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Social Forum federato con il resto del mondo. Non contano le istanze, contano le persone
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    Oggi rientro a Tenerife, e da lì in Italia (nel pomeriggio).Ancora una volta, torno in Italia con un senso di sconfitta, perché è l'ultima cosa che vorrei.Non so se vi è mai capitato di sentirvi nel posto sbagliato; è esattamente quella sensazione. Una cosa del tipo "cosa ci faccio qui"?Ed ecco perché è nato il podcast @versocasa . Per mettere tutto in fila, per razionalizzare, per resistere. E per condividere con chi si sente come me#tenerife @Viaggi#simoneviaggiatore#diariogomera,
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    Diario “La Gomera”, giorno 7: la piccola capitale.Quando si visita un'isola così piccola come La Gomera, alle isole Canarie, la curiosità di vedere la sua città principale è tanta. In questo caso, più che di città si potrebbe parlare di paese, in termini italiani: solo 8500 persone. Nonostante la dimensione, San Sebastián de la Gomera ha saputo conquistarsi un posto nella Storia. Questo fu l'ultimo punto ...https://simoneviaggiatore.wordpress.com/2025/11/06/diario-la-gomera-giorno-7-la-piccola-capitale/#diariogomera #simoneviaggiatore@Viaggi
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    Quando si visita un’isola così piccola come La Gomera, alle isole Canarie, la curiosità di vedere la sua città principale è tanta. In questo caso, più che di città si potrebbe parlare di paese, in termini italiani: solo 8500 persone. Nonostante la dimensione, San Sebastián de la Gomera ha saputo conquistarsi un posto nella Storia. Questo fu l’ultimo punto conosciuto in cui Colombo si fermò nel suo primo viaggio. C’è ancora la casa in cui riposò, e alcune statue o targhe commemorative. La cattedrale è magnifica, segno dell’importanza della città nel passato. Lato di sud est, navata laterale. Un affresco raffigurante la spedizione di Colombo. C’è poi il bastione dove gli indigeni, un’ottantina danni dopo l’annessione dell’isola al Regno si ribellarono contro il nipote del governatore che con l’inganno aveva fatto un rito per gemellare la comunità indigena con il Regno di Castiglia. La rivolta terminò nel sangue, e da allora gli indigeni scomparirono, poco a poco; non perché vennero uccisi tutti, ma perché vennero inglobati dalla nuova popolazione residente. Ad oggi si trovano ancora tracce del loro DNA negli abitanti. Una Storia che, purtroppo, come occidentali conosciamo molto bene. La giornata si conclude magnificamente. Al calare del sole, da Hermigua riesco a catturare una splendida luna che si riflette sul mare, lasciando intravedere anche Tenerife in lontananza. La qualità della fotografia degli smartphone moderni mi stupisce sempre più. La differenza con le fotocamere c’è ancora, ma è sempre più sottile. Hasta luego!
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    Altra giornata spettacolare di relax a Valle Gran Rey, dopo il giro nel Garajonay. Oggi però le onde erano di 3 metri e il viaggiatore cinquantenne mediterraneo le ha sottovalutate. Troppa, troppa acqua che può colpirti.2 vertebre devono essersi toccate a causa dell'impatto, speriamo bene. ☹️In ogni caso domani è l'ultimo giorno, poi si rientra al freddo e all'umido, che dicono faccia benissimo per questi problemi. #diariogomera #lagomera #canarie #simoneviaggiatore #superman @Viaggi
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    Altro giro al Garajonay. Sentiero 12 oggi, ancora più spettacolare del n. 10 di qualche giorno fa. #diariogomera #gomers #garajonay #photography @Viaggi
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    Diario “La Gomera”, giorno 6 : di nuovo nel GarajonayIn questo sesto giorno del mio viaggio a La Gomera, ho deciso di iniziare esplorando la valle/canyon parallela a  quella di Valle Gran Rey. Se Valle Gran Rey mi è sembrato un posto da favola, la valle di Chipude mi ha dato una sensazione completamente diversa: anzitutto il paesaggio è ancora più secco e poi è più vuoto, più spoglio, potremmo dire deserto.https://simoneviaggiatore.wordpress.com/2025/11/05/diario-la-gomera-giorno-6-di-nuovo-nel-garajonay/#diariogomera #canarie @Viaggi #simoneviaggiatore
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    In questo sesto giorno del mio viaggio a La Gomera, ho deciso di iniziare esplorando la valle/canyon parallela a  quella di Valle Gran Rey. Se Valle Gran Rey mi è sembrato un posto da favola, la valle di Chipude mi ha dato una sensazione completamente diversa: anzitutto il paesaggio è ancora più secco e poi è più vuoto, più spoglio, potremmo dire deserto. Il sonnolento paese di Chipude è praticamente solo un gruppo di case, niente di più. Più in basso, a mare, consono i resti di un’industria conserviera morta ormai da tempo. Degna di nota è la Fortaleza di Chipude, una roccia che per i nativi era un luogo sacro e luogo di culto e riti funebri. La giornata doveva continuare diversamente: di nuovo nel Garajonay, a percorrere il sentiero n. 10, circolare, di 3,5 km. Non è un sentiero difficile, ma nelle mie condizioni e in presenza di una fastidiosa calima, è stato difficile completare l’ultima parte, che prevede una salita con dislivello nodi più di 100 metri. Mancava l’aria. Però lo rifarei 1000 volte. A domani.
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    Il mio nuovo podcast.C’è chi viaggia per rilassarsi, per scoprire il mondo o per fotografare. Io ho sempre viaggiato per fare tutte queste cose insieme…fino a qualche anno fa.  Poi, tre patologie dolorose mi hanno costretto a rivedere tutta la mia vita.Quando ho capito che il posto in cui vivo ora è una parte importante del problema, ho iniziato a provare una strana sensazione: che la mia casa non fosse qui, ma da un’altra parte, in uno di quei luoghi dove il dolore passava.  E allora ho iniziato a cercare.   Per un anno e mezzo ho viaggiato tra le isole calde d’Europa per trovare una nuova casa, un posto dove il cuore vuole stare e il corpo smette di fare male. Il mio è diventato un viaggio verso casa, verso una casa che ancora non c’è, ma ci sarà, e mi manca già.   In ogni posto ho registrato suoni e pensieri, e una volta a casa scrivevo le mie impressioni, per non perdere nulla.  Tutto questo è diventato il mio diario, e il mio diario è diventato un podcast. L’ho chiamato “Verso Casa”. Verso casa E’ il racconto di come mi ha cambiato questo viaggio così importante. Ti aspetto ogni domenica con una nuova tappa della mia ricerca, un’occasione per scoprire posti nuovi o idee per cambiare vita.  Puoi ascoltare “Verso Casa” sulla tua piattaforma audio preferita, o sul canale youtube Verso Casa.  
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    In questo momento, Tenerife vista da Hermigua (La Gomera).Peccato solo che la calima renda la luna sfocata.Ma che dico, peccato niente! È un momento perfetto ♥️#diariogomera #tenerife #superluna #photography @Viaggi
  • Diario “La Gomera”

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    @ALFADiventeranno triple! @Viaggi
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    Quando si è in vacanza bisogna anche rilassarsi. Ogni tanto. In via eccezionale, per quanto mi riguarda.Non ne vado fiero, ma capita. Ieri è capitato a Valle Gran Rey, un posto molto bello dal mio punto di vista che definirei uno dei più caratteristici dell’arcipelago. Si tratta di un grande canyon con sbocco sul mare. Nel tempo l’umanità me ha colonizzato i pendii creando case, portando la vita nei terrazzamenti infiniti, favorendo la nascita delle palme con cui produrre il noto “Miele di palma”. Piccolo raggruppamenti di case colorate, palme e terrazze si susseguono per tutta la valle, e per una volta tanto posso dire che il paesaggio, altrimenti morto, è stato valorizzato da una antropizzazione abbastanza spinta. Arrivati al mare, poco dopo Valle Gran Rey, si può avere accesso ad alcune delle spiagge più belle dell’isola, anche perché sono tra le pochissime spiagge di sabbia, spiagge vere e proprie per come le intendiamo in Italia. Però, sono di sabbia nera. Io le adoro, ma non a tutti possono piacere. Playa del Inglés, molto frequentata dai nudisti (sì, li ho tolti col Photoshop)Playa CaleraPlaya de VueltasA Playa de Vueltas, qualche anno fa, diverse persone hanno perso la vita in una frana poderosa che ha portato in mare in un attimo una certa quantità di roccia, staccatasi dalle pareti verticali a picco sul porticciolo. Bisogna ricordare che La Gomera ha un territorio molto instabile, a causa del fatto che è molto antico e la verticalità è tanta. Gli agenti atmosferici e la gravità non perdonano. È stato bello passare una giornata qui, con la vista sulla lontana isola di El Hierro, a divertirmi tra le onde di un paio di metri (o più).Al rientro in Italia rimpiangerò i 33 gradi del 2 di novembre qui, sebbene i locali dicano che si tratta di un caldo anomalo. Causato dalle scie chimiche, neanche a dirlo. Cerco di pensare al domani.
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    Segnatevi questo posto: Valle Gran Rey. È uno dei posti turistici delle Canarie, ma ci sono ancora pochi turisti. Ce ne sono, ma è tutto molto tranquillo e non ci si sente soffocati. Cosa non da poco, è una delle poche spiagge dell'isola che sono grandi e di sabbia (nera).Le scogliere intorno aggiungono maestosità allo scenario.Vi prego, fatemi restare qui! ♥️#diariogomera #simoneviaggiatore #canarie@Viaggi
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    Diario “La Gomera”, giorno 4Il bel tempo andava sfruttato. E così ho deciso di visitare finalmente il parco de Garajonay, uno dei boschi più antichi d'Europa, che era già qui ai tempi dei Neanderthal. È popolato da specie di uccelli rare e alberi di lauro, che danno il nome a questo tipo di boschi: laurisilva. I muschi penzolanti...https://simoneviaggiatore.wordpress.com/2025/11/02/diario-la-gomera-giorno-4/@Viaggi #diariogomera #canarie #viaggio
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    Il bel tempo andava sfruttato. E così ho deciso di visitare finalmente il parco de Garajonay, uno dei boschi più antichi d’Europa, che era già qui ai tempi dei Neanderthal. È popolato da specie di uccelli rare e alberi di lauro, che danno il nome a questo tipo di boschi: laurisilva. I muschi penzolanti sono una delle loro caratteristiche distintive, e si possono trovare in tutta la Macaronesia: Capo Verde, Canarie, Madeira e Azzorre. Quando il bosco lascia spazio allo sguardo, ci sono viste pazzesche. Una vista sul Teide, vulcano di TenerifeIl Roque de Agando. La giornata è terminata a Hermigua, tra le piantagioni di banane lungo il paese. E poi ad Agulo, dove ho affittato l’appartamento. Il centro storico è carino e al tramonto la vista su Tenerife è particolare.
  • Diario “La Gomera”, giorno 3

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    Diario “La Gomera”, giorno 3Se nella giornata di ieri il maltempo l'aveva fatta da padrone in tutto il nord, oggi la giornata inizia in maniera totalmente diversa: cielo terso e una vista su Tenerife che lascia senza fiato. I 3700 metri del Teide si notano tutti. I boschi sono bagnati dalle piogge di ieri, e immagino che i sentieri non siano praticabili. Perché non visitare il nord?https://simoneviaggiatore.wordpress.com/2025/11/01/gomera3/@Viaggi #diariogomera
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    Se nella giornata di ieri il maltempo l’aveva fatta da padrone in tutto il nord, oggi la giornata inizia in maniera totalmente diversa: cielo terso e una vista su Tenerife che lascia senza fiato. I 3700 metri del Teide si notano tutti. I boschi sono bagnati dalle piogge di ieri, e immagino che i sentieri non siano praticabili. Perché non visitare il nord? Comincio da Hermigua, e precisamente dalla sua spiaggia selvaggia. In questa “location”  è stata girata una scena particolare e importantissima della serie “Fondazione”, tratta dai libri di Asimov. Chi ricorda quale? Il nord de La Gomera è magnifico. Spostandosi verso ovest sì incontrano valli interne con paesini tranquilli e canyon dalle pendenze improbabili, con rocce imponenti dalle forme strane che dominano sulle valli. Se non hai il tettuccio in vetro godi solo a metà. Poi si arriva a Vallehermoso. Il nome dice già tutto: è una valle bellissima. L’umanità l’ha colonizzata salendo verso le montagne, con le case colorate che si arrampicano sulle pendici, coltivate a terrazzamenti e valorizzate come si deve. Occhio alle strade strette, però. La cittadina è piacevole, e per gli standard dell’isola anche vivace. Mi sposto ancora più a ovest, finché vedo l’isola de La Palma in lontananza. Ad Alojera visito il museo del “Miele di palma”, che non è miele prodotto dai fiori delle palme ma un incrocio tra lo sciroppo d’acero e l’aceto balsamico, ottenuto dal cuore delle palme opportunamente lavorato. Ora mi spiego perché tutte quelle scale che portano alla cima degli alberi. La signora alla receptioni spiega che sua sorella vive in Italia, nelle vicinanze di Siena. E io che invece vorrei vivere qui, e non posso. I casi della vita. Scendendo lungo la strada che porta alla “spiaggia”, ripidissima, posso infine ammirare le scogliere imponenti di questo punto dell’isola, l’estremo ovest, e accostare l’isola di El Hierro da lontano. Non è una vera e propria spiaggia, ma è un luogo remoto un un’isola remota: la modalità “ooohh” sia trova facilmente qui. Il tempo passa e il tramonto è vicino. Tornando indietro verso l’appartamento (le curve sono tante) mi fermo per dare un’ultima occhiata al Teide, al centro di Tenerife, quasi sempre ben visibile lungo il tragitto. E spettacolare. Se mi hai letto fino a qui, ti chiedo di condividere questo articolo: mi aiuteresti a diffondere il mio lavoro. A domani!
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    La giornata inizia… sottotono. È passata una perturbazione atlantica che porta pioggia battente sottile, non certo l’ideale per andare a passeggio per i boschi fantastici del nord dell’isola. L’occasione è propizia per apprezzare i paesaggi di Hermigua, belli anche sotto l’acqua. Poi, lampo di genio: magari al sud il tempo è più bello, come capita sempre. E via, si parte a bordo della 500 blu col tetto in vetro, che fa tutto il tragitto fino ai crinali dell’Isola in seconda. Poi si comincia a scendere per andare dall’altra aperte  e il paesaggio si fa sempre più secco e arido, nonostante la pioggia. Aeroporto de La Gomera (pista).Quando il sole arriva, Playa de Santiago mi lascia incantato e…accaldato. la temperatura arriva a 33 gradi. Una giornata perfetta, al cospetto del Teide, il vulcano di Tenerife, che spinta dalle nuvole in lontananza. Paradossalmente, si capisce quanto è grande l’isola quando la si osserva da fuori.
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    La giornata inizia splendidamente. Durante la notte ho dormito poco (nulla) ma almeno ho visto le stelle, che da noi ormai sono impensabili. Verso le 7 del mattino però è arrivata una perturbazione: la pioggia era incessante e allora ho superato i crinali dell'Isola e poi sono sceso fino a Playa de Santiago, un porticciolo stupendo. 33 gradi. È incredibile come, in poco spazio, le Canarie ti diano quello che vuoi. #diariogomera #viaggio #simoneviaggiatore #canarie #lagomera
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    Le ragioni che possono portare un viaggiatore a La Gomera possono essere tante. Per me, sono tantissime: è l’ultima delle 8 isole che mi rimane da visitare. Già questo sarebbe un motivo sufficiente, ma c’è di più. È l’isola che ho sempre visto da Tenerife, l’isola che da lontano mi sembrava una specie di roccaforte inespugnabile, fatta solo di scogliere e montagne, e dove non si vedeva mai nessun paese, neppure di notte quando calava il buio e non restava che la luna a illuminarla, lasciando visibile la sua sagoma scura adagiata sull’oceano blu scuro. La Gomera è sempre stata l’isola inaccessibile, per me, anche per una ragione di prezzo. Ci si arriva soltanto in aereo o in traghetto, e aumentare di 200 o 300 euro il budget era una spesa che non aveva senso, per il bilancio familiare, soprattutto se c’erano tante altre isole tra cui scegliere che erano raggiungibili con pochissimi euro. E poi non credevo che in un’isola fatta di montagne aride e canyon ci fosse più questo gran che da vedere. Molti la visitano in giornata da Tenerife, e per molto tempo nella mia testa questa era stata la conferma che in fondo l’unica attrattiva dell’isola fosse quel parco naturale fatto di boschi di laurisilva, il Garajonay. Finché, come è successo per El Hierro, ho capito che mi sbagliavo, e l’ho capito nel modo più brutale possibile, che però è anche quello che amo di più: guardare le fotografie di altri viaggiatori che prima di me hanno raccontato questo posto. L’attrazione per La Gomera è diventata irresistibile, e ho dovuto rompere il porcellino per tirare fuori anche l’ultimo euro che mi separava da questa ultima “conquista”. Oggi è stato il giorno in cui il viaggio è iniziato. Arrivare all’aeroporto di Milano Malpensa mi ha ricordato perché voglio tanto lasciare il nostro Paese. A parte il fatto che mi ci senti tremendamente fuori posto, ovvio. La pianura Padana è grigia, spenta. Il cemento e i piccoli rifiuti la fanno da padroni ovunque. Vedi carte, cartine e cartacce ormai dappertutto. Ininterrottamente si presentano ai bordi delle strade, impossibili da ignorare, almeno per me. Spesso vedi anche intere borse delle spesa che un tempo sono state in qualche pattumiera, e ora sono lì in stasi, ad aspettare che qualche animale o automobile le apra e sparga il contenuto in giro. Contenuto che poi finisce tra una carreggiata e l’altra, nelle rotonde, negli spazi tra uno svincolo della tangenziale e l’imbocco di una statale. Però, tutto questo sembriamo non notarlo. A quanto pare, da fastidio solo a me, che ricordo come fosse il Nord Italia un tempo. Forse, chi critica “il Sud” per problemi simili ha lasciato gli occhi da qualche parte attorno agli anni ’90. Ormai non c’è più differenza tra le campagne di Agrigento e la tangenziale di Milano (o di Reggio Emilia, se è per questo), e non in senso buono. Temevo per gli scioperi del personale di terra dell’aeroporto, ma il mio volo e molti altri non sono stati toccati. All’arrivo a Tenerife, ho trovato ad aspettarmi il solito caos, e una temperatura di 26/28° (a sensazione) che per la prima volta sento essere umidi. In una ventina di minuti, un taxi mi ha portato al porto di Los Cristianos (50€).Mentre aspettavo che il traghetto partisse, non ho potuto fare a meno di notare la maggiore pulizia rispetto all’Italia. I margini delle strade sono puliti, o almeno più di quelli che ho visto stamattina. Tanto si più.Il porto è piccolo, ma ordinato e ben funzionante. Mentre il tramonto indora le montagne alle spalle del porto, realizzo che qui c’è un’ora di luce in più rispetto all’Italia, a parità di periodo. Ci avevo già pensato durante uno dei viaggi del passato, ma questa verità mi viene di nuova sbattuta davanti agli occhi, prepotentemente. Se vivessi qui, questo per me sarebbe un grande vantaggio. Amo la luce. Non mi piacciono le giornate corte, specie quando il buio è associato alla stagione fredda. Per contro, amo la stagione calda, ma in Italia mi fa stare peggio dell’inverno. Qui, tutto andrebbe magicamente a posto. Peccato che Tenerife sia ormai satura, e le migliaia di edifici davanti a me, e il traffico che sembra quello milanese o emiliano, non sono che l’ennesima conferma. La traversata è di soli 50 minuti, ma decisamente intensa. Nonostante l’oceano sembrasse molto calmo, il traghetto ha ballato molto per tutto il tempo. Non si stava in piedi e alcune persone sono state molto male. Io ho resistito a mala pena restando immobile, seduto e ad occhi chiusi. Sam Sebastian de La Gomera, il capoluogo dell’isola è molto più “vivo” di quanto immaginassi, ma per il momento non posso dire molto di più, l’ho solo attraversata per salire poi verso il centro dell’isola, dove non c’è nemmeno una luce ad esclusione di quella di un paio di tunnel. Dopo essere saliti, si scende: prima ad Hermigua, una cittadina molto grande dove vedo qualche ristorante aperto e tante automobili, segno che qui qualcuno ci vive: non è una battuta, lo dico perché in tutti 50 km del tragitto ho incrociato una sola automobile. Finalmente arrivo ad Agulo, esausto. Ma da qui si vedono le luci di Tenerife. Finalmente, posso ribaltare la prospettiva. Domani sarà una giornata fantastica. Avrei quasi voglia che il mattino arrivasse in fretta per iniziare a conoscere meglio l’isola. La vista dalla terrazza della”estación marítima” di Los CristianosLa vista dalla terrazza della”estación marítima” di Los CristianosMal di mare
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    @simonperry Comprendo purtroppo...

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    Heute haben wir das Bündnis "@offene_netzwerke und demokratische Öffentlichkeiten. Dezentral, souverän und fürs Gemeinwohl" gelauncht. ✨ @markusreuter war dabei und berichtet dazu auf @netzpolitik_feed 🔗 https://netzpolitik.org/2025/digitale-souveraenitaet-neues-buendnis-fordert-mehr-engagement-fuer-offene-netzwerke/Es ist mir eine grosse Freude, dass so viele tolle Organisationen dafür an Board sind 🤗 Helft uns unsere Forderungen zum 🇪🇺 "Europäischen #Gipfel zur digitalen Souveränität" am 18.11. gut hörbar zu machen! #Fediverse #savesocial