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La corsa alla cybersicurezza è partita e l’Italia corre con le scarpe legate

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  • La corsa alla cybersicurezza è partita e l’Italia corre con le scarpe legate

    Negli ultimi anni la cybersecurity è balzata in cima all’agenda di imprese, istituzioni e pubblica amministrazione. Ma se guardiamo ai numeri, l’Italia sembra ancora correre con le scarpe legate: investe circa lo 0,12% del PIL in sicurezza digitale, meno della metà di Francia e Germania e appena un terzo rispetto a Regno Unito e Stati Uniti (fonti: Rapporto Clusit 2025, DeepStrike Cybersecurity Spend Report 2025).

    Questo budget ridotto si traduce in un parco strumenti spesso vecchio e polveroso, incapace di tenere il passo con la mole e la complessità degli attacchi. Il Rapporto Clusit 2025 fotografa una realtà che non lascia spazio a speranze: gli attacchi gravi nel nostro Paese sono cresciuti del 15,2% nell’ultimo anno e quasi ogni giorno qualcuno subisce danni rilevanti, certificati da 357 incidenti gravi che sono stati registrati nel 2024.

    Aggiungiamo al quadro un ritardo digitale che pesa come un macigno: appena il 45% degli italiani ha competenze digitali di base, e molte aziende arrancano a trovare profili specializzati per difendersi (fonte: DESI Digital Skills Report 2025). In pratica, questa carenza crea una rete di sicurezza fatta più di buchi che di protezione.

    Nulla di nuovo per gli attaccanti, che ci attaccano con automatismi che nelle realtà italiane pubbliche e private – dove anche acquistare una tecnologia, un corso di formazione, oppure un servizio di consulenza è una corsa ad ostacoli – sono pura fantasia: è la nuova realtà, non un’eccezione da tamponare.

    E qui salta fuori il CISO, il capo della sicurezza digitale, figura che non può più essere solo un tecnico ingegnoso o un giurista pedante: serve un mix tra diritto, tecnologia, gestione e comunicazione. Chi occupa questo ruolo deve saper trasformare un linguaggio tecnico complesso in argomentazioni convincenti per i vertici dell’organizzazione, spesso poco inclini a capire che la sicurezza non è tecnologia, ma strategia.

    L’asimmetria tra chi difende e chi attacca è quasi una barzelletta a denti stretti: i malintenzionati spesso hanno più budget, meno regole e più libertà d’azione. È urgente un cambio di passo che prenda in considerazione investimenti coordinati, sviluppo di competenze ampie e un cambio culturale profondo.

    Ogni giorno che passa senza un cambio deciso, il rischio per il sistema Paese cresce fino al prossimo report. La cybersecurity non è più un’opzione, ma è un asset fondamentale per la sopravvivenza in un mondo iperconnesso.

    Per approfondire come preparare professionisti capaci di questo salto, rimando al “Manuale CISO Security Manager”, che offre un percorso concreto di formazione multidisciplinare.

    L'articolo La corsa alla cybersicurezza è partita e l’Italia corre con le scarpe legate proviene da Red Hot Cyber.


Gli ultimi otto messaggi ricevuti dalla Federazione
  • @PaoloParti @ju Forse valeva solo per il primo mese. Mi sembra un prezzo fuori mercato per Aruba 🤔

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  • @irene this is absolutely AMAZING!!! 🏆

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  • Chissà perchè continuo a fare lo stesso sbaglio ?
    Chissà se è lo stesso sbaglio ?
    Chissà se esiste uno sbaglio ?

    Resta un fatto .

    Continuo a vivere ,
    episodicamente ,
    lo stesso malessere ,
    la stessa sensazione che avrei
    potuto fare meglio ,
    stare meglio ,
    comprendere meglio gli altri
    e far stare meglio
    gli altri attorno a me .

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  • @ju Chissà che clausole minuscole si sono inventati: forse ti tassano il traffico oltre certi limiti? Se ieri hai copiato dati, magari ne hai generato tanto. In tutti i casi non mi piacciono.

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  • Diario “La Gomera”, giorno 3

    Se nella giornata di ieri il maltempo l'aveva fatta da padrone in tutto il nord, oggi la giornata inizia in maniera totalmente diversa: cielo terso e una vista su Tenerife che lascia senza fiato. I 3700 metri del Teide si notano tutti. I boschi sono bagnati dalle piogge di ieri, e immagino che i sentieri non siano praticabili. Perché non visitare il nord?

    https://simoneviaggiatore.wordpress.com/2025/11/01/gomera3/

    @Viaggi

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  • Se nella giornata di ieri il maltempo l’aveva fatta da padrone in tutto il nord, oggi la giornata inizia in maniera totalmente diversa: cielo terso e una vista su Tenerife che lascia senza fiato.

    I 3700 metri del Teide si notano tutti.

    I boschi sono bagnati dalle piogge di ieri, e immagino che i sentieri non siano praticabili.

    Perché non visitare il nord?

    Comincio da Hermigua, e precisamente dalla sua spiaggia selvaggia.

    In questa “location”  è stata girata una scena particolare e importantissima della serie “Fondazione”, tratta dai libri di Asimov. Chi ricorda quale?

    Il nord de La Gomera è magnifico.

    Spostandosi verso ovest sì incontrano valli interne con paesini tranquilli e canyon dalle pendenze improbabili, con rocce imponenti dalle forme strane che dominano sulle valli. Se non hai il tettuccio in vetro godi solo a metà.

    Poi si arriva a Vallehermoso.

    Il nome dice già tutto: è una valle bellissima.

    L’umanità l’ha colonizzata salendo verso le montagne, con le case colorate che si arrampicano sulle pendici, coltivate a terrazzamenti e valorizzate come si deve. Occhio alle strade strette, però.

    La cittadina è piacevole, e per gli standard dell’isola anche vivace.

    Mi sposto ancora più a ovest, finché vedo l’isola de La Palma in lontananza.

    Ad Alojera visito il museo del “Miele di palma”, che non è miele prodotto dai fiori delle palme ma un incrocio tra lo sciroppo d’acero e l’aceto balsamico, ottenuto dal cuore delle palme opportunamente lavorato. Ora mi spiego perché tutte quelle scale che portano alla cima degli alberi.

    La signora alla receptioni spiega che sua sorella vive in Italia, nelle vicinanze di Siena.

    E io che invece vorrei vivere qui, e non posso.

    I casi della vita.

    Scendendo lungo la strada che porta alla “spiaggia”, ripidissima, posso infine ammirare le scogliere imponenti di questo punto dell’isola, l’estremo ovest, e accostare l’isola di El Hierro da lontano.

    Non è una vera e propria spiaggia, ma è un luogo remoto un un’isola remota: la modalità “ooohh” sia trova facilmente qui.

    Il tempo passa e il tramonto è vicino.

    Tornando indietro verso l’appartamento (le curve sono tante) mi fermo per dare un’ultima occhiata al Teide, al centro di Tenerife, quasi sempre ben visibile lungo il tragitto.

    E spettacolare.

    Se mi hai letto fino a qui, ti chiedo di condividere questo articolo: mi aiuteresti a diffondere il mio lavoro.

    A domani!

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  • @Kuscha Buongiorno Doris. Oggi è festa anche qui in Italia.

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  • Aruba mi sta fregando... 🤔
    Il vps costa 2,49 euro al mese.
    A giugno ho messo 50 euro.
    Adesso mi dice che ne avanzano 17.
    O mi sta fregando o la matematica è cambiata.

    Mannaggia...
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  • Diario “La Gomera”, giorno 3

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    Diario “La Gomera”, giorno 3Se nella giornata di ieri il maltempo l'aveva fatta da padrone in tutto il nord, oggi la giornata inizia in maniera totalmente diversa: cielo terso e una vista su Tenerife che lascia senza fiato. I 3700 metri del Teide si notano tutti. I boschi sono bagnati dalle piogge di ieri, e immagino che i sentieri non siano praticabili. Perché non visitare il nord?https://simoneviaggiatore.wordpress.com/2025/11/01/gomera3/@Viaggi
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    Se nella giornata di ieri il maltempo l’aveva fatta da padrone in tutto il nord, oggi la giornata inizia in maniera totalmente diversa: cielo terso e una vista su Tenerife che lascia senza fiato. I 3700 metri del Teide si notano tutti. I boschi sono bagnati dalle piogge di ieri, e immagino che i sentieri non siano praticabili. Perché non visitare il nord? Comincio da Hermigua, e precisamente dalla sua spiaggia selvaggia. In questa “location”  è stata girata una scena particolare e importantissima della serie “Fondazione”, tratta dai libri di Asimov. Chi ricorda quale? Il nord de La Gomera è magnifico. Spostandosi verso ovest sì incontrano valli interne con paesini tranquilli e canyon dalle pendenze improbabili, con rocce imponenti dalle forme strane che dominano sulle valli. Se non hai il tettuccio in vetro godi solo a metà. Poi si arriva a Vallehermoso. Il nome dice già tutto: è una valle bellissima. L’umanità l’ha colonizzata salendo verso le montagne, con le case colorate che si arrampicano sulle pendici, coltivate a terrazzamenti e valorizzate come si deve. Occhio alle strade strette, però. La cittadina è piacevole, e per gli standard dell’isola anche vivace. Mi sposto ancora più a ovest, finché vedo l’isola de La Palma in lontananza. Ad Alojera visito il museo del “Miele di palma”, che non è miele prodotto dai fiori delle palme ma un incrocio tra lo sciroppo d’acero e l’aceto balsamico, ottenuto dal cuore delle palme opportunamente lavorato. Ora mi spiego perché tutte quelle scale che portano alla cima degli alberi. La signora alla receptioni spiega che sua sorella vive in Italia, nelle vicinanze di Siena. E io che invece vorrei vivere qui, e non posso. I casi della vita. Scendendo lungo la strada che porta alla “spiaggia”, ripidissima, posso infine ammirare le scogliere imponenti di questo punto dell’isola, l’estremo ovest, e accostare l’isola di El Hierro da lontano. Non è una vera e propria spiaggia, ma è un luogo remoto un un’isola remota: la modalità “ooohh” sia trova facilmente qui. Il tempo passa e il tramonto è vicino. Tornando indietro verso l’appartamento (le curve sono tante) mi fermo per dare un’ultima occhiata al Teide, al centro di Tenerife, quasi sempre ben visibile lungo il tragitto. E spettacolare. Se mi hai letto fino a qui, ti chiedo di condividere questo articolo: mi aiuteresti a diffondere il mio lavoro. A domani!
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    @Kuscha Buongiorno Doris. Oggi è festa anche qui in Italia.
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    @angel 😂