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🎙️ In anteprima per gli amici del Fediverso, eccovi il trailer del podcast in uscita il 19 ottobre (con cadenza domenicale).'n🔃 Condividete come se non ci fosse un domani, ve ne sarò grato.


Gli ultimi otto messaggi ricevuti dalla Federazione
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    Diario “La Gomera”, giorno 7: la piccola capitale.Quando si visita un'isola così piccola come La Gomera, alle isole Canarie, la curiosità di vedere la sua città principale è tanta. In questo caso, più che di città si potrebbe parlare di paese, in termini italiani: solo 8500 persone. Nonostante la dimensione, San Sebastián de la Gomera ha saputo conquistarsi un posto nella Storia. Questo fu l'ultimo punto ...https://simoneviaggiatore.wordpress.com/2025/11/06/diario-la-gomera-giorno-7-la-piccola-capitale/#diariogomera #simoneviaggiatore@Viaggi
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    Se nella giornata di ieri il maltempo l’aveva fatta da padrone in tutto il nord, oggi la giornata inizia in maniera totalmente diversa: cielo terso e una vista su Tenerife che lascia senza fiato. I 3700 metri del Teide si notano tutti. I boschi sono bagnati dalle piogge di ieri, e immagino che i sentieri non siano praticabili. Perché non visitare il nord? Comincio da Hermigua, e precisamente dalla sua spiaggia selvaggia. In questa “location”  è stata girata una scena particolare e importantissima della serie “Fondazione”, tratta dai libri di Asimov. Chi ricorda quale? Il nord de La Gomera è magnifico. Spostandosi verso ovest sì incontrano valli interne con paesini tranquilli e canyon dalle pendenze improbabili, con rocce imponenti dalle forme strane che dominano sulle valli. Se non hai il tettuccio in vetro godi solo a metà. Poi si arriva a Vallehermoso. Il nome dice già tutto: è una valle bellissima. L’umanità l’ha colonizzata salendo verso le montagne, con le case colorate che si arrampicano sulle pendici, coltivate a terrazzamenti e valorizzate come si deve. Occhio alle strade strette, però. La cittadina è piacevole, e per gli standard dell’isola anche vivace. Mi sposto ancora più a ovest, finché vedo l’isola de La Palma in lontananza. Ad Alojera visito il museo del “Miele di palma”, che non è miele prodotto dai fiori delle palme ma un incrocio tra lo sciroppo d’acero e l’aceto balsamico, ottenuto dal cuore delle palme opportunamente lavorato. Ora mi spiego perché tutte quelle scale che portano alla cima degli alberi. La signora alla receptioni spiega che sua sorella vive in Italia, nelle vicinanze di Siena. E io che invece vorrei vivere qui, e non posso. I casi della vita. Scendendo lungo la strada che porta alla “spiaggia”, ripidissima, posso infine ammirare le scogliere imponenti di questo punto dell’isola, l’estremo ovest, e accostare l’isola di El Hierro da lontano. Non è una vera e propria spiaggia, ma è un luogo remoto un un’isola remota: la modalità “ooohh” sia trova facilmente qui. Il tempo passa e il tramonto è vicino. Tornando indietro verso l’appartamento (le curve sono tante) mi fermo per dare un’ultima occhiata al Teide, al centro di Tenerife, quasi sempre ben visibile lungo il tragitto. E spettacolare. Se mi hai letto fino a qui, ti chiedo di condividere questo articolo: mi aiuteresti a diffondere il mio lavoro. A domani!
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    Le onde impetuose di Puerto de la Cruz, a Tenerife. Ogni volta che ci vado, in qualche modo mi ipnotizzano con il loro movimento ritmico. Cercare il momento migliore per fotografarle non è semplice, ma...basta avere tempo: l'oceano non si stanca mai. Il video della giornata: https://youtu.be/cFria075SEE #tenerife #viaggio #viaggiare #canarie #isolecanarie #simoneviaggiatore #fotografia #photography @viaggi@feddit.it
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    Vivere con la fibromialgia non è uno scherzo. Ecco gli step da compiere se vuoi emulare la giornata tipica di un fibromialgico. 1) Il Risveglio: Immagina di svegliarti al mattino, così stanco/a da non avere le energie per scendere dal letto. E, anche se le avessi, prima devi vincere il dolore: ogni singola fibra che deve tornare a muoversi provoca molta sofferenza. L'unico modo che hai per riuscirci è di farlo piano piano, per rendere tutto...non dico sopportabile, ma fattibile. I problemi non finiscono qui. Le gambe fanno fatica a reggerti in piedi e si ha costante sensazione di cadere. [nota: un gatto è sempre d'aiuto per farti cadere più in fretta]. 2) Arrivo al lavoro e nebbia cognitiva (fibrofog): Ammesso che non ti sia svegliato con l'emicrania, o che non ti accompagni dal giorno prima, non è detto che questa non insorga quando arrivi al lavoro. Le scadenze, i compiti, i problemi della propria professione a volte restano sullo sfondo di fronte alla voce del dolore, che soffoca tutte le altre. Si fa fatica a mettere due pensieri in fila. Si fa fatica a sopportare i suoni che ti circondano. Le cose non ti vengono in mente. Anche i colleghi che scherzano o la pausa caffè possono diventare un'altra cosa che ti porta via l'attenzione che hai, che è già molto poca. D'altra parte, tu vorresti solo dormire, stare sdraiato ed evitare di pensare a qualsiasi cosa finché la cosa passa. 3) La lotta: Puoi prendere qualcosa per mettere a tacere il dolore, ma...cosa? Qui si apre un grande capitolo, un grande rischio: devi scegliere bene, perché per ogni bersaglio ci vuole la cartuccia giusta, e se scegli il Brufen piuttosto che la Tachipirina potresti mancarlo del tutto, il bersaglio. E a quel punto non si può tornare indietro: i farmaci non si possono mescolare, ti tocca tenerti il male. Se anche il colpo centra il bersaglio del dolore, può volerci molto tempo: almeno 2 ore d'inferno ti toccano. In ogni caso resta quella sensazione di febbre, di averla o che stia per venire. Ci tocchiamo continuamente la fronte perché ci sentiamo caldi, ma il termometro dice di no. 4) L'incomprensione e la discriminazione. Spiegalo tu, al capo, che non sei un idiota. Spiegaglielo, che sei lento perché hai fai fatica, e vediamo se ti crede. [beato chi ha un capo che gli/le crede]. Ma, che il capo ti creda o no, le scadenze vanno portate avanti, e devi dare almeno l'impressione di essere sempre al top. Anzi, in questo mondo competitivo che ci siamo creati, anche oltre. Per noi non ci sono sconti: famiglia, lavoro, incombenze, pulizie di casa... Corriamo la stessa gara che corrono tutti, ma partiamo svantaggiati: partiamo dalle retrovie, e quella gara la corriamo col dolore, e con tanti pesi addosso. Corriamo, ci sforziamo e soffriamo ma veniamo “valutati” da persone che quei pesi non li hanno, e non vedono i tuoi. Anzi, spesso non veniamo creduti, o quantomeno compresi. 4) La sera: il riposo che non c'è. La sera si conclude sempre allo stesso modo: sfiniti, diciamo di no a tutti gli aperitivi, tutti gli inviti in pizzeria, tutti i ritrovi tra amici. Veniamo presi per lagne, per capricciosi. C'è una grande parte che non si vede nella vita dei fibromialgici, ed è questa che ti sto raccontando. Ora, immagina come possa farti sentire tutto questo: essere criticati, presi dei buoni a nulla, incapaci e inconcludenti, soltanto perché si è ammalati. In tutto questo, rimane la difficoltà di avere anche solo una diagnosi. Io sono riuscito ad averla, ma dopo 8 anni di visite, ospedali, esami. 5) Un po' di Storia. All'inizio non esisteva neanche il nome per tutto questo: venivo semplicemente bollato come scemo, o incapace. Poi il nome esisteva, ma mi si diceva che non avevo la fibromialgia, era artrite quella sentivo. E l'artrite c'era, in verità, ma io sapevo che non poteva essere quella a darmi tutte queste sensazioni. In tutto questo, lo Stato è assente. Non esiste aiuto economico (nonostante le medicine da prendere siano tante, e quelle poche terapie vagamente utili siano costose). Soprattutto, cosa che ritengo la più grave in assoluto, difficilmente viene concesso un punteggio di invalidità di qualche tipo perché...ehi, in fondo cammini e respiri. Cosa vuoi pretendere? 6) Il sonno. Mentre la giornata si chiude, ognuno di noi vorrebbe riposare, ma è difficile. Paradossalmente, se non è il dolore a tenerti sveglio è qualcos'altro: a volte anche qualcosa che non sai spiegare. Anche quelle volte in cui non c' dolore, non riesci a dormire. Oppure ti svegli molto presto. Oppure dormi, ma ti svegli distrutto. 7) Ripeti dal punto 1 fino alla fine della tua vita: non c'è cura. #fibromialgia #artrite #MalatiInvisibili #MalattieInvisibili #Discriminazione #Salute #Resistenza #GridoMuto #FibroFog #NebbiaCognitiva