figli”, ovvero le donne e le bambine.

    Tutta questa nostalgia per “quando si facevano tanti figli” dimentica, o meglio, cancella, il sacrificio femminile non solo delle donne, ma anche delle bambine.

    Tutte quelle donne italiane senza contraccettivi e senza potere decisionale davanti a mariti padroni dei loro corpi, e bambine italiane che venivano tolte dalla scuola elementare per fare da madre ai proprio numerosi fratelli, mentre i maschi continuavano gli studi. E non era un'eccezione, era il destino delle figlie femmine.

    Su Instagram si trovano decine di video con i loro racconti.
    E non stiamo parlando di secoli fa, ma degli anni 50 e 60.

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  • Via Femministero

    La cosa che mi fa più rabbia, ogni volta che si parla di denatalità, è il silenzio totale su ciò che ha davvero reso possibile l’“Italia dei tanti figli”, ovvero le donne e le bambine.

    Tutta questa nostalgia per “quando si facevano tanti figli” dimentica, o meglio, cancella, il sacrificio femminile non solo delle donne, ma anche delle bambine.

    Tutte quelle donne italiane senza contraccettivi e senza potere decisionale davanti a mariti padroni dei loro corpi, e bambine italiane che venivano tolte dalla scuola elementare per fare da madre ai proprio numerosi fratelli, mentre i maschi continuavano gli studi. E non era un'eccezione, era il destino delle figlie femmine.

    Su Instagram si trovano decine di video con i loro racconti.
    E non stiamo parlando di secoli fa, ma degli anni 50 e 60.

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    Non c’erano scelte, non c’erano diritti: c’era solo il dovere, l’obbligo, la rinuncia. A 10 anni erano già piccole madri surrogate.
    Le donne non erano persone con aspirazioni e desideri, ma serve, serve del desiderio sessuale del marito, delle aspettative di cura delle famiglie.

    L’Italia dei tanti figli era un paese costruito sulla fatica e sul sacrificio non riconosciuto di donne e bambine, sul loro lavoro gratuito, sulla loro salute e sul loro tempo rubato. E nessuno ha mai detto loro “grazie”.

    Nessun libro di storia riporta tutto questo eppure è la realtà vissuta dalle nostre nonne, condannate al semi analfabetismo e alla dipendenza dai mariti, ai danni fisici delle ripetute gravidanze e aborti.

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    Non c’erano scelte, non c’erano diritti: c’era solo il dovere, l’obbligo, la rinuncia. A 10 anni erano già piccole madri surrogate.
    Le donne non erano persone con aspirazioni e desideri, ma serve, serve del desiderio sessuale del marito, delle aspettative di cura delle famiglie.

    L’Italia dei tanti figli era un paese costruito sulla fatica e sul sacrificio non riconosciuto di donne e bambine, sul loro lavoro gratuito, sulla loro salute e sul loro tempo rubato. E nessuno ha mai detto loro “grazie”.

    Nessun libro di storia riporta tutto questo eppure è la realtà vissuta dalle nostre nonne, condannate al semi analfabetismo e alla dipendenza dai mariti, ai danni fisici delle ripetute gravidanze e aborti.

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    Non dimenticherò mai quel medico gastroenterologo che mi disse che tutte le sue pazienti di una certa generazione avevano gravi danni dovuti a parti numerosi e ravvicinati, spesso senza riabilitazione né assistenza ostetrica moderna, episiotomie mal gestite, lacerazioni, danni al nervo pudendo e nessuna cultura della cura post-parto. Tutti danni irreversibili. Donne che non riuscivano più a defecare (scusate la crudezza).

    Ora che non si fanno più figli, tutti si strappano i capelli. Ma nessuno ha il coraggio di dire che quella iper-natalità era il prodotto di un sistema patriarcale che ha negato l'infanzia alle bambine e una volta diventate donne ha negato loro la libertà e la salute, e autonomia .

  • Oblomovundefined Oblomov shared this topic
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    Non c’erano scelte, non c’erano diritti: c’era solo il dovere, l’obbligo, la rinuncia. A 10 anni erano già piccole madri surrogate.
    Le donne non erano persone con aspirazioni e desideri, ma serve, serve del desiderio sessuale del marito, delle aspettative di cura delle famiglie.

    L’Italia dei tanti figli era un paese costruito sulla fatica e sul sacrificio non riconosciuto di donne e bambine, sul loro lavoro gratuito, sulla loro salute e sul loro tempo rubato. E nessuno ha mai detto loro “grazie”.

    Nessun libro di storia riporta tutto questo eppure è la realtà vissuta dalle nostre nonne, condannate al semi analfabetismo e alla dipendenza dai mariti, ai danni fisici delle ripetute gravidanze e aborti.

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    @bluberrycookie ''c'è ancora domani'' film della Cortellesi lo racconta e stigmatizza l'astensionismo attuale ...il diritto di voto fu una conquista dei nostri avi contro il fascismo

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    Non dimenticherò mai quel medico gastroenterologo che mi disse che tutte le sue pazienti di una certa generazione avevano gravi danni dovuti a parti numerosi e ravvicinati, spesso senza riabilitazione né assistenza ostetrica moderna, episiotomie mal gestite, lacerazioni, danni al nervo pudendo e nessuna cultura della cura post-parto. Tutti danni irreversibili. Donne che non riuscivano più a defecare (scusate la crudezza).

    Ora che non si fanno più figli, tutti si strappano i capelli. Ma nessuno ha il coraggio di dire che quella iper-natalità era il prodotto di un sistema patriarcale che ha negato l'infanzia alle bambine e una volta diventate donne ha negato loro la libertà e la salute, e autonomia .

    @bluberrycookie ah che bei tempi! Seriamente, quando si parla di rendere un paese "great again" è di QUESTO che si parla. Quando metà della popolazione era letteralmente -e legalmente- sotto il controllo dell'altra.


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