Skip to content

Piero Bosio Social Web Site Personale Logo Fediverso

Social Forum federato con il resto del mondo. Non contano le istanze, contano le persone

Diario “La Gomera”, giorno 7: la piccola capitale.

  • Quando si visita un’isola così piccola come La Gomera, alle isole Canarie, la curiosità di vedere la sua città principale è tanta.

    In questo caso, più che di città si potrebbe parlare di paese, in termini italiani: solo 8500 persone.

    Nonostante la dimensione, San Sebastián de la Gomera ha saputo conquistarsi un posto nella Storia.

    Questo fu l’ultimo punto conosciuto in cui Colombo si fermò nel suo primo viaggio. C’è ancora la casa in cui riposò, e alcune statue o targhe commemorative.

    La cattedrale è magnifica, segno dell’importanza della città nel passato.

    Lato di sud est, navata laterale.
    Un affresco raffigurante la spedizione di Colombo.

    C’è poi il bastione dove gli indigeni, un’ottantina danni dopo l’annessione dell’isola al Regno si ribellarono contro il nipote del governatore che con l’inganno aveva fatto un rito per gemellare la comunità indigena con il Regno di Castiglia.

    La rivolta terminò nel sangue, e da allora gli indigeni scomparirono, poco a poco; non perché vennero uccisi tutti, ma perché vennero inglobati dalla nuova popolazione residente.

    Ad oggi si trovano ancora tracce del loro DNA negli abitanti.

    Una Storia che, purtroppo, come occidentali conosciamo molto bene.

    La giornata si conclude magnificamente. Al calare del sole, da Hermigua riesco a catturare una splendida luna che si riflette sul mare, lasciando intravedere anche Tenerife in lontananza.

    La qualità della fotografia degli smartphone moderni mi stupisce sempre più. La differenza con le fotocamere c’è ancora, ma è sempre più sottile.

    Hasta luego!


Gli ultimi otto messaggi ricevuti dalla Federazione
Post suggeriti
  • 0 Votes
    1 Posts
    3 Views
    La giornata inizia… sottotono. È passata una perturbazione atlantica che porta pioggia battente sottile, non certo l’ideale per andare a passeggio per i boschi fantastici del nord dell’isola. L’occasione è propizia per apprezzare i paesaggi di Hermigua, belli anche sotto l’acqua. Poi, lampo di genio: magari al sud il tempo è più bello, come capita sempre. E via, si parte a bordo della 500 blu col tetto in vetro, che fa tutto il tragitto fino ai crinali dell’Isola in seconda. Poi si comincia a scendere per andare dall’altra aperte  e il paesaggio si fa sempre più secco e arido, nonostante la pioggia. Aeroporto de La Gomera (pista).Quando il sole arriva, Playa de Santiago mi lascia incantato e…accaldato. la temperatura arriva a 33 gradi. Una giornata perfetta, al cospetto del Teide, il vulcano di Tenerife, che spinta dalle nuvole in lontananza. Paradossalmente, si capisce quanto è grande l’isola quando la si osserva da fuori.
  • 0 Votes
    1 Posts
    3 Views
    Le ragioni che possono portare un viaggiatore a La Gomera possono essere tante. Per me, sono tantissime: è l’ultima delle 8 isole che mi rimane da visitare. Già questo sarebbe un motivo sufficiente, ma c’è di più. È l’isola che ho sempre visto da Tenerife, l’isola che da lontano mi sembrava una specie di roccaforte inespugnabile, fatta solo di scogliere e montagne, e dove non si vedeva mai nessun paese, neppure di notte quando calava il buio e non restava che la luna a illuminarla, lasciando visibile la sua sagoma scura adagiata sull’oceano blu scuro. La Gomera è sempre stata l’isola inaccessibile, per me, anche per una ragione di prezzo. Ci si arriva soltanto in aereo o in traghetto, e aumentare di 200 o 300 euro il budget era una spesa che non aveva senso, per il bilancio familiare, soprattutto se c’erano tante altre isole tra cui scegliere che erano raggiungibili con pochissimi euro. E poi non credevo che in un’isola fatta di montagne aride e canyon ci fosse più questo gran che da vedere. Molti la visitano in giornata da Tenerife, e per molto tempo nella mia testa questa era stata la conferma che in fondo l’unica attrattiva dell’isola fosse quel parco naturale fatto di boschi di laurisilva, il Garajonay. Finché, come è successo per El Hierro, ho capito che mi sbagliavo, e l’ho capito nel modo più brutale possibile, che però è anche quello che amo di più: guardare le fotografie di altri viaggiatori che prima di me hanno raccontato questo posto. L’attrazione per La Gomera è diventata irresistibile, e ho dovuto rompere il porcellino per tirare fuori anche l’ultimo euro che mi separava da questa ultima “conquista”. Oggi è stato il giorno in cui il viaggio è iniziato. Arrivare all’aeroporto di Milano Malpensa mi ha ricordato perché voglio tanto lasciare il nostro Paese. A parte il fatto che mi ci senti tremendamente fuori posto, ovvio. La pianura Padana è grigia, spenta. Il cemento e i piccoli rifiuti la fanno da padroni ovunque. Vedi carte, cartine e cartacce ormai dappertutto. Ininterrottamente si presentano ai bordi delle strade, impossibili da ignorare, almeno per me. Spesso vedi anche intere borse delle spesa che un tempo sono state in qualche pattumiera, e ora sono lì in stasi, ad aspettare che qualche animale o automobile le apra e sparga il contenuto in giro. Contenuto che poi finisce tra una carreggiata e l’altra, nelle rotonde, negli spazi tra uno svincolo della tangenziale e l’imbocco di una statale. Però, tutto questo sembriamo non notarlo. A quanto pare, da fastidio solo a me, che ricordo come fosse il Nord Italia un tempo. Forse, chi critica “il Sud” per problemi simili ha lasciato gli occhi da qualche parte attorno agli anni ’90. Ormai non c’è più differenza tra le campagne di Agrigento e la tangenziale di Milano (o di Reggio Emilia, se è per questo), e non in senso buono. Temevo per gli scioperi del personale di terra dell’aeroporto, ma il mio volo e molti altri non sono stati toccati. All’arrivo a Tenerife, ho trovato ad aspettarmi il solito caos, e una temperatura di 26/28° (a sensazione) che per la prima volta sento essere umidi. In una ventina di minuti, un taxi mi ha portato al porto di Los Cristianos (50€).Mentre aspettavo che il traghetto partisse, non ho potuto fare a meno di notare la maggiore pulizia rispetto all’Italia. I margini delle strade sono puliti, o almeno più di quelli che ho visto stamattina. Tanto si più.Il porto è piccolo, ma ordinato e ben funzionante. Mentre il tramonto indora le montagne alle spalle del porto, realizzo che qui c’è un’ora di luce in più rispetto all’Italia, a parità di periodo. Ci avevo già pensato durante uno dei viaggi del passato, ma questa verità mi viene di nuova sbattuta davanti agli occhi, prepotentemente. Se vivessi qui, questo per me sarebbe un grande vantaggio. Amo la luce. Non mi piacciono le giornate corte, specie quando il buio è associato alla stagione fredda. Per contro, amo la stagione calda, ma in Italia mi fa stare peggio dell’inverno. Qui, tutto andrebbe magicamente a posto. Peccato che Tenerife sia ormai satura, e le migliaia di edifici davanti a me, e il traffico che sembra quello milanese o emiliano, non sono che l’ennesima conferma. La traversata è di soli 50 minuti, ma decisamente intensa. Nonostante l’oceano sembrasse molto calmo, il traghetto ha ballato molto per tutto il tempo. Non si stava in piedi e alcune persone sono state molto male. Io ho resistito a mala pena restando immobile, seduto e ad occhi chiusi. Sam Sebastian de La Gomera, il capoluogo dell’isola è molto più “vivo” di quanto immaginassi, ma per il momento non posso dire molto di più, l’ho solo attraversata per salire poi verso il centro dell’isola, dove non c’è nemmeno una luce ad esclusione di quella di un paio di tunnel. Dopo essere saliti, si scende: prima ad Hermigua, una cittadina molto grande dove vedo qualche ristorante aperto e tante automobili, segno che qui qualcuno ci vive: non è una battuta, lo dico perché in tutti 50 km del tragitto ho incrociato una sola automobile. Finalmente arrivo ad Agulo, esausto. Ma da qui si vedono le luci di Tenerife. Finalmente, posso ribaltare la prospettiva. Domani sarà una giornata fantastica. Avrei quasi voglia che il mattino arrivasse in fretta per iniziare a conoscere meglio l’isola. La vista dalla terrazza della”estación marítima” di Los CristianosLa vista dalla terrazza della”estación marítima” di Los CristianosMal di mare
  • 0 Votes
    2 Posts
    4 Views
    @simonperry Comprendo purtroppo...
  • 0 Votes
    4 Posts
    2 Views
    @simonperry a me tanto interessa il jazz, on la musica tradizionale :)È per trovare location a cui proporre i miei progetti musicali ( come ad esempio @elifinquartet )