Skip to content

Piero Bosio Social Web Site Personale Logo Fediverso

Social Forum federato con il resto del mondo. Non contano le istanze, contano le persone

#Sandokan - 7 ore

Uncategorized
1 1 0

Gli ultimi otto messaggi ricevuti dalla Federazione
  • @ChieseBrutte @renatoram @samatari2 @Uilebheist @wilde_brut89 @panda4x4 scusate ma queste sono le foto per il concorso BunkerBrutti, dove sono le chiese?

    Comunque chiaramente vince quello con l'arrampicatoio.

    read more

  • @ilcomizietto @ChieseBrutte no, l’inferno è per noi, che grazie all’extraterritorialità non possiamo farle brillare

    read more

  • @repubblica @cronache-italiane-la-repubblica-repubblica nel ricordo di Regeni boicottiamo l'Egitto piramidi e mar rosso

    read more

  • read more

  • A diplomath can complement a complimentary set in a such a way that that, too, is complimentary.

    read more

  • @VanityFairItaly @people-celebrities-VanityFairItaly assumeva quel farmaco per dimagrire che va per la maggiore?

    read more

  • This post makes a good point on naming software systems and libraries. However, in a rich ecosystem the namespace of descriptive names may quickly fill up.

    https://larr.net/p/namings.html

    read more

  • Shakerati Anonimi: L’esperienza di Giorgio e la truffa che ha divorato suo Padre

    Salve ragazzi,
    mi chiamo Giorgio, ho 58 anni, lavoro da sempre come tecnico amministrativo e, nella vita, sono sempre stato quello “razionale” della famiglia. Quello che controlla i conti, che non si fida delle telefonate strane, che dice a tutti “non cliccare link, non rispondere a numeri sconosciuti”.

    Eppure oggi sono qui, assieme a voi, non perché io abbia cliccato un link sbagliato… ma perché non sono riuscito a fermare una truffa che stava divorando mio padre.

    Mio padre ha 83 anni. È vedovo, vive solo, è orgoglioso e testardo come solo una persona della sua generazione può essere. Ha sempre gestito i suoi soldi con attenzione: pensione più che dignitosa, casa di proprietà, poche spese, una vita fatta di equilibrio.

    Io vivo all’estero, mio fratello abita vicino a lui e ogni tanto lo aiuta con le cose pratiche.

    Tutto è iniziato in modo quasi invisibile. Qualche email “strana“, qualche telefonata che lui liquidava con un “sono quelli della banca” o “uno che mi deve aiutare a sbloccare dei soldi”.

    All’inizio non ci abbiamo dato troppo peso. Poi, un anno fa, lo abbiamo colto in flagrante: mio fratello aveva accesso alle sue email e ha visto scambi continui con sedicenti intermediari, consulenti, benefattori. Promesse di somme enormi in cambio di piccoli anticipi. Classica truffa, textbook scam.

    Lo abbiamo convinto a denunciare.

    Siamo andati dai carabinieri. Addirittura uno dei truffatori ha chiamato mentre eravamo lì. Minacce velate, tentativi di intimidazione. Ma, alla fine, nulla di concreto. Un cambio di numero, password nuove, e la sensazione – sbagliata – che fosse finita lì.

    Non era finita per niente.

    Qualche mese dopo, mio padre ha iniziato a comportarsi in modo strano. Ha chiesto soldi in prestito a mio fratello. Non lo aveva mai fatto in vita sua. Mai.

    È stato lì che abbiamo capito che qualcosa non tornava. Abbiamo controllato di nuovo le email: i truffatori erano tornati. O forse non se ne erano mai andati.

    Quando lo abbiamo affrontato, ha negato tutto. Classico schema: negazione, minimizzazione, silenzio. Come se ammettere la truffa fosse peggio della truffa stessa.

    Nel frattempo, il conto era praticamente prosciugato. Risparmi di una vita evaporati in bonifici, ricariche, promesse di “ultimi pagamenti” per sbloccare somme mai esistite.

    La paura più grande, a quel punto, non era nemmeno il conto corrente. Era il passo successivo: i buoni fruttiferi postali, l’ultimo salvagente.

    Abbiamo provato a chiedergli di cointestare il conto.

    Rifiuto totale.

    Orgoglio.

    Paura di perdere il controllo.

    Paura, forse, di ammettere di non averlo più.

    Alla fine abbiamo fatto la cosa più dura: gli abbiamo sequestrato il telefono per limitare i danni e contattato un avvocato. Amministrazione di sostegno. Una parola che pesa come un macigno, ma che a volte è l’unico modo per salvare una persona… anche da sé stessa.

    Ecco perché sono qui.

    Non come vittima diretta di phishing, smishing o vishing.

    Ma come vittima collaterale di una truffa di lungo periodo, costruita sulla solitudine, sull’età, sulla fiducia e sulla vergogna.

    Sono qui perché il silenzio è il miglior alleato dei truffatori.
    Perché ogni storia non raccontata diventa un manuale operativo per chi sfrutta le fragilità altrui.
    Perché la vergogna non protegge, isola.

    E l’isolamento è terreno fertile per chi promette aiuti, guadagni, soluzioni miracolose.

    Sono qui perché condividere non è esporre una debolezza, ma rompere un incantesimo.
    È togliere potere a chi vive nell’ombra, a chi costruisce castelli di menzogne mattone dopo mattone, approfittando di chi ha meno strumenti per difendersi.

    Raccontare queste storie serve a lasciare tracce, segnali, anticorpi collettivi.
    Serve a dire a chi sta vivendo la stessa cosa: non sei stupido, non sei solo, non è colpa tua.
    Serve a ricordarci che dietro ogni truffa non ci sono solo numeri, ma famiglie che si rompono, fiducie che si incrinano, dignità che vengono erose lentamente.

    Se anche una sola persona, leggendo queste parole, riconoscerà un campanello d’allarme prima che sia troppo tardi, allora questa condivisione avrà avuto senso.
    Perché la vera prevenzione non nasce dai sistemi, dai codici o dagli algoritmi.

    Nasce dal coraggio di raccontare ciò che fa male.

    Lesson learned


    La storia di Giorgio ci insegna alcune cose fondamentali:

    Le truffe non colpiscono solo l’ignoranza tecnologica, ma la fragilità emotiva
    Solitudine, lutto, età avanzata e bisogno di sentirsi ancora “in controllo” sono vettori di attacco potentissimi.La negazione è parte integrante della truffa
    La vittima spesso difende il truffatore, mente ai familiari e continua a pagare pur di non ammettere l’errore.Non esiste la “truffa una tantum”
    Quando un truffatore aggancia una vittima, tende a sfruttarla nel tempo, spremendo ogni risorsa disponibile.La prevenzione è anche familiare, non solo tecnica
    Accesso condiviso alle email, alert sui conti, limiti operativi, dialogo continuo e – nei casi estremi – strumenti legali come l’amministrazione di sostegno.Prima si interviene, meno si perde
    Ogni mese di ritardo significa più soldi persi e più potere psicologico in mano ai criminali.

    Prevedere tutto questo è possibile, osservando i segnali deboli: richieste di segretezza, promesse di guadagni irrealistici, richieste di “anticipi”, isolamento dalla famiglia, rifiuto di confrontarsi.

    Le truffe moderne non bucano i sistemi informatici.
    Bucano le persone.

    E quando succede, non basta dire “te l’avevo detto”. Serve agire. Anche quando fa male.

    Genesi dell’articolo


    L’articolo è stato ispirato da una truffa reale, condivisa da un utente su Reddit.
    A questa persona va tutto il nostro conforto: il suo coraggio nel raccontare ciò che ha vissuto permette ad altri di riconoscere i segnali, proteggersi e imparare dall’esperienza che ha affrontato.

    L'articolo Shakerati Anonimi: L’esperienza di Giorgio e la truffa che ha divorato suo Padre proviene da Red Hot Cyber.

    read more
Post suggeriti
  • Vista la seconda puntata di Sandokan.

    Uncategorized sandokan
    3
    0 Votes
    3 Posts
    0 Views
    (Intanto prendo una decisione su se trasferire o meno questi testi al mio nuovo blog, ecco il commento sulla quarta puntata di Sandokan.)Nella quarta puntata, si consolida un quartetto di personaggi femminili, di cui soltanto uno è presente nell'opera originale. Nei romanzi d'avventura d'un secolo fa, le figure femminili erano spesso assenti (in molte opere di Jules Verne, per esempio, non ve ne compare nessuna) o, al massimo ― come fece Salgari in questa saga ― costituivano un "motore immobile", ossia la causa scatenante dell’azione narrativa, senza però prendere mai l'iniziativa.In una serie televisiva del ventunesimo secolo, una simile impostazione sarebbe impensabile: la critica femminista si accanirebbe sul prodotto al punto da renderne impossibile la prosecuzione. Probabilmente per questo gli sceneggiatori hanno popolato la serie di numerosi personaggi femminili e hanno rivisitato quello già esistente nell’originale.Tra i personaggi inventati, trovo molto credibile e interessante zia Frances (assente in questa puntata), e anche molto utile dal punto di vista narrativo: ci mostra il ruolo della donna nella società coloniale inglese, ci lascia intuire le aspettative sulla nipote e, forse ancor più importante, ci funge da contrasto al carattere e alle ambizioni di quest’ultima. Una bella trovata, a mio parere.D'altro canto, fin dall’inizio della serie, Sani, antica serva di Lady Marianna, ha acquistato un grande rilievo. Infatti, è la sua voce a chiarire scopi e motivazioni degli altri personaggi e, al tempo stesso, a preannunciare i cambiamenti che (secondo me) attraverseranno. Ci fornisce inoltre informazioni utili a comprendere la società malese e l’impatto del colonialismo britannico. Un’altra invenzione ben riuscita degli sceneggiatori.Infine, Hita è il terzo personaggio femminile creato "ex novo". La sua forza risiede in ciò che ha già fatto: crescere Sandokan, forgiandolo come uomo. È per lei che lui diventa pirata. Hita ha un grande ascendente sul protagonista, ma influisce anche su altri personaggi (Yanez, che la rispetta e forse l’ammira; Lady Marianna, pur conoscendola appena). Anche di lei non c’è traccia nel romanzo originale e sembra aggiunta per equilibrare la presenza femminile con quella maschile, costruendo così una narrazione più adatta ai nostri giorni.E poi c’è Lady Marianna, ovviamente, l’unica presente nel romanzo di Salgari, la cui importanza non bisogna commentare. Ma per ora non mi addentrerò nella sua figura.Sempre in questo intento de modernizzare la storia, verso la fine dell’episodio c’è un «momento Bollywood» in cui tre di queste donne (e altre comparse femminili) svolgono un ruolo chiave. A differenza delle tipiche scene di ballo del cinema indiano, però, questa danza non ci mostra un corteggiamento aggressivo da parte dei personaggi maschili né una sfida coreografica tra pretendenti. Si tratta invece d'un momento festivo che, sotto la direzione e il comando delle donne, tutti ― uomini compresi ― cercano di vivere con gioia, dimenticando per qualche istante problemi e differenze. Un'altra risorsa narrativa, dunque, per equilibrare due visioni del mondo, quella femminile e quella maschile.Tutte queste aggiunte e modifiche nei mi confermano (per adesso) la intuizione iniziale: il nuovo Sandokan è un prodotto pensato per il mercato (in prima istanza, qui avevo scritto «pubblico», ma dopo mi sono accorto che i produttori non pensano in termine di pubblico ― quello lo farebbe uno scrittore, uno artista ― ma di mercato) del ventunesimo secolo. I creatori hanno mantenuto solo gli elementi minimi indispensabili per rivendicare quel nome mitico, garanzia di visibilità e di un largo seguito di spettatori curiosi di rivedere i di rivivere il Sandokan della loro giovinezza. Possiamo quindi dedurre che non c’è mai stata l’intenzione d'essere fedeli né alla serie del 1976 né ai romanzi di Salgari.Della bontà o meno di questa scelta parleremo (forse) un’altra volta. Per ora, non ci resta che attendere di vedere (e di godere, spero) le restanti quattro puntate.#Sandokan
  • 0 Votes
    5 Posts
    6 Views
    @fucinafibonacci @spettacoli Io l'ho vista una 7 anni fa, davvero brutta e per nulla inerente ai libri, ma zero proprio... Addirittura Marianna nata a Roma invece che a Napoli... perché? Bho?Dire che il comparto tecnico era all'avanguardia non serve a nulla... i film di Chaplin erano muti e in bianco e nero, ma sono profondi. È un po' come i videogiochi odierni, tanta grafica zero trama.
  • 0 Votes
    1 Posts
    3 Views
    In attesa del reboot che parte stasera su #Rai e che sono molto curioso di vedere. #Sandokan - La serie - RaiPlay https://www.raiplay.it/programmi/sandokan-laserie @spettacoli #TV #EmilioSalgari
  • 0 Votes
    1 Posts
    2 Views
    In attesa del reboot che parte stasera su #Rai1 e che sono molto curioso di vedere. #Sandokan - La serie - RaiPlay https://www.raiplay.it/programmi/sandokan-laserie @spettacoli #TV #EmilioSalgari